
I controlli nelle case di Roma, Catanzaro e Stalettì nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta gestione illecita di fondi pubblici. Al termine il presidente della Regione Calabria ha convocato una giunta straordinaria che disertata dal : ''Sono sereno, emergerà la mia estraneità ai fatti
Perquisizioni sono state effettuate nelle abitazioni del presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero(nella foto), nell'ambito dell'inchiesta Why Not sulla presunta gestione illecita di fondi pubblici. La perquisizioni riguarderebbero le case del governatore a Catanzaro, Roma e Stalettì. Una giunta straordinaria della Regione Calabriaè stata convocata per le 15 dal governatore calabrese. Giunta disertata dallo stesso Loiero. "Stamattina, intorno alle 7, una decina di carabinieri si sono presentati nella mia casa di Roma con un decreto di perquisizione. Contemporaneamente altri militari si sono recati presso la mia abitazione di Catanzaro e negli uffici della Regione Calabria sia a Catanzaro che a Reggio", riferisce Loiero in una nota pubblicata on line sul sito della Regione Calabria. "Solo attraverso il decreto consegnatomi sono venuto a conoscenza di cosa si tratti - prosegue - l'inchiesta Why Not, aperta due anni fa e nella quale, dopo Prodi e Mastella, faccio ingresso anch'io''. ''A parte il trauma di vedere i militari frugare tra le mie cose più intime in maniera generalizzata (hanno preso di tutto senza un mandato o una direttiva precisa), non riesco a perdere la serenità, convinto come sono che emergerà la mia totale estraneità ai fatti che mi vengono contestati - sottolinea - Fatti vaghi: si fa riferimento a presunti finanziamenti che avrei ottenuto durante la campagna elettorale del 2005 in cambio di favori. Ma nel capo d'imputazione di quei favori non c'e' alcuna traccia"."A questo punto però mi auguro fortemente che l'esito della perquisizione, certamente per me positivo, segni l'ultimo passaggio di quest'inchiesta. Infine una riflessione: sono già stato indagato da De Magistris in un'altra inchiesta per la quale lo stesso magistrato mi aveva assicurato in presenza del suo procuratore capo e del mio avvocato che avrebbe chiuso le indagini nel giro di quindici giorni". "In verità la chiusura è avvenuta dopo un anno circa e con la richiesta di rinvio a giudizio - afferma - Lungo questo interminabile arco di tempo sono stato demonizzato da più parti da figure istituzionali ma anche da imputati di omicidio e furfanti vari. Con riflessi inimmaginabili sulla Regione''. ''Quando un giorno, spero non lontano, risulterò anni luce lontano dagli addebiti che mi si attribuiscono, chi mi potrà mai risarcire e chi soprattutto risarcirà la mia difficile regione?'', conclude
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