martedì 14 ottobre 2014

Spendopoli ; diamoli ai disoccupati. Proposta per i campetti dell' Avis

Non possiamo non entrare sulla questione dei campetti cosiddetti "dell'Avis", per intenderci quelli dell terzo piano di zona, per il semplice fatto che sono al centro di discussioni e "proposte" che conduciamo da molto tempo all'interno della nostra associazione.
La conferenza stampa di Ottavio Frammartino della scorsa settimana e le repliche dell'assessore Padula e del presidente onorario dell'Avis Angelo Porsia hanno fatto molto discutere la città soprattutto per lo stato di degrado in cui versa il luogo.
Conoscevamo da tempo sia il degrado, sia lo sperpero di soldi pubblici, sia le motivazioni politiche che ci sono dietro. Eravamo anche a conoscenza delle intenzioni dell'assessore Padula di preparare un bando per la gestione dell'area sportiva abbandonata. Intenzioni che avevamo registrato circa 1 anno fa e che abbiamo rivisto durante l'intervista dell'altro giorno su EmmeNews.
Ora noi non sappiamo quanto tempo ci vuole per emanare un bando (non entriamo in questa polemica), nè tanto meno ci interessa sapere l'esito che avranno le denuncie di Frammartino alla corte dei Conti, nelle quali il blogger chiede espressamente che lo sperpero sia risarcito da amministratori e dirigenti comunali. Quello che ci interessa sottolineare è un'altra cosa: il cambiamento di Policoro e il tentativo di provare ogni soluzione per strappare dalla fuga e /o dalla disperazione tanti ragazzi/e e tanti disoccupati/e che (soprav)vivono a fatica in questa città.
A loro (ai disoccupati) non interessa conoscere nei particolari la vicenda degli sprechi e le responsabilità di questo o quel politico, tanto per loro sono tutti uguali, li vedono riempirli di "Si" quando è periodo di elezioni e di "No" subito dopo. Ci sono persone anche nella nostra città che non hanno mai avuto niente da nessuno, che non sono capaci di percorrere quelle vie preferenziali e schiumose che servono per convincere i politici, che sono destinati a fuggire di quì o a consumare la vita nel nulla e la pensione dei genitori ai videopoker, se chi ha le redini della città non si decide di fare qualcosa. Questi  non si fidano dei bandi, hanno partecipato a 100 concorsi, fatto 1000 colloqui, visitato migliaia di bandi e ormai sono convinti che nessun bando è fatto mai veramente per loro: "questi bandi sempre così controrti, sempre così complicati, sempre così pieni di tranelli". Sono quei ragazzi/e e quei padri(madri) di famiglia che non possono formare società o associazioni dall'oggi al domani, non hanno la forza per fondare cooperative e questi bandi solitamente si rivolgono sempre ad associazioni, società o cooperative.
Loro vogliono solo lavorare ed è una volontà piena di bisogno, di passione e di idee. Hanno già bussato a tutte le porte possibili e immaginabili e ad aprirli sono stati solo quelli che avevano un lavoretto in nero. Conoscono meglio di chiunque altro le problematiche sociali di Policoro, perchè le vivono e un gruppetto di loro, dopo averle provate proprio tutte, era finito a bussare anche alle porte della nostra associazione.
Noi abbiamo ascoltato per giorni e giorni i loro problemi, ma soprattutto i loro sogni. Abbiamo recensito con loro tutte le strutture in abbandono della città e le opportunità negate di Policoro. Ci hanno raccontato in riunioni infinite i loro progetti sui campetti dell'Avis e noi abbiamo dato il nostro contributo di idee.
Avevamo deciso di occuparli alla fine. Sì, okkupare i campetti dell'Avis. Andare lì un giorno riempire le ringhiere di striscioni. Metterci a pulire quel luogo. Con loro  ci eravamo messi in contatto con associazioni della Capitale che avevano fatto lo stesso per strutture abbandonate di Roma. Avevamo chiesto aiuto e consigli ai legali i quelle associazioni. Eravamo quasi pronti, se non che alla conta dei fatti eravamo sempre troppo pochi, sempre deboli e anche incerti, perchè nè noi, nè loro abbiamo mai occupato niente, mai fatto niente di illegale.
