lunedì 28 maggio 2012

Avevano previsto il terremoto in Emilia, ora un gruppo di ricercatori avverte: “Attenti al Mezzogiorno”Chiediamo al sindaco Leone e al Prefetto di Matera prevenzione.


· La notizia di un probabile Terremoto nel sud Italia circola sui quotidiano Italiani e sui network da molto tempo.
I sismologi  ci dicono che nell’area vicino a noi esistono due zone sismicamente “nevralgiche”: sono il bacino del Mercure e la faglia di Castrovillari-Frascineto,quest’ultima molto vicino alla nostra città, visto che dista solo 90 km ,  dove nella storia si sono verificati terremoti in alcuni casi devastanti (infatti parliamo di una zona ad altissimo rischio sismico). 
Chiediamo al Sindaco di Policoro e al Prefetto di Matera come responsabile della protezione civile in considerazione che :
da alcuni mesi nel comprensorio del Pollino a cavallo tra Calabria e Basilicata si stanno registrando scosse telluriche con una frequenza preoccupante;
· scosse con una intensità intorno al 3° grado della scala Richter e spesso avvertite dalla popolazione;
· questa frequenza senza voler scatenare allarmismi però rappresenta qualcosa di anomalo che non può essere ignorata;
· secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia la zona si sarebbe ”risvegliata” circa un anno fa e dal settembre 2010 e’ stata colpita da oltre 500 terremoti;
· la zona interessata si trova lungo la fascia del territorio a rischio sismico dell’intero paese quella compresa tra Irpinia, Basilicata e Calabria;
· ovviamente anche a seguito della recente esperienza del terremoto dell’ Aquila e l'Emilia Romagna è opportuno non sottovalutare i rischi legati a questo tipo di fenomenologia; · vanno predisposti piani di emergenza per le popolazioni locali;
considerando che Il professor Leonardo Seeber è uno dei più noti sismologi mondiali, docente al Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University in un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno fatta dal  giornalista E. Palazzo alla domanda:  A 200 metri dal deposito di scorie radioattive dell’Itrec di Rotondella si estrae gas dal pozzo Rivolta 1. Esiste un rischio di subsidenza e, di conseguenza, un rischio di contaminazione radioattiva
Egli rispose : «In generale, l’estrazione di fluido — acqua, gas, petrolio — porta a subsidenze, che possono manifestarsi lentamente o subitaneamente. La subitanea subsidenza sottomarina, ad esempio, può causare un maremoto.
In inglese si distingue l’ “hazard” — la quantificazione dei fenomeni che potrebbero essere dannosi, come l’accelerazione delle vibrazioni sismiche — dal “risk” — il danno che ci aspettiamo considerando le strutture esposte a quell’accelerazione. Il “risk” è quello che c’interessa nel caso della sua domanda. E la presenza di scorie nucleari aumenta il risk!»
TUTTO CIO’ PREMESSO
Si chiede di conoscere:
· se e quali iniziative il Sindaco e il prefetto  intenda promuovere, attraverso la Protezione Civile, al fine di monitorare quanto sta accadendo nel comprensorio del Pollino sulla faglia di Frascineto tenendo conto anche delle notizie provenienti dal centro ENEA di Bologna  ;
· se sono stati predisposti piani di messa in sicurezza per le popolazioni locali ;
Se è stato predisposto un piano di evacuazione per un’eventuale  fuga radioattiva visto la vicinanza con la Sogin,  
Se si è predisposto un piano di monitoraggio delle trivellazione del pozzo RIVOLTA1
· se non si ritiene di avviare un  un tavolo con le Regioni e gli Enti locali interessati per meglio predisporre opportune iniziative di prevenzione e tutela delle scuole, degli ospedali e delle strutture pubbliche, con particolare attenzione ai sistemi di sicurezza, viabilità e pronto intervento e se di questi edifici pubblici è stata verificata gli adeguamenti sismici previsti dalla normativa vigente .

