martedì 26 giugno 2012

Il problema principale non è il certificato antimafia

Tratto da Karakteria
Riguardo la gestione rifiuti, durante la campagna elettorale e anche prima,  sul nostro sito avevamo cercato di mettere in evidenza come il Certificato Antimafia non allegato da parte della Tra.de.co era solo una parte del problema, tra l’altro la parte meno importante ai fini pratici. Noi avevamo utilizzato l’argomento “Certificato Antimafia”, non tanto per addurre una motivazione di invalidità del contratto (pur evidente), quanto per evidenziare la condotta e la non certo ottima reputazione della società aggiudicatrice dell’appalto (condannata in appello per traffico illecito di rifiuti e protagonista di molte altre inchieste) e per evidenziare come gli uffici tecnici del Comune fossero, diciamo, “leggeri” nell’aggiudicare gli appalti. Però, lo ripetiamo, non si doveva e non si deve ridurre il problema di quell’appalto al Certificato Antimafia mancante, perché –posta così la questione  - non si arriverebbe a niente (il certificato manca perché la Prefettura di Bari non lo rilascia, non perché non esiste). Concentrarsi eccessivamente sul certificato antimafia potrebbe nascondere le gravi e reali mancanze del contratto, delle modalità dell’aggiudicazione dell’appalto e soprattutto di una finta raccolta differenziata, che necessita di radicali cambiamenti per diventare degna di essere definita tale.
Oggi, a più di un mese dall’insediamento dalla nuova amministrazione e in presenza di nessun cambio sostanziale all’interno degli uffici Tecnici, il consigliere con delega all'ambiente, Giovanni Lippo, ci fa sapere che la nuova giunta ha fatto richiesta alla prefettura di Bari del certificato Antimafia e che Bari ha risposto che “il documento è in corso di istruttoria”.
Lo sapevamo già. E’ la stessa risposta che la Prefettura aveva dato a noi circa un anno fa e noi ve lo avevamo già comunicato, aggiungendo che i tempi delle indagini sarebbero stati biblici, probabilmente anche perché in una delle inchieste nelle quali è coinvolta la Tra.de.co. è stato indagato anche l’ex prefetto di Bari.
Allo stato attuale la mancanza del certificato Antimafia ha un valore etico, di credibilità, mentre dal punto di vista giuridico rappresenta un cavillo più che una prova di invalidità del contratto. E questo lo sappiamo da almeno un anno, nonostante per molte altre forze politiche policoresi sembri sia diventato il problema principale.
 I problemi reali e le motivazioni per cui noi crediamo che alla Tra.de.co. vadano chieste le penali con rescissione o modifica sostanziale del contratto sono altri. Proprio come ai responsabili dell’ufficio tecnico preposto e ai politici (non solo all’ex assessore all’ambiente Carbone, ma anche e soprattutto a chi l’ha scritto quel contratto –su questo ci torneremo- e a chi lo ha reso esecutivo con tutte le sue falle: Rocco Leone) va chiesto di pagare il prezzo politico di un grande fallimento, dovuto ad incapacità e pigrizia Noi abbiamo detto da subito che quel contratto era una bufala, un castello di sabbia che somigliava ad un copia-incolla di chissà quale altro paese e non poteva reggere il confronto con una realtà come Policoro. E questo indipendentemente dal certificato antimafia.
Le misure che sta adottando questa nuova amministrazione, almeno dalle prime battute sono inadeguate. Si deve fare molto di più!
La raccolta differenziata di Policoro è pessima, irrispettosa del contratto, ambigua nell’appalto, fallimentare sotto tutti i punti di vista, non si può continuare ancora ad aggirare il problema, bisogna affrontarlo con coraggio, determinazione e innovazione!
Lippo assicura che farà rispettare il contratto, ma poi afferma che a breve sarà risolto il problema dell’isola ecologica e che a luglio verranno distribuiti bidoni da 20 litri fuori le porte delle case che ne sono sprovviste, cioè quelle del centro. Ma l’isola ecologica doveva essere pronta un anno fa e il Comune non era stato rispettoso dei termini. Vogliono dircelo dove hanno stanziato fino ad oggi quei rifiuti che sarebbero dovuti essere lì?
