mercoledì 4 maggio 2016

Basilicata :Sul cancro non si può giocare al balletto dei numeri

 Sui morti di cancro non si scherza. La verità non dobbiamo ricnorrerla come uno spettro che non si acchiappa mai, almeno sui tumori. No questo non si può permettere. Devono desiderarla  l'ENI, il Governo e soprattutto i lucani, anche quelli del PD, senza tifoserie, perchè la morte non guarda in faccia nessuno. E quì di morte si parla. Deve desiderarla anche Marcello Pittella. Quello che ha detto a Matrix non è proprio la verità e questo atteggiamento non ci rassicura. Vogliamo un presidente che non dica che è tutto apposto, ma un presidente che, se è in buona fede affronti e cuole davvero lavorare per la vita e non per la morte, affronti la verità.
Questa è un'agenzia di stampa Andkronos battuta qualche ora prima della trasmissione. Seguono un'inquietante sequela di dati e fatti, pubblicati su Basilicata24 a marzo.
 

Petrolio, medici lucani allarmati per aumento casi cancro

I medici lucani, soprattutto quelli della Val d'Agri e delle aree interessate dalle estrazioni petrolifere, sono allarmati per la salute dei cittadini. La maggioranza rileva, nella propria esperienza sul campo, un aumento delle malattie tumorali tra gli assistiti, che si teme sia legato a fattori ambientali. Ma si tratta di un dato, al momento intuitivo, che dovrà essere scientificamente confermato. Ed è l'obiettivo dello studio sugli abitanti di due comuni della Regione, Viggiano e Grumeto Nova, dove saranno 'arruolati' 200 cittadini (fra i 5 mila dei due Comuni) sui quali saranno fatti rilievi biologici e funzionali.
La ricerca di valutazione dell'impatto sanitario, in partenza, è finanziata dai due Comuni e dal Cnr di Pisa, per un costo complessivo di un milione di euro. "Può sembrare assurdo - spiega all'Adnkronos Salute Giambattista Mele, medico di famiglia di Viggiano e referente dell'Isde, medici per l'ambiente di Potenza, 'anima' del progetto - ma anche se le estrazioni petrolifere in Basilicata sono state avviate da decenni, non disponiamo di dati epidemiologici affidabili sull'impatto ambientale e sanitario".
Gli ultimi 'numeri' sono quelli dell'indagine statistica - e non epidemiologica - realizzata per la Regione Basilicata dall'l’Istituto superiore di sanità su un'area di 20 Comuni (Val d’Agri e Valle del Sauro) nel periodo 2003-2010.
Questa ricerca non indica nessuna relazione diretta tra ambiente e impatto sulla salute ma riferisce, sulla popolazione generale, un "eccesso di mortalità per tumori maligni allo stomaco, per infarto del miocardio, per la malattie del sistema respiratorio nel loro complesso, per le malattie dell’apparato digerente nel loro complesso".
E in più, fra gli uomini emerge un eccesso, nella mortalità generale, "per leucemia linfoide (acuta e cronica), per diabete mellito insulino-dipendente, per malattie del sistema circolatorio nel loro complesso".
I medici lucani, continua Mele, "sono preoccupati. Lamentano l'aumento di malattie tumorali, ma poi non succede nulla. Per questo, all'interno dell'Ordine dei medici di Potenza, nascerà a breve una struttura dedicata alla relazione tra ambiente e salute nella nostra Regione. Un modo per sensibilizzare di più i professionisti sul problema, ma anche per lavorare sull'epidemiologia e capire meglio che cosa sta accadendo in Basilicata, attraverso una fotografia chiara, basata su numeri incontrovertibili", sottolinea.
Lo studio epidemiologico in partenza nei Comuni di Viggiano e Grumeto Nova sarà, quindi, il primo a valutare concretamente la salute degli abitanti in relazione all'ambiente. E i risultati potrebbero essere disponibili entro la fine dell'anno.
"Una volta realizzato il report metteremo i dati concreti a disposizione dei decisori perché possano avere un quadro epidemiologico preciso e possano mettere a punto politiche mirate di tutela della salute pubblica", conclude Mele che sottolinea, però, l'assenza di dati di riferimento comparativi sulla salute dei cittadini prima degli interventi per l'estrazione del petrolio, con le relative conseguenze ambientali.
ANDKRONOS Pubblicato

Il Crob di Rionero è una struttura politica o scientifica?

