venerdì 2 settembre 2011

Vendola , non chiederci altra acqua , ma difendi quella che già la Puglia preleva dalla Basilicata


NoScorie Trisaia chiede alle forze politiche e sociali, ma soprattutto ai cittadini e agli agricoltori, il senso del possibile raddoppio della canna del 3000 m.c./s. di acqua che svuoterebbe il bacino di Monte Cotugno a Senise a vantaggio della Puglia e a danno della Basilicata e della sua autonomia. Non si tratta di non dare acqua ai vicini pugliesi, anzi, per No Scorie è un dovere dividere questo bene prezioso con chi non ce l’ha, ma la questione acqua, vogliamo ricordare ai lucani e ai pugliesi, al pari del petrolio e di ogni forzatura fatta all’ambiente e al territorio lucano, ci è sempre stata venduta opportunità di crescita e di scambio di favori per un ritorno economico e occupazionale che non c’è stato. A distanza di 20 anni sia di attività estrattiva mineraria che di prelievo di acqua dai nostri invasi, la Basilicata, nonostante le promesse, è rimasta la regione col più alto tasso di disoccupazione e più povera d’Italia (dati Istat).

È bene ricordarcelo. Sarebbe ora che i lucani si svegliassero al fine di vendere a caro prezzo le loro risorse e al fine di non farsi più abbindolare da false promesse occupazionali ed economiche che sottendono invece ad un vero e proprio sfruttamento. La Basilicata sembra l’Africa del colonialismo occidentale, il continente più pieno di risorse e più pieno, al contempo, di morti di fame.

Il governatore Niki Vendola, anziché partecipare anch’egli a questo neo-colonialismo esercitate da imprese favorite da una politica regionale compiacente, visto che si pone oramai come esponente nazionale e non solo come governatore della Puglia, si faccia anche garante dell’economia e della legalità lucana. Sia non partecipando anch’egli a questo sfruttamento del territorio senza garanzie di rispetto dell’ambiente e sia non cercando di eludere l’inquinamento grave del Pertusillo – diga che fornisce prevalentemente acqua ai pugliesi e alle attività minerarie delle società petrolifere che operano in Basilicata – chiedendo il raddoppio della più pulita acqua della diga sul Sinni. Al governatore Vendola ricordiamo che all’inquinamento delle falde e dei corsi di acqua non si sfugge con nuove condotte, sia perché l’attività mineraria col Memorandum firmato da Vito De Filippo e Guido Viceconte non lascerà intatta nessuna area geografica della Basilicata, e sia perché esiste una traversa di collegamento, la Gronda dell’Agri, che conduce il troppo pieno del Pertusillo – inquinato da metalli pesanti, idrocarburi e sostanze organiche -, nella diga di Senise.

Dunque, se il raddoppio della condotta di Monte Cotugno, sottende ad un modo per sganciare la Puglia dall’inquinato Pertusillo, avvisiamo il governatore che sarà uno sforzo politico ed economico inutile, se non si interviene chiedendo una moratoria delle attività estrattive, visto che i nostri problemi – l’inquinamento del circuito dell’acqua sono fondamentalmente i problemi dei pugliesi. Meglio farebbe Vendola ad agire come leader nazionale e a non scimmiottare i politici regionali che furbescamente cercano di rifilare le responsabilità della salute del Pertusillo e dell’Agri ai contadini e ai cittadini della Val d’Agri, che da sfruttati stanno mediaticamente passando alla categoria di sfruttatori.

Vendola, in sostanza, faccia il leader: chieda che venga bonificato svuotandolo – il lago del Pertusillo a garanzia della sua Puglia e utilizzi i fondi Fas non per realizzare una seconda canna da Senise, ma per far funzionar i depuratori dei paesi lucani, migliorare le condotte colabrodo esistenti e per far tutelare le acque da chi le inquina di metalli pesanti e di idrocarburi.

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