E soprattutto questi bidoni da 20 litri rappresentano il più alto fallimento dell’idea della raccolta porta a porta, che prevede l’eliminazione dei bidoni. Così si cambia in peggio il contratto! Passiamo dai pochi grandi bidoni grigi distribuiti per le vie della raccolta tradizionale a tanti e tanti bidoncini fuori da ogni casa. E il porta a porta e la sua idea di eliminare i bidoni che fine fanno?
Non si eliminano con nuovi bidoni le buste e lo sporco dalle strade, ma con la celerità della raccolta. Le buste devono essere prelevate velocemente, altrimenti tanto vale mattere dei grandi bidoni differenziati e non si parli più di porta a porta, ma di normale raccolta in bidoni e la si faccia seriamente, con grandi bidoni adeguati, riconoscendo il fallimento totale e l'incapacità di poter portare a Policoro imprese innovative.
Tale celerità nella raccolta delle buste è inevitabilmente prevista in ogni contratto di gestione rifiuti che voglia puntare sulla raccolta porta a porta e ovunque si faccia questo tipo di raccolta è norma elementare che il personale e i mezzi della ditta appaltatrice siano adeguati a prelevare in poco tempo le buste.  Per questo nella maggior parte delle città dove si fa il porta a porta, nel centro, si gettano di sera i rifiuti e si espleta un servizio notturno e immediato di raccolta. Mentre le strade si spazzano di mattina presto.
Sempre il responsabile all’Ambiente afferma che il Comune sta rispondendo all’emergenza con “azioni mirate”, il che per noi rappresenta un errore di metodo.
Ci vorrebbe un impianto generale, una visione di insieme forte e chiara, una logica amministrativa e ambientale univoca per risolvere il problema, non azioni singole e mirate.
Bisogna crederci nella raccolta differenziata per attuarla e bisogna che tutti gli amministratori ci credano.
Bisogna coinvolgere tutti gli assessorati, ognuno dalla sua parte di competenza e aggredirlo da più lati il problema, altrimenti si mettono solo toppe.
Mentre chi ha delega all’ambiente si occupa di immaginare la migliore raccolta possibile, qualcun altro per esempio dovrebbe occuparsi di instituire nuovamente l’ufficio legale al Comune, oppure escogitare un contratto con un unico studio legale per tutte le cause delnostro ente, per evitare lo spreco di denaro pubblico che gli incarichi legali frammentati comportano alle casse della nostra casa comunale.
Questo allontanerebbe la paura di aprire un contenzioso con la Tradeco; questo ci metterebbe in una condizione di maggiore forza, per pretendere quanto la società deve ai policoresi e/o per spronarla sul serio a migliorare il servizio.
Invece sembra che gli incontri fra la giunta e la Tradeco tenuti fin'ora si stiano basando su compromessi di comodo per entrambi, nei quali di certo l’ambiente e la comunità non ne escono vincitori.
Speriamo di sbagliarci a vederla così. Speriamo che abbia ragione il buon Lippo quando dice: “Saremo rigidi, pretendiamo il rispetto della legalità e pretendiamo che la società rispetti contratto e progetto. Abbiamo già intimato il rispetto di pagamenti per operai e discarica”. Però qualche dubbio inizia a spuntare, perchè il fatto è che il personale realmente occupato nella gestione rifiuti policorese sembra essere inferiore a quanto previsto nel capitolato: il problema non riguarda solo il pagamento degli stipendi, ma anche il carico di lavoro degli operai e le modalità di controllo che, sempre secondo il capitolato, la polizia municipale dovrebbe effettuare.
Con un numero così esiguo non potrebbero mai tenere pulita tutta Policoro e il contratto prevede un numero alto e preciso di addetti ai lavori. Ci sono effettivamente questi addetti ai lavori o il personale è inferiore a quanto previsto?
E ci auguriamo che non si cada nuovamente nell’errore - così tanto politicante e poco politico - di confondere, come in passato, la propaganda politica con la risoluzione dei problemi.
