mercoledì 11 luglio 2012

infinocchiati e mazziati


 Ci eravamo illusi. Da perfetti ingenui ci avevano fatto credere  il Parlamento dei nominati- e dunque anche quello dei comprati e venduti, dei cialtroni, ladri e portaborse –  appartenesse solo all’universo distorto del berlusconismo. Ci avevano detto e ripetuto mille volte che una volta spodestato il puttaniere che non rispondeva alle domande, quell’incarnazione vivente del conflitto di interesse, il Porcellum e l’impossibilità per i cittadini di scegliersi il proprio candidato, sarebbe stato spazzato via.

Non era vero, era solo un espediente: adesso apprendiamo dalla viva voce della signora Finocchiaro, che “se qualcuno vuole una legge elettorale con le preferenze sappia che non siamo disponibili”.  La classe politica non vuole più mettersi alla prova, questo è evidente,  ma che sia arrivati a concepire le leggi elettorali con la sola funzione di mantenere col sedere in Parlamento gente che nessuno voterebbe più, nemmeno sotto ipnosi, rappresenta il punto più basso raggiunto dalla politica.

Che il principale difetto del Porcellum, i mezzo a tanti altri, fosse proprio l’eliminazione delle preferenze è divenuto chiaro in sei lunghi anni di via crucis politica: questa espropriazione dei cittadini dalle scelte dei propri rappresentanti favorisce infatti due fenomeni paradossalmente opposti: da una parte premia la fedeltà agli apparati piuttosto che le capacità, l’intelligenza e la fedeltà al Paese, dall’altra favorisce l’infedeltà nel momento in cui qualcun altro si fa avanti per garantire posti futuri. In ogni caso esclude che servilismo o tradimento, correttezza o rapina, siano giudicati dagli elettori. Ecco perché l’etica che è anch’essa una conquista della democrazia ha già da tempo abbandonato le aule del potere.

Non è che la preferenza sia la panacea di tutti i mali, ma essa è l’essenza del sistema democratico e quanto meno è il male minore rispetto agli spettacoli indecenti cui siamo stati costretti ad assistere.  Purtroppo però ha un grave difetto per una classe politica modesta anche nei casi migliori, ormai incarnatasi in casta e che vuole continuane a durare oltre il tempo massimo: rischia di mandare a casa anche i deus ex machina che hanno attraversato indenni stagioni politiche da dimenticare e clamorosi errori. Non è certo un caso che sia stata proprio la Finocchiaro ad aprire il fuoco contro le preferenze: una che 28 anni è in Parlamento, non ha mai fatto o detto cose di un qualche rilievo, è stata causa di rovinose sconfitte e ha pure qualche scheletrino nell’armadio, è oggi una delle vittime designate per l’elettore che voglia portare in Parlamento qualche persona valida.

 E nemmeno è un caso che la senatrice difenda la posizione con argomenti poco meno che risibili:’ Le preferenze, dice “fanno lievitare i costi della campagna elettorale in maniera incredibile, basta seguire qualunque campagna elettorale per le comunali per capire cosa significa impegnarsi a ricercare la preferenza”. Cioè alle comunali sì e alle politiche no? Non volete impegnarvi? Non volete preoccuparvi di trovare sostegni nella società civile?  Preferite che sia il partito a spendere i soldi (di tutti i cittadini in questo caso) per portare un tingum bob esquire a mettere o mantenere on. davanti al nome?
Ma mica è finita, dopo questa concessione alla retorica dell’austerità fasulla, la senatrice, come da cognome, tenta di infinocchiare: “Il controllo delle preferenze garantisce, poi, in alcuni settori del Paese i tentativi della criminalita’ organizzata di inquinare la campagna elettorale. Complessivamente non mi pare che sia un buon modo di innovare la legge elettorale”.   Ma davvero la Finocchiaro pensa che eventuali collusioni con la criminalità passino per il singolo candidato e non per gli apparati di partito e i padroni delle tessere? Ma su, basta offendere l’intelligenza e il buon senso,  basta raccontare chiacchiere: del resto se così fosse non avremmo un Parlamento dove la densità di inquisiti e di fedine penali sporche è più alta che nei peggiori bar di Caracas.
Senza dire che come il Porcellum era stato ideato dai berluscones per mettere in difficoltà Prodi e  successivamente per dotarsi di una maggioranza a prova di bomba, adesso queste conversioni piddine, l’ennesimo anguillesco cambiamento, sono ideate per unire l’inutile al dilettevole: conservare i posti e permettere a Monti la sopravvivenza ai suoi macelli fin oltre il 2013. Siamo l’unico Paese al mondo, a parte le dittature africane, a fare leggi elettorali a la carte.   Ci sarebbe da vergognarsi: ma si sa che i nominati non hanno queste sciocche sensibilità. Non sanno vergognarsi, è questa la loro virtù.

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