L'articolo apparso il 25 Maggio sulla Nuova del SUD


Era già successo dopo il terremoto di L’Aquila. Immediatamente dopo le prime terribili scosse che nel 2009 devastarono l’Abruzzo iniziarono a circolare voci
che il sisma fosse stato previsto con un grado sufficiente di attendibilità dal ricercatore Giampaolo Giuliani, ex tecnico dell’istituto di fisica dello spazio presso i laboratori del Gran Sasso. La questione non passò inosservata e diede vita a una lunga querelle con l’allora capo della protezione civile Guido Bertolaso. Anche dopo il sisma che in questi giorni ha messo in ginocchio l’Emilia la storia si è ripetuta e sul web dilagano le voci che il terremoto fosse stato previsto. Quello che però sta creando una vera e propria psicosi al Sud e anche in Basilicata, è il fatto che anche al Sud sarebbe previsto un forte sisma nei prossimi mesi.
Impazza sul web, rimbalza sulle bacheche di Facebook e la paura dilaga. Secondo ciò che circola in rete sarebbero tre gli studi che indicano un terremoto distruttivo al Sud. Gli stessi che, secondo la relazione, avevano dato indicazioni di rischio nel Nord Italia già da marzo. A parlare è il direttore del Centro Enea di Bologna, Alessandro Martelli, che in una intervista pubblicata su Affari Italiani, dichiara che il sisma in Emilia era stato previsto anche se nessuno è stato in gradi di adottare contromisure valide. “Ci sono degli strumenti di previsione che sono utilizzati in diversi Paesi. In Italia li fa l’International Centre for Theoretical Physics (ICTP) e l’Università di Trieste. In base al verificarsi di possibili anomalie nelle tre zone italiane, Nord, Centro e Sud vengono emessi degli allarmi. E’ un po’ come misurare la temperatura corporea e vedere se hai la febbre”. Al Nord, in particolare, “era stato stimato un movimento del terreno di magnitudo maggiore del 5,4. L’algoritmo dell’analisi mostrava che era fortemente probabile”. Nessuno lo sapeva perché, secondo l’esperto, “si tratta di metodologie sperimentali e quindi gli allarmi non vengono divulgati ma comunicati a un gruppo di esperti nazionali. Per la Commissione Grandi Rischi si sapeva, ne abbiamo proprio parlato il 4 maggio”. In Emilia potrebbero esserci ancora altre scosse, ma l’intensità non è certa. Potrebbe trattarsi di assestamenti, ma anche di una ulteriore scossa elevata. La chiusura dell’intervista è quella che più inquieta i lucani e tutto il meridione: “Più del Nord adesso però mi preoccupa il Sud”, dice Alessandro Martelli. “Per il Meridione esiste un allarme più grave in arrivo perché lì sono stati applicati tre modelli di studio. Tutti e tre danno l’allarme rosso. Quindi questo preoccupa oltretutto perché prefigura un eventuale terremoto molto violento”. Le zone interessate: Sicilia e Calabria ma anche Campania e Basilicata. E la notizia fa restare tutti in allarme. E crea un ulteriore punto di domanda: ma i terremoti sono prevedibili o no? La Basilicata negli scorsi mesi è già stata interessata da un fitto sciame sismico soprattutto nella zona Sud. La paura c’è. La consapevolezza di vivere in una zona ad alto rischio anche. Ma è giusto allarmare la popolazione senza avere certezze?

7 commenti:

  1. Ottavio, ti voglio bene, però non giocare a fare il facile profeta. Gli studi di cui parli, condotti da studiosi accreditati,sono per ora un ottimo punto di partenza ma, per ora, non possono essere utilizzati per nessuno scopo pratico, se mai solo strumentale. Che una serie di scosse ravvicinate nel tempo in una zona possa far presagire a scosse più forti è un dato di fatto. Che l'assenza per lungo tempo di scosse rilevanti in zone dove storicamente ci sono stati forti terremoti possa essere anch'esso motivo di preoccupazione, è pacifico. Ma da qui a dire che dopo le scosse di questa notte sul pollino, si debba mettere a punto qualche particolare piano di evacuazione ecc. mi sembra un pochino strumentale da parte tua. Tutte le azioni di prevenzione sono già normate, vanno soltanto rispettate (anche per quanto riguarda i depositi di scorie e quant'altro). Bene fai a martellare le istituzioni sul rispetto delle norme. Ma ho avuto la sensazione che con questo articolo volessi mettere nero su bianco un inutile "VE LO AVEVO DETTO". Mi sbaglio? Un tuo amico.

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  2. sul pozzo rivolta i comuni di novasiri ,rotondella,policoro si sono opposti al rinnovo della concessione ,la regione assessorato all'ambiente (prima santochirico,poi mancusi ,ora mazzocco) ha ignorato completamente i pareri dei comuni e permette di estrarre gas alla gas plus..(poche migliaia di mc all'anno )

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  3. abruzzo ,emilia ....basilicata
    tre regioni interessate dalle estrazioni petrolifere (fino a prova contraria solo coincidenze)....Seeber ha denunciato anche il pericolo dei pozzi di reinezione petroliferi nel sottosuolo,pozzi che reiniettano le acque di scarto e i reflui petroliferi nelle profondità della terra .Un pozzo di reinezione interagisce con la faglia sismica ...In emilia l'epicentro del sisma si è avuto a 5 km , i pozzi petroliferi raggiungono ancke i 7 Km. Cui prodest ?

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  4. No assolutamente , i piani di evacuazione e di emergenza per avere efficacia devono essere pubblici e assimilati dalla popolazione , che nel caso di eventi devono sapere esattamente cosa fare. Questa richiesta , nello specifico riguardo alla Sogin già da tempo avevamo chiesto alla prefettura di conoscere il piano di evacuazione, e i luoghi strutturali dei ricoveri di decontaminazione, fino ad oggi non abbiamo avuto nessuna notizia. Inoltre vogliamo sapere degli enti locali lo stato delle scuole, se i lavori di adeguamento sismico si sono concluse, in poche parole chiediamo delle verifiche di Buon senso, che nel malaugurato caso si contengono i danni che un terremoto può provocare.

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  5. Benissimo, sulla prevenzione siamo d'accordo. Infatti ribadisco che è utile martellare le istituzioni affinchè rispettino e facciano rispettare le norme. Altrimenti ci si ritrova sempre con una emergenza tra le mani (sporche) di qualche faccendiere che si arricchisce a causa della disorganizzazione "organizzata per tempo". Il nostro paese può cambiare, l'importante è essere sempre vigili e non mollare mai. Continua così Ottavio che sei forte! Un tuo amico.

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  6. http://www.olambientalista.it/terremoti-ed-attivita-petrolifere/

    a cura dell'università federico II
    di Napoli

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  7. Ottavio ha ragione, bisogna "martellare", altrimenti continuiamo ad avere capannoni e scuole pronte a crollare per un sisma che i giapponesi considerano mero solletico.
    Paese dei CACHI!

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