buongiorno.spero lei voglia accogliere queste piccole osservazioni su quanto si và delineando nella presunta area di centro policorese viste le dichiarazioni apparse pochi giorni fà su "il metapontino".Nella foto la redazione ritrae il signor Marsano ,forse ideatore e coordinatore di questo laboratorio.Ora mi chiedo:premettendo che le ispirazioni personali e le logiche elettorali sono del tutto legittime, è giusto citare i liberi e forti di sturziana memoria ?credo proprio di no.Cosa hanno a che fare col popolarismo persone che hanno come curriculum candidature con la destra estrema alle recenti elezioni provinciali?ha senso includere chi ha trascorso il proprio passato politico nel movimento sociale e che per ovvie strategie si sganciano dalla destra per dichiararsi popolari?E’ un anomalia o no che la DC attuale a cui dice di appartenere è organica ancor’oggi al Pdl berlusconiano?e poi siamo sicuri che l’utonomia “lombardiana” abbia affinità con quella degasperiana?O basta il passato di qualcuno per riempire il contenitore e accreditarsene la derivazione?proprio lei,Marsano ,che di quel periodo è stato un protagonista locale non doveva aggrapparsi alla storia per lanciare un progetto anomalo come quello policorese, specie in questi giorni che a Caltagirone si sono riuniti tanti suoi ex colleghi di partito.dietro un progetto e un idea di società ci sono uomini e facce che lo debbono portare avanti e mi permetta di dire che in questo caso queste facce non possono rappresentare il popolarismo . bastava semplicemente dichiarare il proprio intento di non voler supportare né il pdl ne il pd e dichiararsi semplicemente liberali e liberi da Potenza(…).ma anche qui forse c’è qualcosa che non quadra.E’ammirevole però quando asserisce la volontà di creare una società più solidale e aggregata cosi’ come i liberi e forti avevano la propria idea di comunità: “Potremmo dire che lo sforzo di Sturzo è stato quello di evitare l’alternativa comunità-stato, dono-contratto, e di trovare anzi un punto di sintesi: ecco cos’è “la Repubblica delle città”. L’intuizione fondamentale sarà quello di individuare la comunità come il luogo in cui si incontrano l’io e il tu, «la vera comunità non nasce dal semplice fatto che le persone nutrono sentimenti reciproci ma dal fatto che tutti siano in reciproca relazione vivente con un centro vivente, e che siano tra loro in una vivente relazione reciproca». È evidente che l’inserimento del “centro vivente” introduce nella comunità un elemento religioso importante, che non la limita, ma la rafforza e le dà senso.”Basterà un idea di intenti a far riemergere l’idea popolare?ci sarà da lavorare e spero lo si faccia con serietà senza troppi protagonismi individuali.