mercoledì 2 maggio 2012

Se l'antipolitica si nutre di cattiva politica


Qualche pensiero notturno ad un mese dal voto nella mia città. Voto che potrebbe, e dovrebbe, cambiare il suo volto. Oggi senz'anima e senza futuro.

di Angela Divicenzo ( NELLA FOTO)
POLICORO – L’analisi del dato numerico – 269 candidati consiglieri e sei aspiranti sindaco - che resterà come marchio di fabbrica di queste elezioni amministrative 2012 a Policoro, sembra essere in gran parte assimilata. Sono troppi, li hanno pescati nelle stesse famiglie, in comitive comuni, moltissimi di loro sono alla prima esperienza, pochi hanno curriculum di pregio. Elementi, certo, che si prestano al duplice giudizio. Ma tant’è, ormai.
Quello a cui ci si prepara, adesso, sono i ‘round’ dai palchi elettorali. Il clima pre-campagna ha posto le basi, tirato su i muscoli di qualcuno e avvisato gli elettori: “mettetevi comodi, lo spettacolo sta per iniziare”. Non si risparmieranno, i toni saranno alti - e questo è prevedibile oltre che fisiologico – e gli attacchi personalizzati.
Quanto ai programmi, a rimetterli al centro della discussione, per la verità, sono stati al momento i più giovani tra i candidati, quelli che si sono già confrontati in interessanti faccia a faccia, quelli che più dei loro mentori (per chi ne ha) hanno inteso l’urgenza di parlare di cose, progetti, disegni per il futuro di Policoro. Perché il momento storico è complesso e le opportunità di crescita in chiave innovativa e moderna della quarta città più grande della regione, oltre che centro più vitale di tutto il comprensorio metapontino, è nelle mani delle nuove generazioni. Lì dove le vecchie hanno fallito, lì dove una certa politica ha snaturato se stessa e quindi smarrito obiettivi.
Due fallimenti amministrativi in sette anni e un terzo tentativo che consegna al di là del risultato delle urne, il prossimo 6 e 7 maggio, una pesante eredità in termini di frammentazione e cannibalizzazione dei rapporti tra partiti e correnti, (persino ripicche tra enti, vedi la discesa in campo del presidente Stella) hanno nutrito la pianta dell’antipolitica. Antipolitica che si nutre di cattiva politica. E quanto più questa cresce tanto più le pratiche di buon governo faticano a trovare spazi e tempi del presente. Il proliferare di liste e gruppi civici, il timore o l’imbarazzo di molti, sembra, di accostare la propria faccia a simboli e sigle dice molto. I partiti sono in calo di consensi e fiducia, il civismo appare l'abito piu' pulito da indossare per poter partecipare alla vita democratica. Ed e'vero: di partecipazione spontanea e libera c'e' bisogno. Ma chi ha il coraggio e sa assumersi la responsabilità di mettere in discussione intere classi dirigenti, le modalità di scelta delle stesse? L'improvvisazione di uomini e programmi ha le gambe corte; un collaudato studio del territorio, un'azione quotidiana di impegno e passione sono, almeno in partenza, un biglietto da visita più sicuro. Perché amministrare è attività complicata e la politica è cosa seria per la quale servono competenze, capacità di analisi, visione d’insieme e studio, continuo e approfondito. Senza questo la questione urbanistica, lo sviluppo turistico e agricolo come la digitalizzazione e l’accesso ai dati nella Pa e molto altro rischiano di diventare o rimanere contenitori privi di contenuti. Solo buoni spot elettorali, buoni anche per vincere magari. Poi bisognerà governare e di politica ci sarà ancora bisogno. 


3 commenti:

  1. Angela sei stata eccellente. Un amico che appena giunto a Policoro ti farà i complimenti di persona, uscendo dall'anonimato dal post.
    Brava. :-)

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  2. L'antipolitica è il risultato di scelte tese al profitto individuale e nn collettivo,di scelte che privilegiano il singolo a danno della bellezza e difesa del territorio.Io strumento per raggiungere tutto ciò è il modo scellerato di costituire le liste,ammucchiate scriterate,candidati privi di un minimo di requisito,gente ignara del ruolo per cui è stata scomodata,ma con una famiglia numerosa.L'unica speranza di salvezza è che molti elettori intelligenti,ma soprattutto LIBERI della propriea libertà nell'urna si ribbellino e dicano "BASTA!"BASTA ai "ladri di futuro,di opportunità,di libertà.

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  3. L'antipolitica è nell'aria di questa competizione elettorale, serpeggia tra le richieste di voto alle quali sono accompagnate promesse o mostrate cambiali in scadenza. E' quello che succede nelle due liste capeggiate da Marrese, una e da Leone, l'altra. Mentre il primo, vassallo di Di Sanza, forte delle cambiali ottenute da quest'ultimo con sopra scritti i nomi di coloro che hanno "avuto" e che devono ricambiare vi affianca promesse faraoniche di appalti, ribnnovi, posti di lavoro e incarichi vari (primi tra i quali nucleo di valutazione e controllo di gestione del Comune), il secondo mostra "apertament" le cambiali dei "favori" (secondo lo stesso candidato) che sono stati fatti alla prole del malcapitato elettore. Allora è questa l'antipolitica, quella che si nasconde dietro slogan come "fidati". Fidati di colui che tende la mano da un lato apponendo, con l'altra, la spada di Damocle sulla testa dei propri cari e, in questo caso, dei propri figli, sbandierando pseudo favori come se questi fossero fatti attraverso un'opera di filantropia e non adeguatament remunerati dall'Asl competente. E' proprio questa l'antipolitica. Piegare la volontà della persone sugli affetti e sulle miserie personali: dal figlio malato al parente senza occupazion fino al professionista che non riesce ad emergere nella selva dei colleghi. Sì è vero. E' proprio questa l'antipolitica. Ciò che non appartiene, devo dirlo, agli altri quattro candidati alla carica di sindaco. No, sicuro, ne sono sicuro. uesti ultimi non stanno e non prometteranno nulla. Con lealtà. Con trasparenza. Senza conti alla mano. Questa è la contro-antipolitica.

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