venerdì 7 novembre 2008

Pubblichiamo un commento che abbiamo ricevuto sul post - Obama :ha realizzato il sogno di Martin Luther King
Complimenti. Condivido pienamente il tuo pensiero. Mentre gli USA attuano cambiamenti epocali, con un rinnovamento generazionale che porta un nero di quarantasette anni ad essere il Presidente del più potente Stato del mondo, realizzando "quel sogno", noi abbiamo un Paese in cui autentiche cariatidi occupano il potere, cristallizzandolo. Le decine di milioni di americani che hanno votato Obama hanno espresso coraggio, desiderio di cambiare e di crescere, credendo in un progetto per il loro Paese.
Ed è impressionante anche la reazione dei Repubblicani americani che, dopo la sconfitta, hanno investito nel progetto del nuovo Presidente, confidando nel fatto che lo stesso, sebbene secondo il suo punto di vista, lavorerà per il bene comune.
Da noi si vota non chi ci prospetta un progetto comune, ma chi ci promette il posto di lavoro, magari in un call center e con i fondi della formazione, chi ci elargisce un incarico professionale, magari pretendendo di poterti guidare e limitare nel modo e nella misura dell'espletamento della tua attività professionale, chi ci caldeggia la pratica di un finanziamento pubblico, chi si adopera per una variante urbanistica, magari per far diventare lecito ciò che lecito non è e così via.
Ecco, la differenza tra noi e gli americani è questa: da noi la classe dirigente lavora per il consenso, da loro lavora per il bene comune (partendo, ovviamente, da punti di vista differenti), per la democrazia e per la libertà; da noi gli elettori votano per il proprio spicciolo ed immediato tornaconto (a livello comunale, anche una convergenza gratuita può divenire motivo di scelta del candidato - in fin dei conti 40 euro risparmiati sono meglio di niente - cosa ci si aspetta di più dal proprio voto?), da loro si vota per un progetto comune da cui, certo, si auspica anche una ricaduta in termini personali (migliori regole, per il funzionamento dei mercati finanziari, avrebbero consentito a molti americani di non precipitare nel baratro di mutui da non poter onorare, perdendo, magari, la casa).
Suscitano ilarità i PD nostrani che contrabbandano la vittoria di Obama per loro vittoria: tra Veltroni ed Obama vi sono esattamente le stesse differenze che vi sono tra il nostro sistema ed il sistema americano che, sopra, per alcuni aspetti, si sono sintetizzate.
E così, mentre i nostri PD si trastullano, immeritatamente, per la vittoria di Obama, non si occupano, come dovrebbero fare, non già di questo o quel singolo tema, ma della deriva della nostra democrazia e della nostra libertà.
Un tempo la strategia della tensione era una supposizione difficilmente dimostrabile.
Oggi è palese, documentata, dichiarata e, finanche, rivendicata (Cossiga).
Un tempo il progetto di Gelli era il progetto segreto di un'inquietante organizzazione segreta.
Oggi, Gelli, in televisione, rivendica quel progetto, dice che lo stesso si sta attuando e che Berlusconi è l'uomo adatto per realizzarlo compiutamente.
Ed i tifosi del "Bar Sport Obama", invece di scendere in piazza per protestare contro tutto ciò, fanno le passerelle televisive per dire che loro sono come Obama e che anche "We can". Ma con chi? Con loro che non si sono neanche più di tanto scaldati per il fatto gravissimo che squadre di fascisti hanno invaso il Centro di Produzione RAI per intimidire e tappare la bocca a quel che rimane di un'informazione che fa il suo mestiere.
Altro che "We can"!
Cari PD, attenti, perchè, mentre l'America cammina con Obama, qui dobbiamo temere che qualcuno faccia diventare i corridoi del vostro Parlamento bivacco per le sue truppe.
Anonimo

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