domenica 24 febbraio 2008

Un passo avanti per il riconoscimento della battaglia NO Oil


La bella manifestazione potentina organizzata dai comitati no-oil e conclusa sotto la Regione Basilicata ci restituiscono la sostanza di una popolazione che ha deciso di non barattare più il proprio territorio con il petrolio.
Proprio nei giorni in cui il petrolio supera i 100 dollari al barile, dalla Basilicata parte una voce contro e di grande dignità che chiede una moratoria sulle nuove estrazioni petrolifere. L’aumento del PIL in questi oltre 12 anni di estrazioni petrolifere in Val d’Agri ha portato la Basilicata fuori dalle Regioni Obiettivo 1, con quale risultato? Che oltre 3mila giovani all’anno abbandonano il territorio lucano, secondo i dati dello SVIMEZ, specie dalle aree interne per cercare lavoro altrove. Non vi è alcuna inversione di tendenza, ma il segno chiaro ed inequivocabile che fino ad ora il petrolio è stato un vero affare solo per le multinazionali delle estrazioni del greggio.
Intanto il Ministero per lo Sviluppo economico, per via della mancata presentazione della Valutazione di Impatto Ambientale, ha di fatto bloccato la concessione relativa a Monte Grosso2, una prima vittoria del movimento NO-OIL che trova nuova linfa proprio dalla manifestazione odierna ricca, colorata e partecipata da molti giovani, dalle donne e dagli uomini dei Comitati, dalla CGIL-FIOM, dai COBAS, dalla Sinistra l’Arcobaleno, dalle Associazioni.
La Regione Basilicata, dopo le brutte figure rimediate nei giorni scorsi sulla vicenda della inesattezza dei dati, farebbe bene ad individuare un nuovo percorso di partecipazione volto alla inclusione delle istanze dei cittadini che non hanno più fiducia nel meccanismo delle roiality. Un nuovo e partecipato piano energetico regionale dovrebbe puntare alla creazione di un meccanismo di autosostentamento energetico dalle energie alternative, vero motore democratico di produzione di energie pulite.
Per riappropriarsi della capacità di programmazione la Regione può agire il percorso, l’unico possibile, della partecipazione democratica, senza del quale, l’ingordigia delle multinazionali continuerà ad egemonizzare anche logica della programmazione fino ad ora dettata dalla necessità di guardare molto poco alle esigenze reali della gente e dei territori.
Gianni Palumbo
Segretario Prov.l PRC/SE

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