prima della grande
coalizione Nazionale in basilicata , l'inesistente opposizione della destra ,
da tempo aveva fatto la grande coalizione del magna magna , rubavano e
sperperavano i nostri soldi in modo bipartisan. De Filippo invece prima nomina
la nuova giunta così composta :
la grande coalizione magna magnaPD.Viti, IDV Mastrosimone, PDl Pagliuca |
Maurizio Marcello Pittella , Nicola Benedetto ;
Luca Braia ; Roberto Falotico ; Attilio Martorano ; Enrico Mazzeo
Cicchetti . Poi se ne vergogna e si dimette , l'unica cosa sensata da parte sua
oltre le dimissioni è quando dice ; "che l'indagine sui rimborsi
illecitamente percepiti "deturpa l'immagine della Basilicata, con ipotesi
forse non penalmente gravi, ma umanamente odiose" Infatti su questo
condividiamo le parole del presidente uscente , Rubberia Odiosa , un
insulto alle persone perbene che ogni giorno tirano la carretta con immani
sacrifici per potarsi un tozzo di pane a casa e assicurare una vita decente ai
propri figli.
L’operazione giudiziaria, avviata ad ottobre
2012 con il sequestro di una serie di documenti prelevati dal Consiglio
Regionale e riferiti al 2010 e al 2011, a cavallo tra le due legislature
guidate dal presidente De Flilippo, è stata condotta in modo congiunto da
Guardia di Finanza, Carabinieri e Squadra Mobile, su ordine della Procura della
Repubblica di Potenza. Le persone coinvolte dovranno rispondere sull’uso
illecito di rimborsi utilizzati per spese di vitto, per trasferte e missioni.
E’ “uno scenario di diffusa illegalità”, spiega
il procuratore Triassi, quello che emerge dall’inchiesta sui rimborsi illeciti
percepiti da assessori e consiglieri della Regione Basilicata, preannunciando
“certamente” altri indagati e “possibili evoluzioni” di un’inchiesta partita
dal sequestro di un’ingente documentazione presso gli uffici regionali nello
scorso ottobre. Una volta analizzato il materiale, l’attenzione degli
inquirenti si è soffermata su situazioni evidentemente meritevoli di verifiche
e approfondimenti.
C'é l'esperto nelle fatture gonfiate, il
"mago" delle correzioni degli scontrini e, in modo
"bipartisan", consiglieri regionali con il dono dell'ubiquità (che
riuscivano a cenare in più punti della Penisola), con il parquet da rifare, o
che chiedevano rimborsi per l'acquisto dei grissini e salumi, delle
"Vivident", dei cd musicali, o con la "cresta" sugli stipendi
dei collaboratori. Non sono grandi cifre quelle rilevate
dalla Procura della Repubblica di Potenza, nell'inchiesta coordinata dal
procuratore Laura Triassi sui rimborsi ai consiglieri regionali: si tratta di percezioni indebite che
vanno da poco meno di ottomila a circa 26 mila euro per ognuno dei 16 indagati,
tra cui due assessori regionali - Rosa Mastrosimone (Idv) e Vincenzo Viti (Pd)
- e il capogruppo del Pdl, Nicola Pagliuca, attualmente ai domiciliari. Il gip,
Luigi Spina, definisce però "imbarazzante" il quadro che emerge dai
controlli svolti tra il 2010 e il 2011. Il giudice,
nell'ordinanza, "con profonda amarezza", lascia comprendere che
scontrini e fatture dipingono uno scenario "fantasioso". Come
"minimo comun denominatore" c'é il capitolo sui rimborsi chilometrici,
falsi o gonfiati, sulle ricevute di pasti o "missioni" nella
Capitale, rimborsate e mai fatte. E poi, tra le "gesta" individuali,
ognuno ha una sua peculiarità.
’assessore Vincenzo Viti avrebbe speso, nel 2011, 25133 euro per
la ristorazione, 68 euro per ogni giorno dell’anno, festivitè e vacanze
comprese. Sempre due anni fa, alla voce “materiali di consumo”, lo stesso Viti
presentò una richiesta di rimborso da 7.288 euro, identica cifra contabilizzata
nel 2010. Ma tra i rimborsi è finito ben altro: la sostituzione degli
pneumatici, spese per viaggi e vacanze, accompagnati da parenti (più o meno
stretti), persino la posa del parquet di casa e spese sostenute per la cresima
di un nipote.
