domenica 24 giugno 2012

Lettera aperta al Dalai Lama per la sua visita in Basilicata


Lei Dalai Lama, Oceano di saggezza, Maestro spirituale, sarà qui in Basilicata il 24 e il 25 giugno. Spero di non sbagliarmi sulle date. Lei ha la mia più ampia stima per ciò che rappresenta e per la sua saggezza. La prego Maestro, la prego di portare cesti di luce a chi vive nel buio profondo della povertà. La prego di pronunciare parole di speranza per la gente, ma anche parole di condanna per chi, in questa lontana regione del mondo esercita il potere senza alcun senno. Deve sapere, Maestro, che qui in Basilicata è difficile affermare quel suo bellissimo insegnamento che dice: “Dona a chi ami ali per volare, radici per tornare e motivi per rimanere.” Qui i ragazzi non vogliono restare. La ali sono spezzate, le radici sono frantumate e non c’è alcuna ragione per rimanere. Stia in guardia Maestro, la retorica occidentale e l’ipocrisia della politica dei nostri leader possono ingannare la sua semplicità. Lei sa che l’apparenza, in occidente, è più importante dell’anima.

Si interroghi Maestro, prima di baciare con gli occhi i volti della gente che le offrirà i sorrisi. Lei deve sapere che in questa landa del pianeta, c’è gente che non riceve giustizia, c’è gente che viene sottoposta al carcere del silenzio. Lei dice, Maestro, che “non abbiamo altro in nostro potere che giustizia, verità, sincerità.” Ebbene, questo potere qui nessuno di noi può esercitarlo. Perché la verità è martoriata dagli uomini di comando, la giustizia vive lontano dai tribunali, accovacciata suo malgrado sui cartoniabbandonati intorno ai cassonetti dell’immondizia. La sincerità ha lasciato il posto al cinismo e al nichilismo.

Qui, Maestro, chi governa conosce meglio di tutti le regole, in modo da infrangerle nella maniera più ingiusta. Lei camminerà su una terra seviziata dall’ingordigia delle multinazionali del petrolio. Lei calpesterà l’erba trucidata dall’inquinamento, bagnerà i suoi piedi in un fiume che piange lacrime di disperazione. La prego, Dalai Lama, la prego di evitare qui, in Basilicata, di dire che “dormire è la migliore meditazione”. Non lo dica, per favore, perché in questa terra molta gente dorme, senza meditare, ma semplicemente per dimenticare o per fuggire nel sonno. Dorme per paura. O dorme per interesse.

Mi piace, Maestro, quando lei dice che “Non dobbiamo ingannare gli altri o mentire. Dobbiamo essere uomini e donne onesti, uomini e donne sinceri”. Però, mio Dalai Lama, qui le donne e gli uomini onesti, tutti coloro che cercano la verità e la giustizia rischiano la dura vendetta del Potere. Lei, Maestro, incontrerà la politica. Le ricordi quel suo pensiero:  “Quello che mi sorprende degli uomini è che perdono la salute per fare i soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute…” Loro sanno, Dalai Lama, che qui c’è gente che perde la salute semplicemente per portare il pane a casa, e poi non ha i soldi per curarsi. Benvenuto Maestro, benvenuto in questa terra paradossale. Dove si inaugura la “Città della pace” e nello stesso tempo si inaugura, per l’ennesima volta, la stagione dell’indecenza riservata agli immigrati che cercano lavoro nei campi.

Benvenuto sulla scena, Maestro, la scena che a lei non interessa, ma che in molti cercheranno di rubarle. Sa, le elezioni sono alle porte. Tanti politici qui vorrebbero essere come lei, reincarnazione di se stessi nei millenni. Al momento sono riusciti a reincarnarsi per alcuni decenni. Non li incoraggi, per favore. Con ammirazione e stima la saluto e mi inchino.

Tratto da Basilicata24, di Michele Finizio