sabato 21 aprile 2012

Servono Ancora i Partiti ?


Bersani, Alfano e Casini avvertono: «Cancellare del tutto i finanziamenti pubblici, destinati ai partiti - già drasticamente tagliati dalle manovre finanziarie del 2010-2011 - sarebbe un errore drammatico, che punirebbe tutti allo stesso modo (compresi coloro che in questi anni hanno rispettato scrupolosamente le regole) e metterebbe la politica completamente nelle mani di lobbies, centri di potere e di interesse particolare». Hanno ragione! Ma perché, allora, il loro appello appare stonato anche a chi come noi ha questo giudizio? Perché il loro sacrosanto allarme è considerato non ricevibile dalla stragrande maggioranza dei cittadini? La ragione è semplice: arriva in ritardo. Fuori tempo massimo (anche se continuiamo a sperare che non sia così). Questa è forse la più plateale delle vicende che segnano la enorme distanza che c’è, oramai, tra chi abita il palazzo e chi sta fuori. Con tutto lo schifo che sta emergendo circa le modalità di elargizione del contributo dello Stato ai partiti (anche a quelli che non ci sono più), sulla sovrabbondanza degli stessi (da cui la necessità di investimenti in Tanzania, i lingotti, i gioielli, le lauree, e via emergendo), sul palese imbroglio tra quello che è chiamato rimborso ma tale non è, cos’altro ci si aspetta dal Paese che guarda attonito ed indignato? Ma fino ad ora Bersani, Alfano e Casini dov’erano? In un’altra nazione? In un altro parlamento? E mica può bastare (come fa Bersani) dire legittimamente che non tutti utilizzano i fondi in tale disdicevole modo! Sarà pure vero ma non è sufficiente a compensare lo stato di degrado in cui la situazione è precipitata e a soddisfare la richiesta di misure semplici chiare e nette. Misure che si pretende siano adeguate all’indignazione in atto e al momento di crisi e sacrifici imposti al Paese proprio dal governo sostenuto dallo stesso cosiddetto trio A-B-C! Che Bersani in primis (che è per altro il segretario dell’unica organizzazione politica che ancora si fa testardamente e giustamente chiamare partito) non lo afferri al volo è preoccupante! Ci vogliono sacrifici!Anche da parte dei partiti! Non è giusto (perché sono veri i rischi denunciati di una politica monopolizzata dai ricchi) ma è necessario. Perché si è giunti al punto che occorre ripartire proprio dall’A-B-C della politica! Perche oggi, prima dell’utilità dei finanziamenti, la vera domanda a cui cercare di far dare una risposta positiva ai cittadini è: i partiti servono ancora? Se siamo a questo punto di domanda si capisce quanta enorme sia la responsabilità di chi in questi anni li abbia ridotti a scatole vuote, concentrando tutto il fare e l’essere della politica sulle/nelle istituzioni e sugli eletti. Snaturando e svilendo lo strumento partito a contenitore e logo di tanti comitati elettorali impegnati solo a fare da collettori di voti in occasione di congressi e elezioni. Chi ha guidato questi partiti a livello centrale e periferico in questi ultimi due decenni ha l’enorme responsabilità di questo profondo danneggiamento della democrazia. Non appaia enorme questa accusa se è vero come è vero che: senza i partiti (veri) non c’è democrazia. Perché il partito è l’unico strumento reale (oltre che costituzionale) per dare ai cittadini (anche ai meno abbienti) una voce e una volontà collettiva, organizzata e consentirle di poter contare ai massimi livelli della vita statale. Ma da quanto tempo non è più così? Da quanto tempo i partiti hanno smesso da far partecipare attivamente nelle proprie sedi i cittadini? Da quanto tempo, oramai, per un operaio, un contadino, un giovane disoccupato è diventato praticamente impossibile candidarsi ad una elezione dovendosi accollare in proprio il costoso onere di una campagna elettorale in assenza di un partito organizzato che se ne faccia carico? Torniamo quindi alla domanda: chi vive a Matera a Potenza o altrove e non fa parte di ristretti “cerchi magici” in cui si è decisori e beneficiari, quale argomento ha per misurare l’utilità dei partiti? Nessuno! Nessuna attività politica costante, nessun coinvolgimento, salvo che non abbia necessità di bussare per la risoluzione di qualche problema. Da tempo, oramai, il ceto politico (gli eletti in pratica) si è collocato sempre più lontano dal cittadino comune e i segretari di partito (a tutti i livelli) lì sullo sfondo quali figure sbiadite, spesso anonime,  immobili, non in grado di esercitare il loro autonomo ruolo e funzione. Qualche vagito solo in caso di sgomitate tra i propri sottogruppi negli ambiti istituzionali, per poi tornare nell’anonimato assoluto a dormire sonni tranquilli. Questo è la brutta immagine che i partiti danno da troppo tempo di se stessi! Un’immagine di inutilità!
Brano Tratto dal quotidiano di Vito Bubico 1° parte