sabato 18 giugno 2011

E si preoccupano delle dimissioni di Viti

Di Francesco Antonio Rizzo

Nel 2010 la diminuzione del 5,7 per cento dell’occupazione in Basilicata ha risentito molto dei dati negativi legati all’occupazione, con livelli superiori rispetto al Mezzogiorno e al resto d’Italia: di conseguenza anche le vendite al dettaglio (compresa la grande distribuzione) hanno continuato a registrare il segno negativo (quattro per cento), minore del 2009 (calo del 5,3 per cento), ma superiore al livello nazionale (meno 2,6 per cento). Il dato principale che emerge dal rapporto “L'economia in Basilicata nel 2010”, ha detto il direttore della filiale di Potenza di Bankitalia, Giancarlo Fasano, “riguarda quindi la differenza dei dati lucani dal trend, maggiormente positivo, del Sud e del resto del Paese, con un andamento ancora recessivo, anche se attenuato in termini di ritmo di diminuzione”: in questo senso è emblematico il dato relativo al Pil regionale ( meno 4,5 per cento) con una diminuzione di un punto rispetto al 2009 e opposto al livello medio nazionale (1,3 per cento) e meridionale (0,2 per cento), “e collegato per lo più alle esportazioni”.

In Basilicata, infatti, il protagonista principale del flusso dell’export è il settore dell’auto (meno 24,3 per cento), a cui si aggiunge un settore turistico “che ristagna” per soggiorni e spese. In questo contesto si inserisce anche l’aumento del credito erogato dalle banche alle imprese (3,2 per cento) e alle famiglie (5,9 per cento), con un livello complessivo di “sofferenze” sulla restituzione dei prestiti concessi di circa 65 mesi, rispetto ai 54 italiani e ai 57 meridionali. Restano, infine, “forti” i deficit infrastrutturali, in particolare per le reti di trasporto, con “un’accessibilità nettamente inferiore” alla media del Mezzogiorno, e con un indicatore di “interconnessione stradale”, cioè “i collegamenti con i mercati di sbocco nazionali”, secondo cui la Basilicata “non ha ancora raggiunto il livello dell’Italia del 1970”. Cfr: Gazzetta del Mezzogiorno.

"Ben altre nobili ragioni avrebbero meritato le dimissioni di Viti".

Per una volta che gli inciuci spartitori di poltrone saltano e che il luogo deputato alle decisioni assunte (il Consiglio) scombina gli accordi presi nelle impenetrabili stanze dei partiti e dei due principali schieramenti, nei quali, poi, si affermano le decisioni e gli interessi di tre o quattro individui, secondo modilità più coerenti con patti di "rinascita democratica", che tanto cari sono a Berlusconi ed a qualche altro illustre ed inquietante personaggio in voga nel passato (ma forse ancora oggi), piuttosto che con il vero esercizio democratico, ci dobbiamo fustigare e strappare le vesti?

Io credo che la rettitudine etica e la lealtà istituzionale abbiano ed abbiano avuto ragioni più nobili per essere invocate ed esercitate e che le dimissioni dagli scranni di tanti personaggi dal grande eloquio e dall'inossidabile potere sarebbero state più apprezzate al cospetto dei tanti disatri che stanno combinando nella nostra ragione.

A persone così attente al proprio ruolo istituzionale ed al bene comune, per esempio, per dare un segnale di rottura, dimettendosi dalla propria carica, da ultimo, non poteva sfuggire l'occasione, per una rinuncia di denuncia più nobile, data dal rapporto di Bankitalia (di cui nessuno parla) (v. articolo della Gazzetta sopra riprodotto) sullo stato spaventoso di irreversibile agonia in cui è stata ridotta la Regione dal "leale" inciuciare di destra e sinistra, ciascuna dedita alla recita del proprio ruolo, intriso di prebende e di privilegi, sia per le posizioni di governo, sia per quelle cosiddette di opposizione, che, sole, con fare "etico e leale" non vengono mai scalfite.

2 commenti:

  1. E' inutile lamentarci di queste persone se poi tornate a votarli...
    Si sono riempiti gli uffici pubblici di gente di fiducia, hanno sistemato persone che non valevano nulla, hanno intascato centinaia di euro con i loro "piccoli" stipendi, hanno svenduto il territorio, regalando il petrolio all'ENI, hanno le mani in tutti gli enti locali, vanno a braccetto con l'opposizione e hanno creato e continuano a creare centinaia di migliaia di precari....
    Il popolo Lucano, ridotto ormai all'osso, emigra per cercare lavoro, proprio come succedeva dopo il dopoguerra...
    E loro, i nostri politici cosa fanno per evitare o almeno tamponare tutto ciò?
    Si dividono gli incarichi, i territori, si aumentano gli stipendi, passano da uno schieramento all'altro e al massimo organizzano i soliti corsi di formazione, giusto per creare più clientelismo e precariato...
    Ma la cosa che fa più male è che più schifo fanno, più la gente li vota, speranzosi di vedersi prima o poi un figlio, un parente o un amico sistemato...
    A tutto questo si può ovviare. Alle prossime votazioni, basta mettere la croce al posto giusto, o non metterla da nessuna parte, se non ne vale veramente la pena. BASTA votare i soliti personaggi che da 35 anni sono sempre gli stessi.
    BASTA vedere sempre i soliti Bu.,Fo.,Ch.,De.Fi.,Ni.,Sa.,Ma.,Vi.,ecc...

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  2. è proprio vero!!!!!!questa è una regione di merda!!!!caproni speranzosi!!!!!la gente intelligente piuttosto che rimanere qui a farsi seviziare da questa gente emigra!!!!turismo ma che razza di turismo!!questo è terzo mondo!!!!

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