Annunciati in pompa magna, attesi con ansia ma scritti con i piedi. I dati 2011 del Crob di Rionero sull’andamento dei tumori in Basilicata: le solite tabelle enigmatiche con sigle e numeri difficilmente comprensibili che confermano due cose. Il Crob si rifiuta di allegare la doverosa relazione d’accompagnamento ai dati (come fatto per il periodo 1997/2005 ) nonché oltre all’accreditamento manca ancora un registro istologico e citologico informatizzato, ossia non si conosce l’esatta natura dei tumori ricadenti in Basilicata. Una cosa è certa – secondo la scienza ufficiale la predisposizione genetica ai tumori spiegherebbe solo il 5-10% dei casi.
Gravissime le dichiarazioni di Galasso in audizione. Il 22 gennaio scorso il dottor Rocco Galasso, responsabile del registro tumori, è stato ascoltato in commissione salute, l’organo regionale presieduto dal consigliere Bradascio, colui che disse: “il problema è che in Basilicata si vive troppo a lungo e non che si muore di tumore.” Pesanti i cincischiamenti e le ammissioni di Galasso che afferma in audizione: “ il Crob non ha i mezzi per mappare tutte le neoplasie maligne – non riceviamo le schede di morte da 8 comuni mentre le altre 5mila che raccogliamo le inseriamo a mano, dopo c’è una quantità di schede che controllo personalmente - le persone in Basilicata tendono a fare la diagnosi qui ma il ricovero fuori regione e per motivi di privacy le altre strutture non ci danno le cartelle cliniche – il tumore è legato molto all’età e agli stili di vita, dovrei dire ai colleghi medici: compilate bene le cartelle cliniche con tutti i dati affinché al registro confluiscano tutti i dati utili perché se il fumo provoca il cancro noi non sappiamo quanti dei casi raccolti sono dovuti al fumo. “ Galasso parla di cattivi stili di vita ed ammette che la raccolta dei dati è parziale, incompleta e non traduce la reale situazione epidemiologica dei lucani. Galasso continua dicendo che: “ il registro raccoglie tutte le patologie tumorali tranne quelle tiroidee e ginecologiche ( dimentica le mancate classificazioni tra i vari tipi di emopatie - ndr ), non sono registrate tutte le morfologie ed i comportamenti oncologici ( ossia vengono raccolti parzialmente solo i tumori maligni di comportamento 3 -ndr ), l’Airtum convalida solo i dati ( non è vero perché l’Airtum fornisce il software e gli standard per raccogliere i dati che se fuori parametro non vengono riconosciuti -ndr ). Tenuto conto che il dott. Galasso è un nominato e non un vincitore di concorso per ciò che concerne l’attività relativa al Registro Tumori, che porta avanti dal 2003, quanto possiamo essere sicuri della sua imparzialità se dopo 12 anni di attività epidemiologica ci ritroviamo tra le mani più dubbi che certezze?
Galasso in oltre un’ora di audizione cita solo un politico, Filippo Bubbico. Galasso ricorda da subito che il registro tumori partì con Bubbico, Assessore regionale alla Sanità, citazione dovuta in una spiegazione scientifica altrimenti incomprensibile. Il responsabile del Registro tumori sbaglia a leggere addirittura le sue slide e illustra mezzi e metodiche che il Crob non possiede ancora pienamente, come i registri istologici informatizzati frutto di un progetto ufficialmente non concluso. Galasso confonde sulle diapositive Airtum le provincie sprovviste di registro con le regioni, dicendo che ci sono “regioni prive di registro” ( non vero ci sono provincie prive di registro ma collocate in regioni con registri speciali o per macroaree – ndr ). Galasso dice che il registro lucano è in accreditamento, invece sul sito Airtum è solo in attività. Prosegue affermando: “Il registro conta le persone malate di tumore non i tumori. I miei casi di tumore non sono quelli che vediamo nella nostra vita di tutti i giorni, servirebbero per quello i Drg “( ossia i costi per categoria di diagnosi che la sanità regionale paga per le prestazioni erogate ai lucani che si ricoverano fuori ). Ennesima ammissione dell’inattendibilità del registro lucano.
