In onore di Giovanni Bellino, Pasquale
Cospito, Andrea Cosentino, Fortunato Giannuzzi, Pasquale Martello, Antonio
Serio.
Un
argomento di cui si nutrono le invettive dell’antipolitica è rappresentato dall’uso
del
danaro pubblico per il finanziamento dei partiti.
L’argomento
non è nuovo. E’ caso mai nuova la portata del fenomeno, mentre alcuni si
chiedono se le relative erogazioni siano indispensabili per la democrazia.
Rispondo che non lo è.
Ho
svolto, nella mia vita, per periodi non brevi, intensa attività politica, anche
come funzionario prima di dedicarmi alla professione di avvocato.
A
Nova Siri negli anni ’60 sono stato consigliere comunale e segretario di
sezione del P.C.I.. Mi raccontarono allora i compagni che intorno al 1954 avevano
assunto in locazione un locale per svolgere attività politica. Il relativo
canone veniva sostenuto dai contributi mensili che gli iscritti versavano. Ma
in un inverno vi fu un periodo di lunga disoccupazione per cui si era
accumulata una non trascurabile morosità con il rischio di uno sfratto. Un
gruppo di compagni, Giovanni Bellino che oggi non c’è più, Pasquale Cospito ed
altri né vollero arrendersi né vollero esporsi ad una brutta figura. Si
recarono dal proprietario che era un imprenditore agricolo e gli proposero, a scomputo,
la prestazione di alcune giornate di lavoro. Il locatore accettò. I compagni,
quindi, provvidero a zappargli un campo di fave e il debito fu pagato.
Altro
gradito ricordo riguarda la sezione del P.C.I. di Policoro. Alla fine degli
anni ’50 il barone Berlingieri decise di vendere le casette in cui avevano
vissuto i braccianti suoi dipendenti prima che fosse espropriato del vasto
feudo.
I
dirigenti sezionali del tempo tra i quali ho conosciuto Andrea Cosentino, Fortunato
Giannuzzi, Pasquale Martello e Antonio Serio decisero di acquistare una di
quelle casette dalla superficie di 40-50 metri quadrati .
Per pagarla organizzarono, per diversi anni, la sottoscrizione per la raccolta
dei fondi per il partito. Il territorio di Policoro a quell’epoca veniva coltivato
a grano. I compagni, quindi, nel periodo della mietitura-trebbiatura visitavano
tutti i poderi raccogliendo secchi di grano che i contadini, anche non
comunisti, senza alcuna difficoltà offrivano. Nel volgere di alcuni anni il
prezzo di acquisto fu interamente pagato.
Successivamente
altri comunisti hanno demolito quella casetta ricostruendola ed elevandola per
tre piani. Il piccolo edificio è oggi del P.D. .
Diversa
fu l’esperienza dei democristiani. Come è noto il feudo di Berlingieri fu
espropriato e l’appoderamento per l’assegnazione dei terreni ai coltivatori fu
gestito dall’Ente di Riforma che costruì anche alcuni edifici per
l’espletamento di vari servizi. Locali furono assegnati o concessi al Comune
istituito nel 1959, ai carabinieri, alle poste e altri. Nel corso principale un
locale fu concesso alla D.C. con canone simbolico sul cui pagamento, in verità,
non vi è mai stata certezza.
Non
mancò mai l’iniziativa del P.C.I. nel denunciare quell’atto non lecito.
Oggi
il P.C.I. non c’è più. Il locale, però, è passato di mano a P.D.S. e D.S..
Non
c’è più neppure la D.C ..
Ma il locale da sempre occupato non è mai stato restituito.
Il
P.D., che si compone di eredi del P.C.I. e della D.C., occupa ora tutte e due
le sedi.
Così
ricostruita la vicenda desidero oggi onorare la memoria di Giovanni Bellino,
Andrea Cosentino, Fortunato Giannuzzi, Pasquale Martello e Antonio Serio e di
tutti quei compagni che con loro hanno collaborato e che non sono più tra noi.
Onore a Pasquale Cospito con l’augurio di lunga vita.
Intendo
poi richiedere un atto di giustizia.
L’ente
regionale ALSIA ha ereditato i beni dell’Ente di Riforma. Del locale affidato
decenni or sono alla D.C. che cosa ne è stato? E’ stato venduto? E se non è
stato venduto ed è ancora di proprietà pubblica, viene pagato un canone di
locazione? E se è ancora di proprietà pubblica, non sarebbe giunto il momento
di porre fine ad un generoso quanto indebito utilizzo?
Mi
aspetto dagli organi pubblici un atto di giustizia.
Mi
aspetto dalla componente P.D. a livello regionale un comportamento coerente: la
legalità va rivendicata quando si è all’opposizione; va praticata quando si
regge il governo della cosa pubblica.
Vincenzo
Montagna
già
consigliere regionale del P.C.I.