sabato 24 dicembre 2011

Lettera a Babbo Natale di No Scorie

Come nostra consuetudine anche noi ogni anno scriviamo la nostra letterina, questa però sarà l’ultima, No Scorie ha compiuto otto anni e abbandonerà questa fantastica corrispondenza per guardare una più cruda realtà. Anche quest’anno come l’anno scorso non chiederemo doni, il motivo è sempre lo stesso: c’e la crisi. La crisi per chi ha poco o nulla non finisce mai, anzi si accentua sempre di più, allo stato dei fatti i ricchi diventeranno sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Il “sistema” o come dicono a Napoli “o sistema” è studiato in modo che chi fa i debiti possa rivenderli guadagnando sempre di più, e a pagarli sono poi quei cittadini che il debito non lo hanno nemmeno contratto. Alcuni ci classificano come cattivi,
e noi per coerenza quest’anno ti chiederemo di dispensare, risparmiare o togliere qualcosa a chi ha troppo o poco: Il cesto di frutta sulla tavola natalizia non è più buono, si è trasformato in un cesto di frutta marcia per produrre biogas nelle città della frutta; L’albero di Natale non serve più, vicino al presepe dei Sassi, i Megawatt. delle pale eoliche hanno sostituito anche le luminarie; Porta da bere al bue e l’asinello di Gorgoglione, la sorgente della montagna dopo 50 anni è diventata arida da quando le trivelle cercano petrolio;
Purifica l’acqua del Pertusillo: i potabilizzatori non tolgono i metalli pesanti e gli idrocarburi; Non dare soldi all’Università lucana, i professori sono troppo occupati a progettare le discariche tossiche sulla diga di Senise. Stacca il riscaldamento al Consiglio regionale, gli piace bruciare rifiuti e c.d.r negli impianti a "Bio-affari" (oltre 100 mw in progetto) pagati dalla Tarsu dei cittadini;Non fare più analisi in Basilicata e a Fenice, la colpa è degli abitanti di Lavello che si ammalano subito; Zero privilegi, comunque per tutti, non abbiamo bisogno del dipartimento della monnezza e dell’assessorato agli idrocarburi; Basta contratti sul lavoro, alla Sata: dopo 10 anni si torna indietro mentre il precariato all’Itrec è diventato addirittura nucleare;
Il combustibile nucleare di Elk River, Saluggia e Caorso non serve, in Italia non faremo più centrali nucleari;Per il freddo Natale porta invece tanti codici civili e penali da bruciare in Basilicata: con la nostra “ burocrazia criminale “, è più facile autorizzare una trivella e una discarica, che appendere una Stella Cometa davanti alla porta; La poltrona lucana al ministero sviluppo economico può attendere, sono 40 anni che si svende la Basilicata al nucleare, alla chimica, ai petrolieri e ora alle lobby dei rifiuti, provocando emigrazione, danni alle acque, all’agricoltura e alla salute umana; A chi vuole un libro puoi portargli il racconto del viaggio dello "Smemorandum in Camper", per ricordare agli smemorati che la Basilicata ha una storia, una coscienza e un'identità che non può essere baratta con l’incoscienza, l’incompetenza, il clientelismo, gli affari o le tessere di partito. A tutti gli altri e ai cinquemila di Policoro che si sono uniti in una grande catena umana tra il mare e la terra lucana contro le trivellazioni petrolifere in Basilicata i nostri sinceri auguri di Buon Natale.

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