martedì 17 giugno 2008

«Così si spartirono la città» Coinvolti nomi eccellenti lucani nell’usura

«Rovinato per 17 mila euro»
Nell'inchiestadella procura di Salerno che assolve De Magistris , sentito anche il pm Montemurro.
di F. AMENDOLARA( Il Quotidiano della Basilicata)
POTENZA - C'è un testimone che è andato a Salerno, siè chiuso nell'ufficio di uno dei magistrati della procura e ha raccontato che «la città di Potenza sarebbe divisa tra quattro personaggi ». Quattro usurai che, secondo lui, si sarebbero “spartiti” il mercato occulto del credito. In realtà, dice il testimone, c'era anche un quinto personaggio. Un altro usuraio. Ma è morto. E' stato ucciso a colpi di lupara. La mappa dell'usura in città, però, non è frutto delle sue ricerche. E' un racconto. E' il racconto che ha raccolto da un imprenditore usurato. Il verbale, che il Quotidiano ha potuto leggere in esclusiva, è nei faldonidell'inchiesta della procura di Salerno sui tentativi di delegittimazione del sostituto procuratore di Catanzaro Luigi De Magistris. Ecco cosa racconta l'usurato al testimone del pubblico ministero Gabriella Nuzzi: «E sì, in pratica se l'erano divisa. C'era Gianfredi, Cannizzaro, Gigino Postiglione, Gigino Tancredi e Giovanni Quaratino». Non sa che qualcuno sta registrando. E si lascia andare. Parla per un'ora. Racconta di quei «17 mila euro», che poi sono diventati «33 mila ». E «se vado a rinegoziare - dice - diventano 60 mila». «Altrimenti?», chiede l'interlocutore. Altrimenti la questione è questa: «O paghi, o devi sapere a che cosa vai incontro dopo». Il pm di Salerno ascolta i testimoni. Poi scrive: «Si pone in evidenza, tra l'altro, quanto emerge dalle dichiarazioni di XXXXXXX, in riferimento al fenomeno dell'usura a Potenza, laddove indica, secondo quanto allo stesso riferito, che la città dal punto di vista dell'usura sarebbe divisa tra quattro personaggi e tra questi quattro indica il dottor Cannizzaro». Dichiara il testimone: «Io registro tutto registro, anche quando questo imprenditore mi dice cose che non c'entravano niente, quando lui mi dice anni fa che era stato vittima di usura, vittima di usura viene indirizzato da un usuraio, lui vuole andare a farsi prestare i soldi da questo Pinuccio Gianfredi, poi gli consigliano un tale Tedesca, che è quello a cui poi Gianfredi avrebbe invece preso la casa per usura. “Non andare da Pinuccio”, gli dice questo qui, “perché lui è legato alla 'ndrangheta, è legato ai siciliani, e poi perché lui è legato a personaggi importanti, è uno che ti strozza, vai da un altro” e lo conduce da Gigino Tancredi. Lui viene messo sotto usura, viene portato allo strozzo, alla fine non ce la fa più, parliamo di metà anni '90, e ad un certo punto lui si decide e va a denunciare. Va a denunciare e dopo una settimana però alcuni personaggi arrivano nel suo ufficio, lo mettono giù di brutto, lo lasciano a terra e lo costringono ad andare a ritirare la denuncia. Lui non aveva detto a nessuno di aver denunciato... Non ne vuol più sapere di giustizia, di denunce, per cui quando io gli presento anche lontanamente la prospettiva di denunciare per l'usura che lui sta subendo, lui neanche lontanamente ci pensa». E allora è il testimone ad andare in procura. Continua il racconto: «Io registro, registro tutto, il mese successivo, ottobre, mi presento un'altra volta alla Dia di Salerno, presento questa cassetta, faccio verbalizzare quello che ho registrato con questo imprenditore. Devo dire che nel mese di dicembre io vengo chiamato dalla Dia per approfondire, adesso non ricordo bene e viene chiamato anche lui insieme a me. Anche questo imprenditore, il quale, con mia sorpresa, conferma tutto, quindi diciamo che è stata inutile la mia registrazione, però conferma tutto. Questa è la vicenda che nel dettaglio mi ha coinvolto di-di- rettamente e che mi ha portato rogne». Ma l'inchiesta del pm Nuzzi ha anche un altro testimone. E' un magistrato e fino a qualche tempo fa lavorava a Potenza, nello stesso ufficio della moglie di Cannizzaro. Quando viene sentito dalla collega di Salerno Vincenzo Montemurro sostiene che gli erano stati consegnati«alcuni documenti riservati ». E in alcuni di questi «vi erano, tra l'altro, espressi riferimenti anche in questo campo, ancora una volta, al dottor Michele Cannizzaro ».

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