Quando Lippo afferma che “scendenderà in prima persona nelle strade, per una campagna di comunicazione grazie anche alla collaborazione già attivata con le associazioni di categoria, gli esercenti, Legambiente, perché la cittadinanza va formata”, ci auguriamo che tenga ben presente il ricordo di quanto avrà sicuramente letto nel capitolato e cioè che la formazione spettava alla Tradeco e che erano previste sanzioni in caso contrario.
Altirmenti, se il tutto dovesse risolversi con assessori e consiglieri che organizzano un paio di conferenze e passerelle pubbliche, anche se in stile nuovo, che differenza ci sarebbe con gli altri?
La campagna di comunicazione invece va svolta mirando alla risoluzione reale del problema, con un forte dispiego di mezzi ed energie. E' stata una mancanza imperdonabile non educare i cittadini alla raccolta porta a porta prima di attualizzarla, una mancanza che rischia di distruggere nella cultura policorese la fiducia stessa nella differenziazione dei rifiuti.
Ovunque si informa e forma la cittadinanza mesi e mesi prima della partenza del servizio di differenziazione dei rifiuti.
Ora (meglio tardi, che mai!) bisogna raggiungere i policoresi nelle case, nelle strade, nei bar, negli uffici, in internet, con conferenze, durante tutte le iniziative estive, con manifesti, per radio, giornali, ovunque. Va fatta una capillare e strenua comunicazione per educare, spiegare chiaramente e semplificare: bisogna martellarli di informazioni sull’utilità della raccolta differenziata e sul metodo di differenziazione. E delle spese non deve farsi carico di un centesimo il Comune, cioè noi. Deve pagare tutto la società appaltatrice!
[Si inizi a contrattare in questi termini. Si tirino fuori le palle!]
Infine ci sembra che anche questa amministrazione - proprio come quella passata e come il Pd - non si stia affatto occupando della fine che faranno i rifiuti. Che senso ha fare la raccolta differenziata se poi il 90% di quanto differenziamo finisce in discarica per colpa di piani provinciali e regionali dei rifiuti insensati dal punto di vista produttivo e ambientale?
Lippo ha detto che "i rifiuti devono diventare un'opportunità"?
E' uno slogan, una frase fatta o un'idea nella quale crede?
Lo chiediamo senza ironia, ma sinceramente, perchè non conosciamo Lippo.
Però se crede veramente nelle opportunità ambientali e lavorative del ciclo virtuoso dei rifiuti (si può creare un'intera economia intorno al riciclaggio), allora raccolga le nostre proposte di consorziare Policoro con altri Comuni per inaugurare un sistema di raccolta differenziata sul modello di Vedelago.
La buona volontà di Lippo e dei nostri giovani amministratori deve essere sostenuta da coraggio, iniziativa e creatività. Tutte e 3 insieme queste qualità insieme, altrimenti anche la loro buona volontà sarà fagocitata dal sistema compromissorio della politica del tiriamo a campare e sopperirà nell’incapacità di dare risposte reali ai problemi.
Le vie del male sono lastricate di buone intenzioni si sa. La buona volontà da sola non basta, anzi corre il rischio di non esistere nemmeno più col tempo, di diventare (mentre si invecchia rapidamente) solo una bandiera lacera, un ricordo sempre più lontano, se non viene sorretta da scelte coraggiose, innovative e creative.
Coraggio ragazzi, siate veramente giovani!

3 commenti:

  1. Vi sta un po' strtto questo immobilismo, adesso non vi resta che incoraggiarli,Dopo il vostro ennesimo sbaglio, piu' il tempo passa e piu' sara' il disagio che avvertirete voi piu' che gli amministratori.

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  2. Intanto l'artefice di questa porkeria, ovvero il sindaco con la casa a marinagri, pavoneggia su fcb pubblicando le foto della spazzatura, ridicolo solo ridicolo.

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  3. defilippo e latronico ecc. via dalla basilicata

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