Letta taglia un'infrastruttura lucana. Servono soldi per la Fiera di Milano
Eugenio Buonanata
Basilicata24.it
Per la maggioranza delle larghe intese la Basilicata non conta
nulla. Il Governo Letta, infatti, due mesi fa ha sbloccato 149 milioni di euro
per l'infrastruttura Schema idrico Bradano-Basento. Ma qualche giorno fa è
ritornato sui suoi passi. Ha sottratto i fondi per finanziare la fiera di
Milano.
E poi la chiamano 'questione meridionale'
L'infrastruttura 'negata' Lo schema idrico Bradano-Basento è
un'infrastruttura che a regime dovrebbe rifornire di acqua 5mila ettari di
campi compresi tra diversi comuni lucani: Palazzo S.Gervasio, Banzi, Genzano e
Irsina. I lavori sono stati approvati con una delibera del Cipe (Comitato
interministeriale per la programmazione economia) nel 2008. Si tratta, inoltre,
di un'opera pubblica inserita nella Programmazione strategica per il
Mezzogiorno. I lavori sono stati appaltati nel giugno del 2012. Eppure il
Governo Letta, negli ultimi due mesi, si è stranamente dimenticato dell'opera
“strategica”. Fino a chiuderne i rubinetti.
Novembre 2013: “Sbloccati 149 milioni” E' il ministro delle
Infrastrutture Maurizio Lupi, lo scorso 6 novembre, a siglare il decreto
interministeriale “con cui si individua, nell'Ente per l'Irrigazione (Eipli),
il nuovo soggetto aggiudicatario dell'intervento 'Schema idrico
Basento-Bradano' - tratto di Acerenza”. Con questo decreto, si legge sul sito
del Ministero alle Infrastrutture, “si sblocca, di fatto, un contributo
pluriennale di 141 milioni”. Si va a “finanziare un'opera strategica nazionale,
i cui lavori, iniziati a maggio di quest'anno, non avevano ricevuto alcun
finanziamento”, e “si scongiura”, inoltre, “l'ipotesi di una sospensione degli
stessi lavori, che avrebbe avuto gravi ripercussioni economiche ed
occupazionali nell'area dell'intervento”. L'opera pubblica “strategica per il
Sud”, quindi, sembrava salva. Se non fosse che la mano destra, spesso, non sa
cosa fa la sinistra.
Il decreto legge 'Destinazione Italia' “taglia” i fondi e li
destina all'Expo 2015 A far filtrare la notizia, nelle scorse ore, è stato
l'onorevole lucano Cosimo Latronico (Fi). A finire sul banco degli imputati è
il decreto legge 'destinazione Italia', approvato lo scorso 13 dicembre dal
Consiglio dei Ministri. Nel testo, ora all'esame delle Commissioni competenti
della Camera, all'articolo 13, si prevede la revoca di “68 milioni” previsti
per lo schema idrico B.-B. Soldi che verrebbero destinati alle infrastrutture
della Fiera Expo 2015. Ora si dovrà capire se nei lavori delle Commissioni e
fino al decreto di conversione, la norma verrà modificata. Nel frattempo, però,
balza agli occhi quanto sia “strategica” la Basilicata per il Governo in
carica.
Togli al Sud e dai a Milano Disattenzioni o piani ben
architettati? Il ministro Lupi a novembre firma un decreto con cui “salva
l'opera pubblica strategica per il Sud” e solo un mese dopo firma insieme agli
altri ministri un altro decreto, che di fatto, vanifica quanto sancito un mese
prima. Un'afasia politica che rischia di procurare danni seri sul territorio.
L'altro aspetto che fa gridare allo scandalo, poi, è la centralità del Sud e
della Basilicata nei piani di Sviluppo strategico nazionale. Quando si è
trattato di aprire il territorio lucano a nuove estrazioni petrolifere, da
Monti passando per Letta, si è pensato ai “superiori” interessi nazionali,
tralasciando le perplessità, legittime, del popolo lucano. Quando ad essere di
interesse strategico, invece, è un'opera pubblica che rifornisce di acqua le
campagne lucane, si può anche fare marcia indietro. Perché in fondo è la fiera
Expo di Milano il 'vero' fiore all'occhiello dell'italianità. Togliere al Sud
per dare al Nord: un refrain vecchio quanto l'Unità d'Italia. E poi la chiamano
'questione meridionale'. Già, ma ad alimentarla, spesso, non è proprio il
Governo centrale?