giovedì 27 settembre 2012

La vergognosa spesa della politica Lucana, in 10 anni spesa aumentata del 120%


l dato pubblicato dal quotidiano  dell’abbuffata di soldi pubblici anche da parte del consiglio regionale Lucano è scandaloso.  La  spesa  del consiglio regionale Lucano così come certificato dalla Cgia di Mestre  che è aumentata del 120% passando  da 1.646 milioni di euro del 2000 a 3.622 del 2010 , questi dati assegnano  alla nostra Regione il primo posto   primato che contende con quello del piazzamento per la diffusione della povertà, come si vede sui primati non ci facciamo mancare niente La stessa pronuncia  dello scorso luglio della corte costituzionale che ci assegna l’appellativo  di ente spendaccione  non può passare inosservata , ma quel monito va accolto , e parafrasando Speranza “è arrivato il momento di fare dei tagli seri ai costi della politica così come ebbe a dire l’altro giorno a rete quattro. Difronte questi dati è sorprendente  la risposta furbesca del presidente del consiglio Regionale Follino , l’eminente nostro sovrano ci fa sapere che lui vorrebbe ma non può nulla rispetto alle cifre milionarie di spesa ed invoca l’intervento del governo , ben sapendo che la legge in materia non consente nessuna ingerenza da parte del governo nazionale , un modo per sfuggire alle proprie responsabilità.  Invece da subito la politica lucana deve mettere al centro del dibattito il costo del funzionamento del consiglio regionale   a cominciare dall’organizzazione a finire ai costi vivi della politica che per le dimensioni raggiunte non sono più tollerabili socialmente , specie oggi con una crisi di dimensioni epocale  che giorno per giorno sta erodendo i redditi dei lavoratori e portando verso la povertà migliaia di famiglie Lucane. Follino faccia il serio , lasci le chiacchiere o la speranza che passata la bufera si spengano i riflettori su una vicenda che può avere effetti deflagrando per la politica di Palazzo., si attivi subito per un piano di tagli concreto fatto di numeri nel rispetto non solo etico morale ma anche della sostenibilità sociale , risparmi che devono essere indirizzati a sostegno delle emergenti povertà. Il presidente del consiglio  non si senta leso per questa nostra lettera nella propria sovranità ( come nel caso Ruggiero dove  ci fece sapere di aver trasmesso la missiva dei promotori che chiedevano l’intervento dell’assemblea  per la decadenza dell’ex consigliere alla procura di potenza per lesa maestà) perché noi vigileremo e terremo accesa la fiammella dell’opinione pubblica fino a quando lira su lira non vedremmo un oculato utilizzo dei nostri soldi ,
 Articolo del quotidiano della basilicata sui costi del consiglio regionale

 26/09/2012 DOPO i nuovi scandali sui costi della politica, con il caso della
Regione Lazio che ha contribuito a sollevare i coperchi dai piatti
lasciati sporchi da chi per anni ha mangiato a danno della comunità, si
cerca di correre ai ripari. La politica, di tutti i colori, colpita, mai
come in questo momento, da un grande senso di sfiducia, si appella a un
nuovo senso di rigore. Ma, certo, un taglio con il passato, seppure
dovesse riuscire, non può cancellare i danni delle grandi abbuffate che
ci lasciamo alle spalle, che hanno contribuito in larga misura alla
difficile situazione finanziaria in cui versa il Paese, con i grandi
sacrifici a cui sono chiamati i cittadini. La Basilicata non ne è
esente. Lo speciale spesometro elaborato dal “Sole 24 Ore” ci consegna
il quadro di una regione spendacciona e tutt'altro che virtuosa. Non ci
sono solo i rimborsi ai gruppi consiliari con il brutto record lucano di
ben 9 gruppi su dodici totali composti da un solo consigliere. Il
consiglio regionale lucano, a esempio, è al terzo posto in fatto di
indennità: una cifra pari a 7.330.221 euro, per una spesa di 1.248 euro
ogni cento abitanti. La Basilicata si conferma in testa alla classifica
anche per quanto riguarda i vitalizi che ammontano a 3.106.086, ovvero
529 euro per 100 abitanti. La voce relativa al personale ci porta poi
alla cifra di 7.648.349 euro, cioè 1.302 ogni 100 abitanti. E la
decurtazione del 10 per cento sugli stipendi dei consiglieri decisa ad
agosto dello scorso anno non ha cambiato di molto le cose. Ma a conferma
di una performance poco brillante della Regione in fatto di conti
pubblici ci sono anche i dati della Cgia di Mestre che misurano la
variazione della spesa delle Regioni nei dieci anni che vanno dal 2000
al 2010: anche in questo caso la Basilicata si conferma in testa alla
classifica con una spesa accresciuta i dieci anni del 120 per cento. E'
vero che l'aumento che accomuna tutte le Regioni (si parla di un
incremento del 74,6% in totale, che si traduce in 90 milioni di euro in
totale, ovvero i) è di diretta derivazione di quella riforma del Titolo
V del 2001 che ha assegnato alle Regioni un nuovo ruolo costituzionale e
quindi nuove competenze una volta in capo allo Stato. Ma è altrettanto
vero che la riforma ha provocato dei meccanismi distorti, sui quali è
anche più difficile vigilare. Dopo Umbria ed Emilia Romagna, la
Basilicata è la Regione che mostra l'incremento più sensibile, con una
spesa passata da 1.646 milioni di euro del 2000 a 3.622 del 2010. Un più
120 per cento, ben oltre il 74,6 per cento della media nazionale. Con
una spesa procapite pari a 6.151 euro, che ci colloca al quarto posto
nella graduatoria delle regioni italiane, dopo Valle d'Aosta, e le
province di Valle d'Aosta, e le Province autonome di Bolzano e Trento.
Se si guarda al dettaglio dei dati relativi all’anno 2010, le prime tre
funzioni di spesa sono Sanità (1.159 milioni di euro, per 1.968 euro pro
capite), Territorio (670 milioni di euro e 1.138 euro pro capite) ) e
Trasporti (403 milioni di euro per 684 euro pro capite).
La crisi, il montiano rigore, e la spending review sembravano voler dare
un segnale diverso rispetto a una politica che fagocitato gran parte
delle risorse spesso per fini poco nobili. Il Consiglio regionale della
Basilicata sembrava volersi mettere in riga con la decurtazione del 10
per cento sugli stipendi dei consiglieri. Anche se i tagli, tradotti in
numeri, non sono poi una grande cosa. Ma non tutte le ciambelle riescono
con il buco. E così l'assemblea legislativa lucana si è sentita dare
dello “spendacciona” da parte della Corte Costituzionale rispetto alla
determinazione delle indennità di presidente e componenti delle
Commissioni lucani all'estero, rimborsi benzina e missioni. La sentenza
è dello scorso 30 luglio e ha dichiarato illegittime alcune parti della
legge di assestamento di bilancio per l'esercizio finanziario 2011 e
quello pluriennale 2011-2013. Per la Suprema Corte le disposizioni
regionali «ben lungi dall'imporre tagli alla spesa regionale, comportano
tutte un sensibile incremento in un aggregato di spesa particolare,
quello relativo alle indennità (anche di missione), ai compensi e ai
rimborsi dei dipendenti degli enti regionali che ricevono contributi a
carico delle finanze pubbliche». Nella pratica, la Basilicata, nel 2011,
in barba a quanto previsto dalle disposizioni nazionali, è andata a
ripristinare l'articolo di una vecchia legge del 2002 per alzare le
indennità, venendo meno allo sforzo di razionalizzazione della spesa
pubblica.

Mariateresa Labanca


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