martedì 1 luglio 2008

Dopo la CEI e i vescovi,anche famiglia cristiana contro i provvedimenti sui ROM

Il settimanale dei Paolini: "E' come quando gli ebrei venivano marchiati""Per i ministri cattolici la dignità dell'uomo vale zero: bocciati senza appello"
ROMA - Parole di fuoco. Una condanna senza appello. Che punta l'indice sul governo, sul progetto di prendere le impronte ai bambini rom. Evocando i tempi cupi delle persecuzioni degli ebrei. Prendere le impronte digitali ai bambini rom è una "indecente proposta", scrive Famiglia Cristiana. Ed è un attacco senza reticenze quello del settimanale dei Paolini. Che una settimana fa aveva scritto che Berlusconi "è ossessionato dai giudici". Ma il governo respinge le accuse al mittente e prosegue per la sua strada. Il censimento, già iniziato a Milano, dal 10 luglio comincerà anche a Roma. Le critiche ai cattolici. Nel mirino finiscono in particolare i ministri 'cattolici' del governo del Cavaliere che escono "bocciati, senza appello". "Per loro la dignità dell'uomo vale zero - continua l'editoriale - Nessuno che abbia alzato il dito a contrastare Maroni e l'indecente proposta razzista". Ma i diretti interessati non ci stanno. Carlo Giovanardi si chiede cosa il settimanale "abbia più a che fare con la famiglia e con i cristiani". Mentre Gianfranco Rotondi commenta: "Mi sottopongo volentieri agli esami nelle scuole a cui sono iscritto e tra queste non c'è la redazione del settimanale paolino". D'accordo con la posizione del settimanale il Pd: "Prendere le impronte ai bambini rom - secondo Walter Veltroni - è eticamente inaccettabile".
Come le leggi razziali". Al governo Famiglia Cristiana rimprovera proprio la scarsa attenzione a questo aspetto. "Avremmo dato credito al ministro Maroni - prosegue l'editoriale del settimanale che segue la condanna della Cei - se, assieme alla schedatura, avesse detto come portare i bimbi rom a scuola, togliendoli dagli spazi condivisi coi topi. Che aiuti ha previsto? Nulla". Ed ancora: "Non sappiamo cosa ne pensi Berlusconi: permetterebbe che agenti di polizia prendessero le impronte dei suoi figli o dei suoi nipotini? A sessant'anni dalle leggi razziali, l'Italia non ha ancora fatto i conti con le sue tragiche responsabilità (non ce ne siamo vergognati abbastanza). In particolare, quei conti non li ha fatti il centrodestra al governo, se un ministro propone il concetto di razza nell'ordinamento giuridico. Perché di questo si tratta. Come quando i bambini ebrei venivano identificati con la stella gialla al braccio, in segno di pubblico ludibrio". "Schediamo anche i nostri figli". L'editoriale si chiude con una provocazione. "Quanto alle impronte, se vogliamo prenderle, cominciamo dai nostri figli, ancor meglio, dai parlamentari: i cittadini saprebbero chi lavora e chi marina, e anche chi fa il furbo, votando al posto di un altro. L'affossa 'pianisti' sarebbe l'unico 'lodo' gradito agli italiani". E anche la Croce Rossa mostra cautela. L'organizzazione parteciperà all'operazione ma, ci tiene a precisare il presidente Maurizio Barra, si tratta di "scelte delle autorità di governo, che la Croce Rossa Italiana, come ente ausiliario, deve solo applicare, nel rispetto dei diritti dell'uomo e in una prospettiva umana".

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