Giuseppe Lopatriello
Condannato 7 anni dalla corte di appello nel processo dei basilischi professa
la sua innocenza con una lettera Pubblica. Nel pubblicarla facciamo anche una
piccola cronistoria su un’inchiesta che è durata tanti anni.
Chi sono i basilischi :
I Basilischi sono una organizzazione criminale nata
nel 1994 a Potenza,
e poi estesasi nel resto della Basilicata.
Questa organizzazione ha assunto un ruolo di controllo delle attività illecite
della Regione.Grazie ad intercettazioni e all'intervento dello Stato, il 22 aprile 1999 tutti i capi di questa organizzazione
sono stati arrestati.Da allora, secondo la procura nazionale antimafia, la
criminalità organizzata delle zone del materano, la Val d'Agri e del Melfese sono controllate da cosche che fanno
capo alla 'Ndrangheta diRosarno.I
Basilischi nascono come una 'ndrina della 'ndrangheta calabrese e da essa dipendono, sono protetti e
aiutati. Ottenuto difatti il nulla osta dalle 'ndrine dei Pesce e Serraino di Rosarno, si formò un
gruppo di malavitosi operante in tutta la Regione con a capo Giovanni Gino
Cosentino. Quella organizzazione ambiva a diventare la quinta mafia del sud
Italia. L'organizzazione venne effettivamente formata da Don Saru dei Mammoliti che nominò come capo-società Renato Martorano[1]. Sembra abbiano
avuto contatti anche con i Morabito« La
corte di appello ha confermato il giudizio di primo grado dove E’ stato
affermato che la prova degli elementi caratterizzanti l’ipotesi criminosa del
416 bis (l’associazione a delinquere di stampo mafioso ndr) può essere ben desunta
con metodologico induttivo in base al rilievo che il clan presenti
tutti, o almeno alcuni, degli indici rivelatori del fenomeno mafioso, quali la
segretezza del vincolo, i rapporti di comparaggio, il rispetto assoluto del vincolo
gerarchico, l’accollo delle spese di giustizia da parte della cosca, il diffuso
clima di omertà come conseguenza e indice rivelatore dell’assoggettamento alla
consorteria». E’ quello che
pensarono allora del clan dei Basilischi
i giudici Daniele Cenci, Ubaldo Perrotta e Gabriella Piantadosi. E’ la sentenza
sulla Quinta mafiadi primo grado oggi confermata in toto in apello , quella dei basilischi. I tre giudici
allora scrissero o quasi 700 pagine di motivazione. I Basilischi «sono un’associazione
di stampo mafioso». E L’allora pubblico ministero Vincenzo Montemurro lo aveva
detto chiudendo la sua I
giudici fanno risalire la fondazione dei Basilischi nel 1994 «quando Giovanni
Luigi Cosentino, soprannominato faccia d’angelo, un pregiudicato molto noto per
le sue passate imprese criminose,
all’interno delle carceri di Potenza e Matera cominciò ad avvicinare altri
detenuti con l’intento di creare una organizzazione che, con l’avallo di alcune
famiglie calabresi, avrebbe dovuto riunire tutte le associazioni criminali che
sino a quel momento avevano operatoin Basilicata». La cosca si affaccia
sulla scena criminale con un’azione eclatante.Secondo i giudici comincia
tutto con l’omicidio dell’agente di polizia Francesco Tammone.
Lettera di Giuseppe Lopatriello
Invito la gente comune, i cittadini tutti, non solo di questa
area geografica
a denunciare eventuali azioni illecitebdal sottoscritto
commesse». E’
quanto afferma Giuseppe Lopatriello, fratello del più noto ex
sindaco di
Policoro Nicola, dopo la conferma in appello della condanna nei
suoi confronti
per associazione a delinquere di stampo mafioso nell’ambito del maxi-processo
basilischi. Lopatriello ha annunciato che da venerdì inizierà ad affiggere per
le strade del suo paese un volantino (vedi foto a destra, ndr) per rivendicare la
sua innocenza. «In un paese democratico un accusatodi associazione (...) da uno sconosciuto pseudo collaboratore di
giustiziaportatore di interessi personali - spiega Lopatriello - non può
esserecondannato senza che ci siano delle prove o dei riscontri alle
sue sciocche
ed infondate affermazioni. Purtroppo in Italia questo accade
troppo spesso, e ciò è molto grave (...) Inpassato avrò pure sbagliato -
prosegue -spesso nel solo tentativo di aiutare il prossimo più debole, ma ho
già pagato, quindi, non è normale una persecuzione di tale tipo dopo anni di duro
lavoro, vita in famiglia, studi e buoni rapporti sociali. Intanto, non tralascerò
nessuna azione consentita in un paese libero, affinché situazioni di questo
tipo non abbiano mai più ad accadere, e aspetto di osservare quanti, troppi,
troppe volte purtroppo, si schierano solo dalla parte dei più forti, pronti a
dare addosso a chi si trova indifeso, in una condizione di estrema
emarginazione sociale