mercoledì 6 aprile 2016

Le mani sporche di petrolio , giocando sulla vita dei Lucani

Non vogliamo parlare di Marcello Pittella. Del suo discorso vuoto e bugiardo, arrogante ed
elemosinante insieme. E' inutile sprecare troppe parole sull' epopea penosa, prima ancora che irreale, che ha fatto sui benefici che i lucani hanno tratto dal suo governo e dal governo Renzi. Ha usa parole roboanti, il presidente lucano: "etica", "cultura", "crescita economica", "rabbia del giusto", ha parlato di una classe dirigente lucana, "onore dei cittadini lucani e dell’intero partito", di una regione virtuosa infangata da certa stampa. Ha parlato di infiltrazione dell’ecomafiose che la magistratura deve debellare, continuando a ringhiare, incurante persino degli sguardi e dei chiacchiericci dei suoi colleghi e dei compagni di partito che lo conoscono e sanno cosa ha detto il procuratore nazionale Antimafia:
E' riduttivo parlare di un reato di ecomafie, perché qui non vi sono i tradizionali mafiosi, ma si tratta di CRIMINALITA' ORGANIZZATA su basi IMPRENDITORIALI.
Non parla della Guidi. Si scaglia contro l’ex sindaco di Corleto, della corrente a lui avversa e dimentica anche di citare le intercettazioni che lo vedono protagonista, le responsabilità della Regione e i funzionari regionali indagati. Inutile soffermarsi oltre. Pittella è unesecutore, vive all'ombra di Renzi. Se cade Renzi cade lui, se  Renzi si rialza, lui si rialza e insieme fanno piazza pulita: uno a Roma, l'altro a Potenza.
Bisogna partire, invece, dalle parole di Roberto Speranza, che esordisce col dire "Io sono lucano e turbato e toccato da quanto accaduto".
Sono di tutt'altro tono e caratura.
Certo "parolesolo parole", di cui la minoranza PD ormai ci ha inondato, ma piene di significato.
Bisogna leggerle con attenzione, mettendo per un attimo da parte la rabbia e i pregiudizi, non interrogandosi sulla loro ipocrisia o verità (in questo post non ci interessa questo, Speranza che si accorge solo oggi dell'inquinamento lucano è alquanto inverosimile, ma non ci interessa ora).
Vi chiedo di concentrarci su un altro aspetto: sulla gravità ufficiale delle parole che pronuncia. Bisogna leggerle con serietà, cercando di andare oltre il senso letterale di alcune faccende, che i lucani conoscono bene, per comprendere a fondo la situazione presente. Insomma bisogna fare lo sforzo immaginativo di leggerle come su un libro di storia. Sono parole forti, pronunciate da un'etica politicadebole; sono parole importanticontradditorie... spaesate, che per la loro gravità istituzionale, per certi aspetti, ricordano le stesse parole forti, importanti, contradditorie e spaesate ma dalla debole etica politica dei Socialisti, agli albori del fatidico 1925, il primo anno dell'era fascista:
Dentro quelle indagini ci sono dei dubbi che mi fanno paura come uomo delle istituzioni e come uomo della mia terra…mi riferisco alla vicenda ENI… se fosse vero saremmo difronte ad un vero e proprio disastro ambientale…Qualcosa da non dormici la notte, da sentirsi male come rappresentanti delle istituzioni. Tutti oggi noi dobbiamo chiederci cosa succede, di chi è laresponsabilità, cosa funziona, cosa non funziona […] Quando
un ministro della Repubblica, che dovrebbe essere la controparte delle compagnie petrolifere nel controllo di quei pozzi, poi in realtà ha vicende personali legate a quelle compagnie lì
[…] Si tratta di ripristinare il senso di una politica che ha parole di verità, che alza la testa, che non mette la testa sotto la sabbia, che quando vede cose del genere si interroga, prova a capire cosa accade… non bastano le dimissioni bisogna capire qual E' IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI, A TUTTI I LIVELLI
E' il quadro di un Paese alla deriva, in pieno e pericoloso smarrimento istituzionale: chi decide, chi comanda, in nome di chi, per cosa?
La risposta ad ognuna di queste domande retoriche è sempre la stessa: Matteo Renzi e il giro di poteri che lo ha messo a capo del partito (con un'immensa opera propagandistica) e a capo del governo (con un colpo di mano).
Speranza denuncia poi apertamente un raggiro delle regole istituzionali e politiche che Renzi (il capo del governo), Boschi e Guidi (i due ministeri più importanti e fedeli) avrebbero perpetrato all'insaputa persino del partito: dopo aver incassato il parere negativo dell’intera Commissione Ambiente (dai 5S agli stessi deputati PD) che ne ha impedito l'ingresso nello Sblocca Italia,  i tre avrebbero deciso di inserire, senza alcuna discussione con nessuno del partito, quell’emendamento nel Patto di stabilità.
