giovedì 25 aprile 2013

Regione Basilicata la grande coalizione del Magna Magna. de Filippo prima fa la nuova giunta poi se ne vergogna e si dimette.

 prima della grande coalizione Nazionale  in basilicata , l'inesistente opposizione della destra ,
la grande coalizione magna magnaPD.Viti, IDV Mastrosimone, PDl Pagliuca
da tempo aveva fatto la grande  coalizione del magna magna , rubavano e sperperavano i nostri soldi in modo bipartisan. De Filippo invece prima nomina la nuova giunta così composta :

Maurizio Marcello Pittella  , Nicola Benedetto  ; Luca Braia ; Roberto Falotico  ; Attilio Martorano  ; Enrico Mazzeo Cicchetti . Poi se ne vergogna e si dimette , l'unica cosa sensata da parte sua oltre le dimissioni è quando dice ; "che l'indagine sui rimborsi illecitamente percepiti "deturpa l'immagine della Basilicata, con ipotesi forse non penalmente gravi, ma umanamente odiose" Infatti su questo condividiamo le parole del presidente uscente , Rubberia Odiosa  , un insulto alle persone perbene che ogni giorno tirano la carretta con immani sacrifici per potarsi un tozzo di pane a casa e assicurare una vita decente ai propri figli.
L’operazione giudiziaria, avviata ad ottobre 2012 con il sequestro di una serie di documenti  prelevati dal Consiglio Regionale e riferiti al 2010 e al 2011, a cavallo tra le due legislature guidate dal presidente De Flilippo, è stata condotta in modo congiunto da Guardia di Finanza, Carabinieri e Squadra Mobile, su ordine della Procura della Repubblica di Potenza. Le persone coinvolte dovranno rispondere sull’uso illecito di rimborsi utilizzati per spese di vitto, per trasferte e missioni.
E’ “uno scenario di diffusa illegalità”, spiega il procuratore Triassi, quello che emerge dall’inchiesta sui rimborsi illeciti percepiti da assessori e consiglieri della Regione Basilicata, preannunciando “certamente” altri indagati e “possibili evoluzioni” di un’inchiesta partita dal sequestro di un’ingente documentazione presso gli uffici regionali nello scorso ottobre. Una volta analizzato il materiale, l’attenzione degli inquirenti si è soffermata su situazioni evidentemente meritevoli di verifiche e approfondimenti. 
C'é l'esperto nelle fatture gonfiate, il "mago" delle correzioni degli scontrini e, in modo "bipartisan", consiglieri regionali con il dono dell'ubiquità (che riuscivano a cenare in più punti della Penisola), con il parquet da rifare, o che chiedevano rimborsi per l'acquisto dei grissini e salumi, delle "Vivident", dei cd musicali, o con la "cresta" sugli stipendi dei collaboratori. Non sono grandi cifre quelle rilevate dalla Procura della Repubblica di Potenza, nell'inchiesta coordinata dal procuratore Laura Triassi sui rimborsi ai consiglieri regionali: si tratta di percezioni indebite che vanno da poco meno di ottomila a circa 26 mila euro per ognuno dei 16 indagati, tra cui due assessori regionali - Rosa Mastrosimone (Idv) e Vincenzo Viti (Pd) - e il capogruppo del Pdl, Nicola Pagliuca, attualmente ai domiciliari. Il gip, Luigi Spina, definisce però "imbarazzante" il quadro che emerge dai controlli svolti tra il 2010 e il 2011. Il giudice, nell'ordinanza, "con profonda amarezza", lascia comprendere che scontrini e fatture dipingono uno scenario "fantasioso". Come "minimo comun denominatore" c'é il capitolo sui rimborsi chilometrici, falsi o gonfiati, sulle ricevute di pasti o "missioni" nella Capitale, rimborsate e mai fatte. E poi, tra le "gesta" individuali, ognuno ha una sua peculiarità.

