Governo duro con i precari. La Commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento che condanna molti di loro all'atipicità a vita precludendo ogni possibilità di ottenere dal magistrato la stabilizzazione del rapporto. La maggioranza ha introdotto una norma che in pratica prevede uno scambio tra l'assunzione a tempo indeterminato e un assegno da due a sei mensilità. Anche se il giudice si troverà a dover sanzionare la violazione di alcune norme sull'apposizione e la proroga del termine al contratto di lavoro subordinato (articoli 1, 2 e 4 del decreto 368 del 2001) non potrà più introdurre l'assunzione a tempo indeterminato come "pena" nei confronti del datore di lavoro. Una misura che era stata introdotta dal precedente governo Prodi. Se la norma verrà approvata definitivamente, il giudice non avrà più questo potere, ma dovrà limitarsi a dichiarare la nullità del contratto e ad applicare al datore di lavoro una sanzione di entità variabile fra le due e le sei mensilità.
La sanzione della conversione del rapporto di lavoro a termine in rapporto di lavoro a tempo indeterminato continua - da quanto scrive il Sole 24 ore - ad applicarsi esclusivamente alle ipotesi già contenute nell'articolo 5 del decreto 368, ovvero quando il contratto a termine prosegue oltre la data inizialmente pattuita o successivamente prorogata e quando il lavoratore viene riassunto a termine senza il rispetto dei tempi minimi di interruzione previsti dalla legge. Anche se, formalmente, l'emendamento rispetta la condizione dei 36 mesi prevista dall'accordo sul Welfare, in realtà rappresenta un colpo al tentativo, per quanto timido, dei sindacati di arrivare a una sanatoria del precariato sia nel pubblico che nel privato. Secondo alcuni esperti, ora ai precari non converrà più rivolgersi più al giudice. Il pericolo è quello di dover accettare una serie indefinita di assunzioni a termine anche se platealmente irregolari.
Intanto, i precari protestano. Oggi dalle 11 alle 17, è in programma un sit-in degli insegnanti precari davanti Montecitorio. A promuoverlo i Cip, Comitati Insegnanti precari, e la Rete docenti precari. La categoria, spiega una nota dei Cip, dice no sia al piano dei tagli, previsto dal D.L. 112, sia al futuro sistema di reclutamento dei docenti, introdotto dal ddl 953 (Aprea). Questi provvedimenti, sottolinea la nota, stravolgeranno i diritti acquisiti da centinaia di migliaia di insegnanti precari, minando alla base il sistema dell'istruzione pubblica, edificato sulla libertà dell'insegnamento. All'iniziativa hanno confermato la loro adesione tutte le associazioni di categoria già presenti all'incontro dell'11 ed autrici del blog Rete docenti precari 11 luglio. Hanno, inoltre, preannunciato la loro partecipazione il Cidi, i Cobas, la Gilda degli Insegnanti, la Cub Scuola, Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti Italiani, Sinistra Democratica e la senatrice del Pd Mariangela Bastico.
Infine, una drammatica storia di precarietà e di immigrazione. Ieri, un operaio romeno ha minacciato di buttarsi da una gru allo stabilimento Fincantieri di Genova-Sestri Ponente. L'uomo ha lamentato il mancato pagamento del salario degli ultimi mesi di lavoro. In segno di solidarietà, la Rsu ha proclamato, a partire dalle 15, lo sciopero per tutti i turni di lavoro. Netta la presa di posizione della Fiom-Cgil, «l'uomo che ha minacciato il suicidio è dipendente della ditta Eurocos, che fa parte del sistema delle ditte d'appalto sulle quali si appoggia larga parte della costruzione delle navi prodotte da Fincantieri». «Questo episodio - si legge ancora nel comunicato - è l'ultimo di una serie di denunce che arrivano ogni giorno alle sedi della Fiom Cgil. Il sistema in vigore non garantisce, da parte delle ditte di appalto, il regolare pagamento degli stipendi ai dipendenti, soprattutto stranieri. Molti di questi dichiarano di lavorare 16 ore in media al giorno, il doppio di quanto previsto da leggi e contratti». La Fiom Cgil chiede la revisione del sistema degli appalti, a garanzia della qualità del lavoro e dei diritti degli operatori dei cantieri navali del gruppo.