Intervengono
il Coordinamento Salviamo il Paesaggio del Vulture Alto Bradano e
l’Associazione Intercomunale Lucania sullo sblocca Italia:
“l decidere di non impugnare l’articolo petrolifero della legge
“Sblocca Italia”, da parte della Regione Basilicata, sembra
confermasi sempre più un atto d’obbedienza ad un Governo nazionale
dal cui indirizzo politico non si ha la volontà, e forse la
possibilità, di staccarsi.
L’atto
di “obbedienza”, sembrerebbe quasi di sottomissione, diventa
beffardo nei riguardi della nostra Terra quando il Presidente del
Consiglio dei Ministri impugna la legge regionale 27 gennaio 2015, n.
5 (legge di stabilità regionale 2015) anche dopo che il Presidente
della Regione Basilicata non ha impugnato né il decreto legge
“Sblocca Italia”, né la legge “Sblocca Italia”, né la legge
n. 190/2014 (legge di Stabilità 2015) che ha aggravato la
responsabilità di un Governatore regionale nei riguardi di una
Regione sotto assedio dalle compagnie petrolifere, né ha avuto nulla
da obiettare al decreto attuativo dell’art. 38 quale il decreto
ministeriale 25 marzo 2015. In altre parole, il Presidente della
Regione Basilicata non si permette di intralciare la politica
petrolifera dettata dal Presidente del Consiglio dei Ministri, ma
quest’ultimo può permettersi di “schiaffeggiare” il Presidente
della Regione Basilicata impugnando, dinanzi alla Consulta, la
finanziaria regionale 2015 di cui si solleva l’illegittimità
costituzionale degli artt. 27, 28, 29, 30 e 47.
Tutto
ciò equivale ad indirizzare al Consiglio regionale della Basilicata
il seguente messaggio: secondo il parere del Presidente Renzi, la
Regione Basilicata approva leggi illegittime.
Sempre
più offensivo sembra divenire il ricordo delle parole del Presidente
Renzi, pronunciate a Gussago nel settembre scorso, rispetto alle
quali il Presidente della Regione Basilicata non ha battuto ciglio
pur essendo state parole ingiustificabili per la superficialità,
l’arroganza e la mancanza di rispetto per la nostra Terra: “Quando
io penso che siamo in una crisi energetica che voi tutti conoscete, e
abbiamo un sacco di petrolio in Basilicata o in Sicilia che non
tiriamo su per problemi dei comitati di turno, io dico eh bè, vorrà
dire che perderò qualche voto ma la norma per sbloccare e per tirar
su il petrolio in Basilicata e in Sicilia, creando posti di lavoro in
Basilicata e in Sicilia e consentendo a questo paese di vincere la
sfida energetica, io la norma la faccio, anzi l’ho già fatta. Vada
come deve andare” (https://youtu.be/Zx6b5BU3FkM).
Alle
parole del Presidente Renzi “vada come deve andare” possiamo
certamente constatare che sta andando malissimo per la Regione
Basilicata: procedure di Valutazione d’Impatto Ambientale le cui
competenze divengono ministeriali; emanazione del decreto attuativo
dello “Sblocca Italia” con riferimento allo scellerato art. 38 e
al suo essere così dannoso per la nostra Basilicata nonostante le
tante rassicurazioni della politica regionale; conferma della
illusoria strategia di pianificazione prevista dal Piano dell’Aree,
introdotto dal comma 1bis dell’art. 38, e dal suo non essere
vincolante nel rilascio dei titoli concessori unici dal momento che
le compagnie petrolifere possano procedere nelle loro attività di
sfruttamento senza che l’adozione, quindi l’approvazione del
Piano, sia vincolante. Procede malissimo per le previsioni dettate
dal decreto attuativo D.M. 25.03.2015 secondo cui le Istanze dei
Permessi di ricerca, le Istanze per il rilascio delle Concessioni, i
Permessi di ricerca e le Concessioni già in essere, rilasciate dopo
l’anno 2006, possono essere convertite nel famigerato Titolo
concessorio Unico tanto desiderato dalle lobbies del petrolio che
vedono accorpati i titoli del Permesso di ricerca e della Concessione
in un unico e magico pacchetto concessorio con tanto di “fiocco
regalo” da parte del Ministero dello Sviluppo Economico e del
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
con l’aggiunta di un bigliettino del Presidente Renzi riportante
una frase beffarda: auguri ai “quattro comitatini”.
Tutto
sommato possiamo dire che non c’è niente di nuovo, ma solo
conferme negli atteggiamenti, negli spot pubblicitari, nelle finte
divisioni del partito di Governo e nelle finte arruffate in Consiglio
regionale: il Piano delle Aree è l’ennesimo specchio per le
allodole; il Governo regionale è allergico a qualunque
pianificazione sia in ambito paesaggistico sia per le attività
petrolifere sia per la gestione rifiuti; il Governo regionale
continua a rendersi poco credibile resistendo nel giudizio promosso
dal Presidente Renzi dinanzi alla Corte Costituzionale dopo lo
scadere dei termini per impugnare lo “Sblocca Italia” e la legge
di Stabilità 2015 nella parte in cui ha introdotto modifiche
sostanziali all’art. 38; si continua a chiamare in gioco la riforma
del Titolo V della Costituzione ed infine, si continua a parlare di
dialogo con il Governo evidenziando che il costituirsi nel giudizio
dinanzi alla Consulta non va visto come “un referendum pro o contro
l’attuale governo nazionale”. Per fortuna il referendum è uno
strumento di democrazia diretta e partecipativa nelle mani dei
cittadini e non di una politica che si sta mostrando non all’altezza
delle emergenze che affliggono la nostra Terra e non in grado di
imporsi seriamente a quel tavolo che vede seduto un Governo nazionale
disposto a svendere la Basilicata in nome di una millantata e
demagogica “sfida energetica”. I “quattro comitatini”
guardano a testa alta perché possono dire di non essere
corresponsabili del vergognoso quadro normativo posto in essere da
“quattro irresponsabili”.
Coordinamento
Salviamo il Paesaggio del Vulture Alto Bradano
Associazione Intercomunale Lucania
Associazione Intercomunale Lucania