Per Galasso:”l’ambiente è una moda, il problema sono le resistenze evolutive.” Troppo parziali ed incomplete alcune osservazioni che Galasso allega alle diapositive durante l’audizione, ai limiti del ridicolo. Ricorda che il tumore è legato all’età, vero ma non accenna mai alla consolidata letteratura scientifica che parla dell’incidenza ambientale sullo stesso né proferisce mai parola sull’abbassamento dell’età media dei malati oncologici in Basilicata. I numeri standardizzati del registro hanno uno scarto numerico ancora poco chiaro rispetto ai casi reali. Quando spiega la standardizzazione entra in grande difficoltà. Afferma che:“ ci sono aree a maggiore incidenza come Potenza, il Vulture e l’Alto Bradano, che non è per forza la Val d’Agri ( cosa avrà voluto dire? – ndr ), cita la letteratura scientifica solo per il tumore da tabacco e non per quelli da benzene, diossine, mercurio e metalli pesanti.
Dal tasso d’incidenza al tasso d’indecenza. Galasso continua a cincischiare e superati i 50 minuti d’esposizione gesticola sempre più coniando frasi del tipo: “ che ora è ora “, oppure “la Basilicata è una regione del Sud o del Centro? La Sardegna è più in alto ma è considerata Sud “. In chiusura Galasso abbozza qualche timido accenno alla Sata di Melfi, alla Terra dei Fuochi ed al petrolio in Basilicata per spiegare che è difficile capire la situazione reale, fatto sta che concretamente non si riesce a spiegare il gap d’incidenza tra il Vulture ed il Lagonegrese. Galasso ammette a denti stretti che mappare le situazioni comunali è ad oggi impossibile (per lui? – ndr ).
Galasso proietta slide in cui si citano archivi non ancora funzionanti? E’ il caso dei registri istologici e citologici che anni fa rientrarono in un progetto d’informatizzazione con la Fondazione San Paolo progetto che ufficialmente è rimasto in itinere, proprio come l’accreditamento. I tumori non sono e non saranno ancora referenziati geograficamente, quindi il tumore si registra in base alla residenza del malato e non in base al suo luogo di lavoro. Quanti decessi per tumore si nascondono dietro i referti di mortalità riportanti come causa di decesso l’arresto cardiaco? Perché nessuno dei consiglieri regionali presenti in audizione ha posto a Galasso queste osservazioni?
“In Basilicata abbiamo raggiunto il picco ci stabilizzeremo o diminuiremo” dice Galasso. “Non è necessario essere tra i primi della classe basta essere tra i migliori” dice il direttore, dimenticando che siamo già tra i primi della classe per emigrazione sanitaria, rifiuti speciali prodotti/smaltiti e produzione energetica. Galasso sottolinea “ i rapporti personali con gli ufficiali anagrafe comunali, però 8 comuni non comunicano i dati sulla mortalità al Crob” dati vitali al fine degli standard d’accreditamento. Quali sono questi 8 comuni e perché si rifiutano di duplicare un dato che già mandano alle aziende sanitarie? La mancata comunicazione tra enti pubblici è voluta? Poi chiude dicendo: ”io le tiroidi non le ho perché non me le manda Pisa, però forse abbiamo risolto perché ho un amico lì; per gli standard Airtum mi mancano 50-60 verifiche microscopiche per raggiungere il benchmark”. Se questo è il linguaggio da adoperare per spiegare il registro tumori sarebbe il caso di dedicarsi ad altre tematiche: magari il fantacalcio.
Di Giorgio Santoriello / Basilicata24