Dalle indagini e dagli
elementi acquisiti sono emersi anche casi di alterazione di scontrini e
ricevute: a piccole somme veniva anteposto un altro numero per moltiplicare di
molte volte l’importo totale. In generale gli indagati si sono fatti rimborsare
spese di ristorazione, anche non direttamente proprie, viaggi anche non fatti,
consulenze non vere, lavori nelle loro case. Vi sono anche episodi di doppia
presentazione delle ricevute a distanza di tempo.
Ma è ancora Vincenzo
Viti, accusato di essersi appropriato illecitamente di oltre 18 mila euro, a
essere definito dal gip di Potenza Luigi Spina “un vero ‘specialista’
nell’allegazione di spese di ristorazione, e non solo, assolutamente non
sostenute”. Agli atti, contro di lui numerose ricevute di ristoranti “gonfiate”
scrivendo un numero davanti al conto: da 23 a 230 euro, da 86 a 386, da 92 a
292. Viti, tra l’altro deputato Dc per tre legislature alla Camera, ha agito in
concorso con Ascanio Emanuele Turco, suo cugino “nonché
consulente-commercialista”. Diverse fatture riconducono proprio ad acquisti di
cancelleria fatti proprio da Turco in Puglia.
Viti ha anche attuato un
“maldestro tentativo di alterare e deviare il percorso investigativo”,
“coperto” da un ristoratore di Matera che, quando gli investigatori hanno
cercato i documenti originali delle spese messe a rimborso, ha detto di non
averli perché il magazzino si era allagato il 20 gennaio 2012. Ma la denuncia
dell’allagamento era stata presentata dieci mesi dopo, il 17 novembre 2012,
“ossia due giorni dopo la richiesta di esibizione”.
“Imbarazzante”, secondo
quanto scrivono i giudici, “è risultata l’ubiquità” di Rosa Mastrosimone (che
si sarebbe “appropriata” di 12.193 euro in totale): in un solo giorno avrebbe
ad esempio chiesto rimborsi per spese sostenute a Potenza, Roma e Matera. Ci
sono poi pranzi consumati nello stesso momento in posti distanti centinaia di
chilometri, e rimborsi per “un elevato numero di pasti” che il gestore del
ristorante ha poi dichiarato di non aver mai servito. Senza contare i rimborsi
per i viaggi dei collaboratori (che questi dichiarano di non aver mai fatto),
l’acquisto di salumi in un autogrill del Lazio (25,88 euro), di “Caramelle
Vivident” e sigarette “Ms Club slim” (9,30 euro), grissini (3,80) e pane, un
“Bed and breakfast” per la figlia a Roma, e pasti di Capodanno e Santo Stefano.
Nicola Pagliuca, invece,
(“titolare” di un’appropriazione da 18.022 euro) ha chiesto il rimborso per due
cd musicali acquistati in un autogrill (32,80 euro), con una lunga lista di “1″
aggiunti davanti all’importo reale di ogni fattura e una lista, altrettanto
lunga, di rimborsi per viaggi giustificati come “incontri in Regione Lazio” in
realtà mai avvenuti. A tutto ciò si aggiunge uno scontrino di 130 euro spesi in
una pasticceria il giorno del suo compleanno, e un “fantomatico Hotel Saurus di
Matera”, secondo gli investigatori, in cui il consigliere regionale avrebbe
pernottato, ma che nella città dei Sassi non esisterebbe (è ad Altamura, ma
Pagliuca non vi avrebbe mai soggiornato).
Il gip Spina evidenzia
il “vario e diversificato ‘catalogo’” degli illeciti (vi è chi ha chiesto
rimborsi per “ricevute fiscali per consumazioni alle quali era stato applicato
uno ‘sconto camionisti’”). E spiega che persone con “trattamenti retributivi
più che dignitosi” hanno attuato una “speculazione illecita, sempre e comunque,
riferita anche a spese banali e irrisorie, giungendo in qualche caso a livelli
eticamente imbarazzanti”.
Dalle informazioni rese
da un funzionario regionale, il gip trae spunto per dire che “fino ad oggi
nessun correttivo è stato adoperato a tutt’oggi nessuna procedura di controllo,
interno o esterno, è stata attivata”. Oltretutto, i controlli, allo stato, “non
sono in grado di impedire, neanche per il futuro, condotte analoghe”.