Al
Sen. Silvio Berlusconi
Senato
della Repubblica
Piazza
Madama
00186 ROMA
Caro
Silvio,
ho letto dai giornali della Tua
condanna e della Tua intenzione di richiedere l’affidamento al
servizio
sociale.
Temo
che la Tua istanza non potrà essere accolta in quanto ai sensi del 3° comma
dell’art. 47 dell’ordinamento penitenziario il condannato può essere affidato
al servizio sociale quando, dopo la commissione del reato, abbia serbato un
comportamento tale da poter ritenere che la misura possa contribuire alla
rieducazione del reo e assicuri la prevenzione del pericolo che egli commetta
altri reati.
Le
circostanze ora richiamate, indispensabili per il provvedimento favorevole, non
si sono di sicuro verificate avendo Tu contestato la decisione e più volte
criticato se non oltraggiato i numerosi giudici che, pur appartenendo a diverse
correnti, nei vari gradi hanno pronunciato il verdetto.
Così
stando le cose, i giudici di Milano probabilmente non accoglieranno, e ciò
anche con mio sommo dispiacere, l’istanza presentata dal prof. Coppi.
Ti
propongo quindi una soluzione alternativa.
Io
sono cittadino italiano anche se sono nato ad Addis Abeba da madre etiope e
padre italiano. Mio padre era cittadino di Roccanova. Questo piccolo Comune si
trova a pochi chilometri da Aliano ove, come Ti è noto, fu confinato il medico,
scrittore e pittore Carlo Levi. Costui, suo malgrado, dovette trascorrere
alcuni mesi in quel piccolo Comune. E tuttavia si affezionò ai contadini lucani
che lo avevano accolto con grande rispetto e con grande amicizia. Egli ricambiò
l’amicizia e descrisse con ironia e sarcasmo l’operato di coloro i quali
avevano disposto il confino e dei servitori che effettuavano il controllo. Sta
di fatto che il libro di Carlo Levi è stato tradotto in 37 lingue e letto in
tutto il mondo. I quattro continenti, quindi, hanno conoscenza del misfatto
commesso dal regime quando perseguitò un innocente o comunque una persona che
si batteva per la libertà.
Ti propongo, allora, in
caso di rigetto dell’istanza di affidamento al servizio sociale, di richiedere,
al Tribunale di Sorveglianza, l’autorizzazione a fissare, come luogo per la
detenzione domiciliare, il Comune di Aliano. Troverai amicizia, rispetto e
ospitalità. E anche Tu potrai passare alla storia come il secondo italiano che,
per difendere la libertà, è stato confinato ad Aliano.
Fammi sapere cosa ne pensi
perchè se sei interessato potrò suggerirTi le modalità per il soggiorno anche
in considerazione del fatto che sarai sicuramente accompagnato da Francesca.
Un caro saluto da Ottavio.