lunedì 3 marzo 2014

Marcello Pittella, la rivoluzione fasulla e il popolo fesso


di Michele Finizio
 Pittella è un bluff. La rivoluzione è un’altra cosa. E’ rovesciare il sistema creandone un altro. La rivoluzione è chiudere gli enti inutili, scaraventare nel nulla quelli che non funzionano. Mandare a casa i dirigenti incapaci. La rivoluzione è chiudere ogni rapporto con Tecnoparco, pretendere trasparenza nella gestione dell’affare rifiuti in ogni luogo della Basilicata. Rivoluzione è nominare dirigenti regionali che non abbiano già dimostrato di essere incapaci. Rivoluzione è avere un programma politico e di sviluppo chiaro e misurabile. Rivoluzione è prendere dalle palle le compagnie petrolifere e costringerle a rispettare le leggi, costringerle a patti dignitosi col territorio. Rivoluzione è capacità di dare identità allo sviluppo del proprio territorio. Rivoluzione è incendiare la passione per la fiducia nella gente, innescare bombe di ottimismo. La Rivoluzione è non avere interessi nelle imprese che gestiscono rifiuti, in quelle che fanno falsa formazione. La Rivoluzione è togliere la mani dall’economia e dalla libera partecipazione al mercato. La Rivoluzione è non pretendere di gestire le risorse della Ue in base ai propri interessi elettorali. La Rivoluzione è essere onesti in questa regione di disonesti. Lei questa rivoluzione non la sta facendo. Le chiacchiere si, quelle ne fa molte. Caro presidente Pittella, nulla è più mortificante di una politica che arriva di fronte al futuro senza alcuna idea di come attraversarlo. Lei è di fronte al futuro, ma pretende di attraversarlo con i mezzi e le idee prestate da altri. Nella storia politica e sociale della Basilicata non si è mai vista tanta demagogia, mai visto tanto spargimento di incenso, quanto negli ultimi mesi. Pittella, forse lei non sa che “rivoluzione” significa “rovesciamento radicale di un ordine 

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