mercoledì 18 giugno 2008

Marinagri non era a rischio

MATERA - «Lo studio sarà disponibile». Così la professoressa Aurelia Sole, direttrice del dipartimento di ingegneria e fisica dell’ambiente (Difa) dell’Università degli studi della Basilicata, dopo una richiesta impellente da parte della stampa locale e di alcuni cittadini, ha dichiarato che metterà a disposizione lo studio sull’onda di piena della diga
di Gannano. A valle della traversa di Gannano sorge ora il megavillaggio di Marinagri. C’era grande attesa sulla presentazione dello studio commissionato dal Consorzio di bonifica di Bradano e Metaponto nel 1996, soprattutto dopo le ultime vicende giudiziarie che hanno interessato il complesso turistico. L’occasione è stata quella della conferenza su “Probabilità di piena, rischio idraulico e sua mitigazione nelle aree pedemontane e costiere” svoltasi nella sala Carlo Levi di palazzo Lanfranchi. E’ stata questa una delle giornate di studio del dottorato
di ricerca in metodi e tecnologie per il monitoraggio ambientale. Ad aprire i lavori, il rettore, Antonio Mario Tamburro che, sollecitato sulla stampa da parte del segretario regionale dei radicali, Maurizio Bolognetti
che chiedeva di visionare la relazione, ha chiarito che non sapeva dell’esistenza di Marinagri. Lui è uno scienziato, come ha ribadito. «Le
università - ha detto - fanno quello che ritengono giusto fare per quello che concerne l’interesse scientifico. Ciò che viene fatto dalle nostre
ricerche deve essere prodotto senza condizionamenti esterni. Non ci chiedete pareri sulle inchieste giudiziarie ». La professoressa Sole, nel suo intervento molto tecnico, ha sinteticamente detto che «l’area interessata
dall’attuale villaggio di Marinagri non era risultata a rischio inondazione
né per eventi artificiali (rottura diga Gannano) né per eventi naturali (piogge eccessive, ecc...). Lo studio - ha continuato - è stato già illustrato
in alcuni convegni internazionali, come in quello della Danimarca e a
Potenza durante la presentazione del programma pilota sul rischio idraulico nella provincia di Potenza». un’enorme responsabilità Gli interventi hanno messo in evidenza come le informazioni storiche sono utili per ricostruire la corretta conoscenza dei territori. Nella perizia
fatta dal geologo Alberto Vavalà, nominato dal pm Luigi De Magistris, dopo l’ordinanza di sequestro della struttura, si legge che «la prima alluvione si verificò il 24 novembre del 1959. A Scanzano e nell’area del
Cavone interessò diverse centinaia di ettari di terreno e l’acqua raggiunse il metro di altezza». Altri casi si verificarono nel 1979. Come dicono
gli esperti ci sono i “tempi di ritorno”. La discussione poi, per deviare l’-
attenzione, si è spostata sulla comunicazione, su come e cosa comunicare e a chi. «Non voglio negare - ha detto la professoressa Sole richiamata in causa per dare maggiori dettagli - il pericolo a valle per effetto della diga del Pertusillo. Lo studio si è concentrato sulla rottura della traversa di Gannano. In fase di piena la capacità di portata sarebbe di 4500 metri cubi al secondo, mentre a valle arriverebbero 1500 metri cubi al secondo, che sono comunque inferiori alla portata massima di 2200.
Iranna De Meo(Quotidiano della Basilicata)

1 commento:

  1. Frammartino!!!....spero adesso sei contento e soddisfatto!!!

    RispondiElimina