’assessore Vincenzo Viti avrebbe speso, nel 2011, 25133 euro per la ristorazione, 68 euro per ogni giorno dell’anno, festivitè e vacanze comprese. Sempre due anni fa, alla voce “materiali di consumo”, lo stesso Viti presentò una richiesta di rimborso da 7.288 euro, identica cifra contabilizzata nel 2010. Ma tra i rimborsi è finito ben altro: la sostituzione degli pneumatici, spese per viaggi e vacanze, accompagnati da parenti (più o meno stretti), persino la posa del parquet di casa e spese sostenute per la cresima di un nipote.
Dalle indagini e dagli elementi acquisiti sono emersi anche casi di alterazione di scontrini e ricevute: a piccole somme veniva anteposto un altro numero per moltiplicare di molte volte l’importo totale. In generale gli indagati si sono fatti rimborsare spese di ristorazione, anche non direttamente proprie, viaggi anche non fatti, consulenze non vere, lavori nelle loro case. Vi sono anche episodi di doppia presentazione delle ricevute a distanza di tempo.
Ma è ancora Vincenzo Viti, accusato di essersi appropriato illecitamente di oltre 18 mila euro, a essere definito dal gip di Potenza Luigi Spina “un vero ‘specialista’ nell’allegazione di spese di ristorazione, e non solo, assolutamente non sostenute”. Agli atti, contro di lui numerose ricevute di ristoranti “gonfiate” scrivendo un numero davanti al conto: da 23 a 230 euro, da 86 a 386, da 92 a 292. Viti, tra l’altro deputato Dc per tre legislature alla Camera, ha agito in concorso con Ascanio Emanuele Turco, suo cugino “nonché consulente-commercialista”. Diverse fatture riconducono proprio ad acquisti di cancelleria fatti proprio da Turco in Puglia.
Viti ha anche attuato un “maldestro tentativo di alterare e deviare il percorso investigativo”, “coperto” da un ristoratore di Matera che, quando gli investigatori hanno cercato i documenti originali delle spese messe a rimborso, ha detto di non averli perché il magazzino si era allagato il 20 gennaio 2012. Ma la denuncia dell’allagamento era stata presentata dieci mesi dopo, il 17 novembre 2012, “ossia due giorni dopo la richiesta di esibizione”.
“Imbarazzante”, secondo quanto scrivono i giudici, “è risultata l’ubiquità” di Rosa Mastrosimone (che si sarebbe “appropriata” di 12.193 euro in totale): in un solo giorno avrebbe ad esempio chiesto rimborsi per spese sostenute a Potenza, Roma e Matera. Ci sono poi pranzi consumati nello stesso momento in posti distanti centinaia di chilometri, e rimborsi per “un elevato numero di pasti” che il gestore del ristorante ha poi dichiarato di non aver mai servito. Senza contare i rimborsi per i viaggi dei collaboratori (che questi dichiarano di non aver mai fatto), l’acquisto di salumi in un autogrill del Lazio (25,88 euro), di “Caramelle Vivident” e sigarette “Ms Club slim” (9,30 euro), grissini (3,80) e pane, un “Bed and breakfast” per la figlia a Roma, e pasti di Capodanno e Santo Stefano.
Nicola Pagliuca, invece, (“titolare” di un’appropriazione da 18.022 euro) ha chiesto il rimborso per due cd musicali acquistati in un autogrill (32,80 euro), con una lunga lista di “1″ aggiunti davanti all’importo reale di ogni fattura e una lista, altrettanto lunga, di rimborsi per viaggi giustificati come “incontri in Regione Lazio” in realtà mai avvenuti. A tutto ciò si aggiunge uno scontrino di 130 euro spesi in una pasticceria il giorno del suo compleanno, e un “fantomatico Hotel Saurus di Matera”, secondo gli investigatori, in cui il consigliere regionale avrebbe pernottato, ma che nella città dei Sassi non esisterebbe (è ad Altamura, ma Pagliuca non vi avrebbe mai soggiornato).
Il gip Spina evidenzia il “vario e diversificato ‘catalogo’” degli illeciti (vi è chi ha chiesto rimborsi per “ricevute fiscali per consumazioni alle quali era stato applicato uno ‘sconto camionisti’”). E spiega che persone con “trattamenti retributivi più che dignitosi” hanno attuato una “speculazione illecita, sempre e comunque, riferita anche a spese banali e irrisorie, giungendo in qualche caso a livelli eticamente imbarazzanti”.
Dalle informazioni rese da un funzionario regionale, il gip trae spunto per dire che “fino ad oggi nessun correttivo è stato adoperato a tutt’oggi nessuna procedura di controllo, interno o esterno, è stata attivata”. Oltretutto, i controlli, allo stato, “non sono in grado di impedire, neanche per il futuro, condotte analoghe”.