mercoledì 11 giugno 2008

VIVA MASTELLA

Operazioni chirurgiche inutili, effettuate solo a scopo di guadagno, polmoni e seni tagliati via, senza alcuna necessità, persone distrutte per sempre nel fisico e nel morale. E persone ammazzate: cinque morti, tutti anziani, forse per un "esperimento" di troppo, forse per noncuranza, forse solo per crudeltà.No, non siamo nel Mezzogiorno "clientelare", siamo nel cuore dell'Italia avanzata, nella sua capitale "morale", nella regione più ricca, popolosa ed efficiente, che il suo governatore-padrone Formigoni si vanta di amministrare con standard europei. E non abbiamo a che fare con qualche infermiere frustrato, ma con fior fiori di professionisti, dal direttore sanitario ai primari, chirurghi toracici, ortopedici, neurochirurghi, urologi, anestesiologi. Una gang particolarmente efferata, che aveva seppellito venti chilometri sottoterra ogni regola, ogni scrupolo morale, ogni umana pietà - oltre che il giuramento di Ippocrate. Una banda di nazisti che organizzava "scientificamente" l'intera attività della clinica contro i malati e per fare soldi, un mucchio di soldi. Ogni operazione contro un povero vecchio debilitato (il vecchio è un soggetto debole peculiare, la sua vita vale zero) fruttava 12 mila euro di rimborso. Una tentazione irresistibile, che ha trasformato la clinica in una vera e propria "macchina per far soldi". Ora, in attesa degli sviluppi di questa inchiesta, si diranno le solite cose: che il sistema sanitario lombardo, specie quello privato, è eccellente; che questo episodio rappresenta soltanto un caso-limite, un'eccezione, che in nulla può e deve modificare il giudizio d'insieme sulla bontà, appunto, del sistema; che una "mela marcia" c'è sempre, anche nei cesti della frutta più prelibata, eccetera eccetera. Tutto giusto, tutto ovvio. Ma la gravità di quello che avveniva dentro le mura della clinica Santa Rita resta intera, e drammatica. Possibile che, prima e durante l'indagine avviata da tre solerti magistrate della Procura milanese, nessuno sapesse? Nessuno sospettasse? Nessuno controllasse? Possibile che la politica, di fronte a tali aberrazioni, possa proclamarsi innocente o, quel che è peggio, assente? Noi aspettiamo con ansia gli sviluppi di questa vera e propria storia horror, non solo perché i colpevoli vengano, come si dice, esemplarmente puniti, ma per capire come può prodursi un meccanismo così perverso e prospero di produzione di morte, finanziato dalla collettività, incontrollato, violento. Vorremmo sapere se ci sono o no, e quali sono, le responsabilità politiche - le eventuali complicità, i troppi silenzi, le troppe distrazioni. E sarebbe bene che alla fine ci dicessero come fa un povero cristo qualunque, che ha la disgrazia di ammalarsi, a non cadere in simili trappole. A difendersi. A non essere torturato per un tumore che magari non ha. A non vedersi asportato il seno per un nodulo. Già, si parla e si straparla, quasi sempre a sproposito, del "diritto alla sicurezza" - che finisce col coincidere con lo sgombero di un campo rom, o perfino col diritto a non imbattersi, sotto casa, in un extracomunitario che vende poster di Klimt a tutte le ore. Ma il diritto alla sicurezza della propria salute non appartiene forse ai diritti, anzi ai bisogni essenziali, dell'essere umano? Non è un po' più importante delle mille paure dell'Altro, alimentate a forza di cronaca nera? Forse, quando si decise di procedere alla "aziendalizzazione" delle Usl e di mercatizzare le imprese della salute, in nome delle bellezze del privato, si pensò a tutto, a come era moderno aprire al profitto un settore garantito come quello della salute. Certo non si pensò a come andava tutelata la sicurezza delle persone e dei loro corpi - e come si potevano vincere la paura, la fragilità, la soggezione di chi si ammala.Fu una delle tante rinunce della politica ad essere se stessa, e ad occuparsi davvero, come suo compito precipuo e ragion d'essere, del bene comune. Ora, il caso del Santa Rita ci sbatte in faccia anche questa verità. Che volete che siano, in confronto, un po' di posti "estorti" nelle Asl? Nelle cliniche di Benevento, o di Ceppaloni, finora nessuno è stato fatto fuori per un rimborso in più. Ma sì, lo diciamo con convinzione: viva Mastella!

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