Sta parlando di qualcosa che va ben al di là del semplice conflitto di interessi, per situarsi in una inquietante zona d'ombra, che vede il Presidente del Consiglio italiano attuare una vera e propria presa del potere di stampo autoritario. Con l'aggravante di aver agito nell'esclusivo interesse delle lobby petrolifere.
E aggiunge Speranza:
“Il problema fra noi è come si decide […] Non possiamo immaginare che la ricostruzione delle regole autorizzative in materia petrolifera si faccia nel cuore di una notte, sostanzialmente contraddicendo una scelta che era stata fatta in maniera consapevole in Commissione ambientale poche settimane prima. Io penso che questo sia il punto di fondo.
Dunque il rpesidente del Consiglio non solo fa passare un emendamento così importante di soppiatto, ma addirittura in contrasto aquanto stabilito dalle norme parlamentari. E certo che è qualcosa che mette paura. Quindi pare levare una reazione:
Per primo ho respinto la provocazione di Di Maio sulla mozione di sfiducia, ma siccome credo nel Pd devo dire che subito dopo ho iniziato a ricevere tante mail e messaggi non di grillini ma di vecchi compagni di strada che mi hanno detto 'siamo al limite, non se ne può più'
 Però, a questo punto, siccome ci stiamo avvinando troppo su quel terreno scivoloso che dalle parole porta ai fatti, si riprende subito:
Il mio obiettivo è convincerli a restare qui e a battersi qui".
Codivide le parole di Cuperlo, cha aveva parlato di 
una concentrazione di potere nelle mani di pochi e di una concezione del potere che asseconda l’intolleranza [...] il germe di una malattia … un partito piegato ad una disciplina di potere  
I maggiori leaders del Partito Democratico, insomma, parlano di una sostanziale presa del potere che le ultime inchieste hanno solo confermato in tutta la sua evidenza. Denunciano, quello che vedono tutti gli italiani, ovvero un l'allevamento e la crescita dentro il PD di un nuovo leviatano, arrogante e pericoloso e troppo generoso nei confronti degli sponsor che al potere lo mantengono.
Lo vedono e lo dicono anche, ma non hanno nessuna intenzione pratica di bloccarlo, nemmeno ora che il voto di sfiducia e unEmiliano dalla Puglia, che presenta le caratteristiche proprie di un'alternativa valida a Renzi e si mostra pronto a virare leggermente a sinistra, quel tanto che basta per ricomporre l'elettorato di centrosinistra, offrono la possibilita al PD di evitare i disegni autoritariRenziani di un Partito della Nazione centrista al governo per il prossimo ventennio. Un pericolo non solo per il PD, di cui ci interessa poco, ma per l'Italia.
In queste condizioni è logico che Renzi possa sfidarli apertamente, e possa sfoderare il meglio della sua bulla autorità con questi Socialisti dall'etica politica debole e dai forti ragionamenti:
Ancora una volta il parlamento potrà portarci a casa, ma non credo succederà neanche stavolta [...] l'unico modo per loro di restare aggrappati ad una poltrona ben pagata è che questa legislatura vada avanti [...] Loro parlano, noi stiamo cambiando l'Italia
 E' logico che Renzi, può andare in televisione nel pieno dello scandalo trivellopoli ed accollarsi, sicuro della mancanza diapprofondimenti e opposizioni in grado di dargli la spallata decisiva, ogni responsabilità ed è conseguenziale che poi possa ripeterlo a più non posso ovunque, anche alla direzione nazionale di ieri, tanto le parole di Speranza, di Cuperlo e degli altri rimangono là, appese ad abbrustolirsi un pò, sotto il fuoco un fuoco di paglia che presto passerà in coda alle pagine dei giornali e poi sarà velocemente dimenticato:
Se è reato sbloccare le opere pubbliche, io sono quello che sta commettendo il reato
Questo è lo scandalo più duro che si trova a vivere il Governo Renzi. Il superamento di questo scoglio e poi quello dei due referendum rappresenterebbero un solco incolmabile per l'italia: quel solco che separa la Democrazia da un sistema autoritario e lobbysta. 
Agli aspetti sopra citati aggiungiamo che Tempa Rossa non è un'opera pubblica, ma un affare privato della Total che vuole succhiare il petrolio lucano ed esportarlo per ricavarne utili privati.
Assumersi tutte le responsabilità di un'operazione democraticamente ed economicamente così grave significa diventare Assoluto (sciolto dai legami che lo legano alle regole che legano tutti gli altri). Significa che il Presidente del Consiglio (lui ama farsi chiamare "premier") concentra effettivamente tutti i poteri, può tutto: 
Sono io, o signori, che levo in quest'Aula l'accusa contro me stesso. Ebbene, dichiaro qui, al cospetto di questa Assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. 
Lo disse, l'ex socialista, Benito Mussolini in quel fatidico 3 gennaio 1925, l'anno del solco verso il primo anno dell'era fascista.
Certo si accollava un omicidio (l'omicidio Matteotti), ma non sono pochi nemmeno i lucani morti di tumore e di inquinamento.
I piddini di oggi si assumono le stesse responsabilità dei socialisti di allora.
Tratto da Karakteria