lunedì 8 novembre 2010

Ospedali lucani ormai al collasso

Filippo Mele
Gli ospedali della Basilicata sono al collasso tra liste di attesa chilometriche ed organici sottodimensionati. Ed i cittadini sono costretti a file bibliche alla dimissione o dopo visite specialistiche per ottenere le ricette della «mutua». È il quadro a tinte fosche che ha disegnato della realtà «ospedalocentrica» della sanità lucana la segretaria regionale di Cittadinanzattiva, Maria Antonietta Tarsia.

«Purtoppo – ha dichiarato l'esponente del movimento di volontariato – la situazione delle nostre strutture ospedaliere è alquanto deficitaria nei rapporti con gli assistiti soprattutto per quel che più direttamente tocca le loro aspettative di salute. La notizia riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno lunedì scorso, «Visita medica tra due anni paga e diventano 10 giorni», è emblematica. Possiamo avere reparti efficientissimi ma quando l'ammalato telefona al Cup e si sente dare date bibliche salvo farsi controllare a pagamento nello stesso giorno, allora salta l'immagine complessiva del sistema».

La presidente di Cittadinanzattiva non ha usato mezzi termini: «Si tratta di un autentico scandalo. Abbiamo chiesto all'assessore regionale Attilio Martorano di affrontare il problema. Siamo in fase di elaborazione del nuovo Piano sanitario regionale. Chissà che non ne esca fuori qualcosa di buono». La stessa Tarsia, tra l'altro, ha ricordato che aveva chiesto ai direttori generali delle Asl e delle aziende ospedaliere di verificare il rapporto tra visite pubbliche e private effettuate dai medici. Cosa che non è stata possibile. «Un direttore mi ha detto ufficiosamente che lui non fa il... finanziere. La verità è che questi manager sono giudicati in base ai risparmi che ottengono. L'utenza è il loro ultimo pensiero. Ed alle nostre sezioni del Tribunale del malato la fila per le lamentele è interminabile. È vero che gli organici degli ospedali sono sottodimensionati ma perchè una visita a pagamento si ha in 2 giorni e con la “mutua” in 2 anni?».

Ospedali, dunque, nell'occhio del ciclone. Anche per altri motivi. Ancora la segretaria di Basilicata di Cittadinanzattiva: «I medici ospedalieri hanno una sorta di repulsione ad utilizzare le ricette rosse, quelle del ricettario unico nazionale. Così, non vengono consegnati o prescritti ai pazienti dimessi dai reparti quel che è stato previsto dalla stessa Regione: il fabbisogno di medicinali per i primi 10 giorni di cura. Senza costringere i parenti dell'ammalato ad andare dal medico di famiglia od alla guardia medica per ottenere le prescrizioni mutualistiche. Una misura di contenimento della spesa e di funzionalità del sistema che viene applicata a macchia di leopardo. Così anche per il via vai dei pazienti dal medico di base allo specialista e viceversa. Abbiamo utenti che vengono da noi perchè i medici di famiglia non vogliono più copiare le ricette altrui. Chi decide le prescrizioni di farmaci ed esami se ne deve assumere le responsabilità».

Tarsia ha citato, ad esempio, casi eclatanti di trascrizioni di numerose ricette specialistiche provenienti dal San Carlo, ad esempio, per coppie che debbono sottoporsi alla fecondazione assistita o dal Crob di Rionero per ammalati oncologici. Materie sui quali i medici di medicina generale non hanno competenza. «L'uso del ricettario Asl – ha concluso Tarsia - funzionava nella ex Asl 5 di Montalbano Jonico con l'ultimo direttore generale (Pietro Quinto, oggi direttore generale del Dipartimento alla salute, ndr) che ha fatto pagare ai medici inadempienti la spesa sostenuta in più per il mancato utilizzo del ricettario rosso. Fatta una norma, servono le sanzioni. Che vanno applicate. Altrimenti, il sistema sarà sempre più pesante da sopportare per i cittadini costretti a file interminabili per ottenere le prestazioni ed i farmaci di cui hanno (tratto dalla Gazzetta del Mezzogiorno)

2 commenti:

  1. Questi sono i ringraziamenti dei nostri cari politici Lucani...votati da noi "creduloni e speranzosi"...
    Una volta andati al potere si dimenticano di tutto e tutti,portando avanti solo i cavoli loro e di qualche super lecchino...
    Ecco perchè dobbiamo fare molta attenzione quando si tornarà alle urne,solo così forse potremmo auspicare ad un cambiamento di rotta...

    Questa regione non fa nulla per i giovani disoccupati,sa soltanto gettare fumo negli occhi,organizzando corsi di formazione dove vieni sussidiato per qualche mese,per poi tornare nuovamente disoccupato,sempre se tramite raccomandazione riesci ad entrare...
    Così creano precari su precari,ma del resto questi sporcaccioni di politici Regionali compresi i Senatori,vogliono proprio questo, cioè il clientelismo, perchè chi vuole il sussidio per qualche mese,si deve andare ad inginocchiare da questi barbari e se c'è posto nella loro graduatoria,forse ti "incacchiano", altrimenti ti palleggiano e intanto si fanno i fatti loro...
    Tutti a casa alle prossime elezioni...

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  2. Purtroppo si continua con il solito clientelismo: i nostri cari "vecchi" politici che continuano ad intrallazzare,a farsi i loro interessi e a vendere favori a signore disinvolte.. magari, con i tempi che corrono, stando solo un pelino più attenti.Tipo(è cosa di questi giorni): "piazziamo la mia amica a Chiaromonte, poi la la tua la sistemiamo a Policoro"; sperando così di far perdere i collegamenti. E sprofondiamo sempre di più, con incompetenti a bloccare o rallentare la cosa pubblica e meritevoli e capaci a spasso!!!!!
    un ex elettore deluso

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