lunedì 14 luglio 2008

Mario Adinolfi della direzione nazionale Pd sulla questione morale

La politica italiana deve affrontare una gigantesca questione morale, che parte dalle leggi ad personam berlusconiane e arriva agli ultimi arresti che riguardano la presidenza e la giunta regionale abruzzese. Una questione morale senza differenze di colori, che è passata attraverso inchieste che hanno riguardato o riguardano esponenti di destra, di centrodestra, di centro, di centrosinistra, di sinistra con una dimensione colossale, quantitativamente e qualitativamente superiore anche alle devastanti vicende di Tangentopoli.Un'idea di corruzione diffusa, inscindibilmente connessa all'attività politica, almeno nella percezione popolare, senza alcuna possibilità di invocare una presunta "diversità".Neanche Enrico Berlinguer avrebbe potuto invocarla se avesse avuto nel suo partito una giunta regionale decapitata (Ottaviano Del Turco in Abruzzo), il sindaco di una grande città che fa finta di niente ma è stata sporcata dagli schizzi di un'inchiesta sui suoi più stretti collaboratori (Marta Vincenzi a Genova), la condizione di pregiudizio oggettivo in cui versa la guida politica della monnezza (Antonio Bassolino in Campania), i dubbi che riguardano il "modello Roma" e i regali fatti dall'amministrazione capitolina ai grandi costruttori della Capitale. Non sono di mezzo secolo fa le vicende legate a Unipol e al mondo delle cooperative rosse, gli strascichi che sono rimasti sul fondo.Insomma, il Pd si ritrova al centro di una questione morale che lo riguarda e così trova le armi spuntate quando invoca rispetto per i magistrati guardando all'altro lato della barricata. Nel paese cresce la sensazione del bar morettiano di Ecce Bombo, particolarmente azzeccata in tempo di bipartitismo incipiente: "Rossi e neri sono tutti uguali".Io so che non è così. Io, che faccio parte della famiglia democratica e la conosco bene dall'interno, so che non c'è quella indifferenza rispetto alla morale che è tipica delle destre italiane dell'era berlusconiana, peraltro codine e ipocrite perché continuo ad invocare un law and order di pura facciata.Eppure, proprio perché so che rossi e neri non sono tutti uguali, che non siamo in un film di Alberto Sordi, chiedo al mio partito di non fare finta di niente, come sta invece facendo su tutti i punti di criticità dal 14 ottobre ad oggi elevando a sistema la teoria della faccia di bronzo, procedendo invece all'immediata sospensione degli accusati dal partito, fino ad eventuale scagionamento. Lo dirò domani alla direzione del partito, facendo eco ai tanti vostri interventi che mi arrivano via web e via email.

Nessun commento:

Posta un commento