venerdì 9 dicembre 2011

Ancora sperperi ingiustificati per la Regione Basilicata.

Sperpero di danaro pubblico, dopo le vicende del pignoramento alla Regione Basilicata per la questione Icla Spa, dagli organi di informazione si è appreso di una altra “disavventura” o meglio di un ordinario sperpero di fondi europei. Mi riferisco alla vicenda della condanna da parte della Corte dei Conti nei confronti della società di formazione Oxford School che dovrebbe risarcire circa 267mila euro alla Regione Basilicata per alcuni corsi di formazione previsti dal Por Basilicata 2000-2006. Certo, si potrebbe dire che in questo caso specifico sia l’ente regionale ad essere “leso” da parte di un privato. Però, riflettendo anche solo per un attimo, viene la spontanea domanda: cosa è successo e come possa essere successo. Secondo la Corte dei Conti- da quando apprendiamo dalla stampa- la società in questione ha utilizzato uno stratagemma alquanto semplice per addebitare alla Regione Basilicata l’intero contributo di corsi di formazione invece dei contributi previsti variabili dal 50% al 70%. Sottolineiamo che si tratta di circa 14 corsi di formazione, quindi non soltanto di un singolo caso. Come può essere successo? Questo ed altri quesiti li ho rivolti direttamente al Governatore Vito De Filippo, tramite atto istituzionale con interrogazione. Innanzitutto, se la vicenda corrisponda al vero e se nel caso affermativo come mai questa irregolarità- macroscopica poiché ripetuta per ben 14 volte – non sia mai emersa da qualche controllo interno delle strutture regionali sia preventivo che finale , immaginando che esistano rendiconti finali sui corsi. Ho anche chiesto al Presidente De Filippo il dettaglio del programma delle attività formative nell’ambito del Por Basilicata 2000-2006 presentate dalla società Oxford School e quante ne siano state finanziate con il relativo importo e se vi sono fattispecie similari che coinvolgono altri soggetti. Ancora una volta ritorna alla ribalta il fenomeno “formazione” che in Basilicata si sta caratterizzando nella migliore delle ipotesi come un assegno di povertà “non formante” per i giovani ma purtroppo anche quale sistema strutturato per mantenere in vita un circuito di enti e società di formazione ed una pletora di formatori. Si garantisce così il reddito con soldi pubblici a privati mentre i giovani cervelli lucani emigrano o rimangono disoccupati.

Dopo tanti milioni di euro piombati dalla Generosa Unione Europea sulla sprecona Lucania, quali sono stati i reali benefici in termini di occupazione per i “giovani formati”?

Credo ben pochi ma attendo una risposta suffragata da dati reali e concreti e senza alcuna retorica o demagogia.

Cons.re Regionale Gianni Rosa