Smantellamento ferrovie in Basilicata, i vertici regionali non vedono il disastro
Da
più di sette mesi cerchiamo di portare i vertici regionali a
discutere del problema trasporti e in particolar modo della rete
ferroviaria lucana ed è da più di sette mesi che il presidente
Pittella e il suo assessore ai trasporti, Aldo Berlinguer, declinano
l'invito adducendo ogni volta le scuse più fantasiose e, per certi
versi addirittura vergognose, come nel caso delle ultime scusanti
addotte dell'assessore toscano, che è arrivato ad escludere i fine
settimana come tempo da dedicare al pubblico confronto per motivi di
week end e ritorno a casa:
l'assessore all'ambiente e ai trasporti
della Basilicata, comportandosi come un qualsiasi impiegato che a
fine giornata timbra il cartellino e via, rifiuta di affrontare un
discorso così cruciale per la nostra regione, principalmente perché
non è casa sua.
Invece fra i maggiori esperti nazionali di
ingegneria e logistica dei trasporti come il professor Domenico
Gattuso, parlamentari e senatori che vanno dai 5 Stelle a Forza
Italia, sindacalisti di ogni sindacato, sindaci e vertici di
Trenitalia hanno subito accettato l'invito a sedersi intorno ad un
tavolo di confronto e proposta volto a comprendere se esiste e qual è
la linea politica del governo nazionale e di quello regionale per
questa regione, per affrontare una situazione che altrimenti ci
condannerà sempre più all'isolamento.
Perché il presidente della
regione e l'assessore ai trasporti, con i loro diniego, hanno fatto
saltare questo tavolo? Le recenti inchieste di Potenza, fra gli altri
fatti, hanno fatto emergere la scandalosa celerità della costruzione
e manutenzione di strade quando queste sono utili alle compagnie
petrolifere, mentre assistiamo da anni al decadimento delle nostre
infrastrutture e al vero e proprio smantellamento dei nostri assi
ferroviari e dei treni.
In tutta risposta, mentre si firma a Matera
in pompa magna un patto per il sud che riduce di un terzo (38
miliardi per tutto il sud Italia) la somma iniziale prevista dal
Fondo di Sviluppo e Coesione (inizialmente prevista di 58 miliardi di
euro), l'idea stessa di un sistema di trasporti adeguato e di una
ferrovia al passo con i tempi viene dimenticata e fatta dimenticare:
Pittella non smette di ripetere che i materani la ferrovia se la
possono e se la devono scordare, mentre cala un gelido alone di
silenzio sulla disastrosa situazione infrastrutturale esistente
(Ricordo velocità commerciali sulle tratte Salerno – Potenza
Centrale e Potenza Centrale – Metaponto rispettivamente a 55 km/h
ed a 76 km/h – Bernalda - Nova siri 44 km/h).
E’ del tutto
evidente, infatti, che se non si procede a renderla piu’ moderna,
veloce e comoda, si condanna il sistema ferroviario lucano e della
Basilicata nord-occidentale a non essere vettore competitivo, con un
lento ma inesorabile declino. E’ altrettanto evidente che le azioni
governative in merito alla liberalizzazione senza regole del
trasporto su ferro non avevano solo finalità di aprire un segmento
produttivo sino ad oggi soggetto a monopolio, ma quelle di ridurre il
treno ad un mezzo per pochi eletti, avvantaggiando una concorrenza
nella quale i privati operano solo sulle tratte dove si guadagna,
lasciando alla collettività il costo del servizio sociale che, così
concepito, diventa sempre più difficile garantire con le
ristrettezze dei bilanci e dei finanziamenti. Infatti, già oggi in
varie Regioni d’Italia sono state chiuse linee ferroviarie
regionali, sostituendo i servizi con l’autobus, più economico in
termini di costo diretto ed ampiamente più “caro” per i
cittadini e le collettività in termini sociali e ambientali.
Ma in
via Anzio sembra quasi che nessuno si accorga dello smantellamento in
atto della rete ferroviaria, e intanto si sprecano soldi per
l'acquisto di treni anacronistici (a diesel) in un contesto nazionale
che viaggia ad alta velocità e che ci ha letteralmente segato fuori
dai suoi assi. Noi riteniamo che il problema delle ferrovie e dei
treni sia imprescindibile per lo sviluppo della nostra regione, per
questo (a meno che non si voglia attuare un meticoloso e congeniale
piano di sottosviluppo per queste terre) andiamo avanti, lanciando un
ultimo pubblico appello al presidente e all'assessore Berlinguer.
L'ultima occasione per decidere se continuare a far mettere la testa
sotto la sabbia ai lucani oppure se aprirsi al confronto e alla
proposta democratici. Entro la prima decade di giugno, infatti,
l'incontro si farà in ogni caso, con o senza i vertici politici
regionali, dunque senza i diretti responsabili. Va da sé che a
questo punto la loro presenza o assenza assumerà inevitabilmente un
significato politico. A loro la scelta politica e civile: se aprirsi
al confronto e iniziare un dibattito democratico su questo tema o se
abbandonare il campo e lasciare dunque la creazione di altri blocchi
di opposizione su questi temi e la creazione di altri 4, 5,
cinquecento comitatini che a questo punto dovrebbero sorgere in ogni
paese per ricordare ai nostri governanti che siamo ancora in
democrazia e che i lucani al loro sviluppo non vogliono rinunciarci.
Ivano
Farina - Antico circolo culturale Karakteria
Davide
Mecca – I non pendolari di Basilicata