Questo gruppetto di persone, fra le quali anche qualche padre di famiglia veramente esasperato dalla disoccupazione e dall'abbandono da parte della politica e della società policorese, voleva occupare i campetti dell'Avis per dire alla città e all'amministrazione qualche semplice parola: "In attesa che voi facciate questo benedetto bando, noi mettiamo apposto tutta l'area con la nostra fatica e nient'altro, lavorando giorno e notte. Apriamo le strutture sportive gratuitamente tutti i pomeriggi per i ragazzini e guadagnamo solo con un chioschetto e organizzando tornei. Apriamo la struttura di sera, organizzando anche eventi, concertini, la manteniamo viva. Vogliamo svolgere un ruolo sociale e lavorare modestamente per vivere in questa città"
"E si...ma con le licenze per il chioschetto come si fa? E gli allacci di acqua e luce? E il resto?"
"Si fa, si fa! A Roma fanno così, così e così...Anche a Taranto, anzi lì fanno così e così"
"Ma qui ci maciullano in un giorno...qui ASL, forze dell'ordine, l'amministrazione, ci cacciano subito, guadagnamo solo denunce e l'odio della città"
"Ma che c. dici? E che dobbiamo fare allora? Morire di fame? Andarcene? E dove vado io con due figli? Almeno qui ho una casa dove dormire e un piatto di pasta al giorno!... Quello lì come sta? Non è tutto abusivo e si è fatto i milioni a mare? E quell'altro che sta là e non ha mai pagato l'affitto? Perchè coso là...ha qualcosa a norma igienica forse?"
"Loro possono farlo! A noi ci rompono il culo!... Non si può fare...non si può fare..."
Questi sono stati i ragionamenti fatti in tante riunioni nella nostra associazione. Era arrivato un grupetto di disoccupati e ci aveva coinvolto nella  loro passione e a fare questi ragionamenti.
Per quei campetti sono stati spesi più di 100mila euro qualche anno fa, per non essere mai aperti e versare oggi in uno stato di degrado peggiore di prima. Frammartino sta per inviare una denuncia alla Corte dei Conti. Non è vero, e tutti lo sanno, che queste denuncie non portano a niente. La Corte dei Conti è oberata di lavoro, è lento l'iter, ma prima o poi la sentenza arriva.
Il rischio ora qual è? Che fra qualche tempo esca questo benedetto bando che consegnerà i campetti a qualche solita associazione, società o cooperativa e che le denuncie alla Corte dei Conti condanneranno qualcuno a risarcire di tasca propria i danni arrecati alla comunità. 
Noi non sappiamo che bando stiano pensando all'assessorato allo sport, ormai da più di un anno. L'unica certezza è che o all'interno del bando oppure con soldi pubblici bisognerà aggiustare le strutture. Il rischio è che in queste condizioni il bando sarà accessibile solo a chi può spendere per aggiustare o spendere per fittare. E come si farà ad offrire un servizio gratuito ai bambini e ai ragazzini che a Policoro per giocare a pallone ormai devono pagare ovunque?
Ci auguriamo che il bando sia fatto per loro (i disoccupati) e non per gli altri (i soliti perenni occupati e cacciatori di lucro ovunque), nè riteniamo sbagliato che finalmente un tribunale si occupi di risarcire le comunità, solo ci chiediamo: nell'eventualità che si realizzi il "rischio" che abbiamo detto sopra, pur nell'osservanza della piena della legalità, chi ne gioverebbe veramente? Temiamo nessuno, o meglio qualche solito qualcuno.
I disoccupati sono pronti ad aggiustare quei campetti gratis e a far giocare i ragazzi gratis, con buona pace di tutti. Se l'amministrazione vuole, può. In attesa di un bando che contempli soprattutto loro.
Tratto da Karakteria