mercoledì 1 febbraio 2012

L'inganno e il sienzio di Martoranno. Il ticket come estorsione. Senza ricetta costa di meno


Caro Assessore Martorano,
le scrivo un’altra volta. La terza. E stavolta, dopo una precedente accusa e un precedente ringraziamento, è una lettera di scuse.
Sì, mi scuso se mi sostituisco a Lei e a chi dovrebbe fornire corrette informazioni ai cittadini lucani riguardo le prestazioni sanitarie che non so di certo quanto costano alla Regione, ma che di sicuro quotidianamente fanno affluire considerevoli somme nelle casse dell’Ente che le ha conferito a nome e per conto nostro un interessantissimo stipendio per governare la sanità in Basilicata.
Somme queste – mi consenta – che in alcuni casi hanno per noi lucani bisognosi di cure e controlli il sapore amaro di una estorsione. Dell’obbligo della doppia ricetta (che raddoppia gli esborsi per i cittadini, ma non i costi per la Regione) ho parlato nella scorsa lettera. Stavolta voglio invitare i cittadini che devono sottoporsi ad analisi del sangue e delle urine ad aprire gli occhi e chiudere il portafoglio. Ho scoperto quasi per caso che per questo tipo di prestazioni sanitarie non c’è l’obbligo di prescrizione da parte dei medici. Cosa significa? Lei, assessore, lo sa bene, probabilmente i cittadini lucani no, almeno non tutti sicuramente. Allora lo spiego io. Quando con l’impegnativa “rossa” del proprio medico curante ci si reca in un laboratorio privato, ad esempio, per degli esami che costano 39 euro, se ne pagano altri 12 come ticket e 16 per la ricetta. Totale 67 euro. Lo stesso accade se ci si rivolge ad una struttura pubblica: si pagano sempre e comunque analisi, ticket e ricetta.
Se invece ci si reca presso un laboratorio privato senza impegnativa, e si chiede di effettuare le stesse analisi, si risparmiano 16 euro: non si paga la quota relativa alla ricetta.
Ecco allora, assessore, che viene in ballo la mancata corretta informazione ai cittadini, a tutto vantaggio di soldi in più che entrano nelle casse della Regione, ma in maniera poco corretta, quasi truffaldina. E allora io mi sostituisco a lei e a chi dalla Regione dovrebbe provvedere alla corretta comunicazione esterna e avviso i lucani: “se avete bisogno di analisi del sangue e delle urine e vi fidate di un laboratorio privato, andate con un semplice elenco delle analisi da effettuare: risparmierete così dei bei soldini. Se invece lo preferite, continuate pure a recarvi dal vostro medico e farvi prescrivere come sempre fatto le stesse analisi per poi farle effettuare dove meglio credete, ma sappiate che vi costerà un bel po’ di soldi in più”. Assessore, questo dovrebbe sostanzialmente essere il messaggio corretto che mi aspetto a nome di tanti lucani che venga diffuso dal suo assessorato o, meglio, dal “nostro” assessorato, visto che fino a prova contraria lei è in definitiva solo un “dipendente pro tempore” di noi lucani che pretendiamo chiarezza e correttezza da chi ci amministra.
Scuse fatte, alla prossima, ma intanto… una risposta ai lucani, dopo tre lettere, quando la dà?