giovedì 21 maggio 2015

Sblocca Italia: si apre il sipario ad una nuova nauseabonda sceneggiata

 
Intervengono il Coordinamento Salviamo il Paesaggio del Vulture Alto Bradano e l’Associazione Intercomunale Lucania sullo sblocca Italia: “l decidere di non impugnare l’articolo petrolifero della legge “Sblocca Italia”, da parte della Regione Basilicata, sembra confermasi sempre più un atto d’obbedienza ad un Governo nazionale dal cui indirizzo politico non si ha la volontà, e forse la possibilità, di staccarsi.
L’atto di “obbedienza”, sembrerebbe quasi di sottomissione, diventa beffardo nei riguardi della nostra Terra quando il Presidente del Consiglio dei Ministri impugna la legge regionale 27 gennaio 2015, n. 5 (legge di stabilità regionale 2015) anche dopo che il Presidente della Regione Basilicata non ha impugnato né il decreto legge “Sblocca Italia”, né la legge “Sblocca Italia”, né la legge n. 190/2014 (legge di Stabilità 2015) che ha aggravato la responsabilità di un Governatore regionale nei riguardi di una Regione sotto assedio dalle compagnie petrolifere, né ha avuto nulla da obiettare al decreto attuativo dell’art. 38 quale il decreto ministeriale 25 marzo 2015. In altre parole, il Presidente della Regione Basilicata non si permette di intralciare la politica petrolifera dettata dal Presidente del Consiglio dei Ministri, ma quest’ultimo può permettersi di “schiaffeggiare” il Presidente della Regione Basilicata impugnando, dinanzi alla Consulta, la finanziaria regionale 2015 di cui si solleva l’illegittimità costituzionale degli artt. 27, 28, 29, 30 e 47.
Tutto ciò equivale ad indirizzare al Consiglio regionale della Basilicata il seguente messaggio: secondo il parere del Presidente Renzi, la Regione Basilicata approva leggi illegittime.
Sempre più offensivo sembra divenire il ricordo delle parole del Presidente Renzi, pronunciate a Gussago nel settembre scorso, rispetto alle quali il Presidente della Regione Basilicata non ha battuto ciglio pur essendo state parole ingiustificabili per la superficialità, l’arroganza e la mancanza di rispetto per la nostra Terra: “Quando io penso che siamo in una crisi energetica che voi tutti conoscete, e abbiamo un sacco di petrolio in Basilicata o in Sicilia che non tiriamo su per problemi dei comitati di turno, io dico eh bè, vorrà dire che perderò qualche voto ma la norma per sbloccare e per tirar su il petrolio in Basilicata e in Sicilia, creando posti di lavoro in Basilicata e in Sicilia e consentendo a questo paese di vincere la sfida energetica, io la norma la faccio, anzi l’ho già fatta. Vada come deve andare” (https://youtu.be/Zx6b5BU3FkM).
Alle parole del Presidente Renzi “vada come deve andare” possiamo certamente constatare che sta andando malissimo per la Regione Basilicata: procedure di Valutazione d’Impatto Ambientale le cui competenze divengono ministeriali; emanazione del decreto attuativo dello “Sblocca Italia” con riferimento allo scellerato art. 38 e al suo essere così dannoso per la nostra Basilicata nonostante le tante rassicurazioni della politica regionale; conferma della illusoria strategia di pianificazione prevista dal Piano dell’Aree, introdotto dal comma 1bis dell’art. 38, e dal suo non essere vincolante nel rilascio dei titoli concessori unici dal momento che le compagnie petrolifere possano procedere nelle loro attività di sfruttamento senza che l’adozione, quindi l’approvazione del Piano, sia vincolante. Procede malissimo per le previsioni dettate dal decreto attuativo D.M. 25.03.2015 secondo cui le Istanze dei Permessi di ricerca, le Istanze per il rilascio delle Concessioni, i Permessi di ricerca e le Concessioni già in essere, rilasciate dopo l’anno 2006, possono essere convertite nel famigerato Titolo concessorio Unico tanto desiderato dalle lobbies del petrolio che vedono accorpati i titoli del Permesso di ricerca e della Concessione in un unico e magico pacchetto concessorio con tanto di “fiocco regalo” da parte del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con l’aggiunta di un bigliettino del Presidente Renzi riportante una frase beffarda: auguri ai “quattro comitatini”.
Tutto sommato possiamo dire che non c’è niente di nuovo, ma solo conferme negli atteggiamenti, negli spot pubblicitari, nelle finte divisioni del partito di Governo e nelle finte arruffate in Consiglio regionale: il Piano delle Aree è l’ennesimo specchio per le allodole; il Governo regionale è allergico a qualunque pianificazione sia in ambito paesaggistico sia per le attività petrolifere sia per la gestione rifiuti; il Governo regionale continua a rendersi poco credibile resistendo nel giudizio promosso dal Presidente Renzi dinanzi alla Corte Costituzionale dopo lo scadere dei termini per impugnare lo “Sblocca Italia” e la legge di Stabilità 2015 nella parte in cui ha introdotto modifiche sostanziali all’art. 38; si continua a chiamare in gioco la riforma del Titolo V della Costituzione ed infine, si continua a parlare di dialogo con il Governo evidenziando che il costituirsi nel giudizio dinanzi alla Consulta non va visto come “un referendum pro o contro l’attuale governo nazionale”. Per fortuna il referendum è uno strumento di democrazia diretta e partecipativa nelle mani dei cittadini e non di una politica che si sta mostrando non all’altezza delle emergenze che affliggono la nostra Terra e non in grado di imporsi seriamente a quel tavolo che vede seduto un Governo nazionale disposto a svendere la Basilicata in nome di una millantata e demagogica “sfida energetica”. I “quattro comitatini” guardano a testa alta perché possono dire di non essere corresponsabili del vergognoso quadro normativo posto in essere da “quattro irresponsabili”.
Coordinamento Salviamo il Paesaggio del Vulture Alto Bradano
Associazione Intercomunale Lucania