giovedì 31 ottobre 2013

Silvio Berlusconi faccia come Carlo Levi

Al Sen. Silvio Berlusconi
                                                           Senato della Repubblica
                                                           Piazza Madama
                                                           00186  ROMA

                                                          

          Caro Silvio,
ho letto dai giornali della Tua condanna e della Tua intenzione di richiedere l’affidamento al
servizio sociale.
          Temo che la Tua istanza non potrà essere accolta in quanto ai sensi del 3° comma dell’art. 47 dell’ordinamento penitenziario il condannato può essere affidato al servizio sociale quando, dopo la commissione del reato, abbia serbato un comportamento tale da poter ritenere che la misura possa contribuire alla rieducazione del reo e assicuri la prevenzione del pericolo che egli commetta altri reati.
          Le circostanze ora richiamate, indispensabili per il provvedimento favorevole, non si sono di sicuro verificate avendo Tu contestato la decisione e più volte criticato se non oltraggiato i numerosi giudici che, pur appartenendo a diverse correnti, nei vari gradi hanno pronunciato il verdetto.
          Così stando le cose, i giudici di Milano probabilmente non accoglieranno, e ciò anche con mio sommo dispiacere, l’istanza presentata dal prof. Coppi.
          Ti propongo quindi una soluzione alternativa.
          Io sono cittadino italiano anche se sono nato ad Addis Abeba da madre etiope e padre italiano. Mio padre era cittadino di Roccanova. Questo piccolo Comune si trova a pochi chilometri da Aliano ove, come Ti è noto, fu confinato il medico, scrittore e pittore Carlo Levi. Costui, suo malgrado, dovette trascorrere alcuni mesi in quel piccolo Comune. E tuttavia si affezionò ai contadini lucani che lo avevano accolto con grande rispetto e con grande amicizia. Egli ricambiò l’amicizia e descrisse con ironia e sarcasmo l’operato di coloro i quali avevano disposto il confino e dei servitori che effettuavano il controllo. Sta di fatto che il libro di Carlo Levi è stato tradotto in 37 lingue e letto in tutto il mondo. I quattro continenti, quindi, hanno conoscenza del misfatto commesso dal regime quando perseguitò un innocente o comunque una persona che si batteva per la libertà.
Ti propongo, allora, in caso di rigetto dell’istanza di affidamento al servizio sociale, di richiedere, al Tribunale di Sorveglianza, l’autorizzazione a fissare, come luogo per la detenzione domiciliare, il Comune di Aliano. Troverai amicizia, rispetto e ospitalità. E anche Tu potrai passare alla storia come il secondo italiano che, per difendere la libertà, è stato confinato ad Aliano.
Fammi sapere cosa ne pensi perchè se sei interessato potrò suggerirTi le modalità per il soggiorno anche in considerazione del fatto che sarai sicuramente accompagnato da Francesca.

Un caro saluto da Ottavio.