P O L I C O R O. L’associazione “Il Cantiere di Poli c o ro ”, che intende affrontare argomenti di pubblico interesse, attraverso dibattiti e incontri con i cittadini e le forze politiche, ha esordito con uninterrogativo su un argomento che fa discutere molto:“Ospedale di Policoro: Prossima soppressione?”.Nel salone parrocchiale di piazza Eraclea ha introdotto i lavori Ottavio Frammartino, uno dei fondatori dell’associazione, mentre l’o d o n t o i at r a Raffaele Palmieri ha fatto la cronistoria dell’attività ospedaliera, ricordando che l’ospedale ha iniziato a funzionare nel novembre del 1970, diventando nel tempo il terzo polo ospedaliero della regione. Animato e partecipato il dibattito. L’or topedico Giambattista Parciante, medico ospedaliero, è entrato nel vivo dei problemi parlando del ridimensionamento che sta subendo l’ospedale con l’accorpamento all’Asl di Matera, in particolare per i servizi specialistici, le cui convenzioni non sono state più rinnovate allo loro scadenza. «Le liste di attesa ha denunciato – che, con l’Asl n.5 erano state quasi azzerate, ora raggiungono tempi allucinanti. Non si parla di mesi, ma di anni. Il Centro di osteotrissia ad onde d’urto, accorsato ed apprezzato, non funziona da tre mesi e le liste di attesa sono arrivate già al 2013. C’è come un disegno – ha continuato Parciante – di
voler ridimensionare servizi e prestazioni per incrementare l’ospedale di Matera, ignorando che se non trovano più i servizi a Policoro, i pazienti non scelgono Matera, ma vanno a ricoverarsi fuori regione. Noi vogliamo un ospedale normale, restituendogli tutte le potenzialità e incrementandole per assolvere ai carichi di lavoro che lo caratterizzano». Carichi di lavoro che affliggono tutti i reparti e sono insostenibili per il Pronto soccorso attivo. Non è più tollerabile la situazione in cui il Psa svolge la sua attività, accampato in locali insufficienti, in attesa di una ristrutturazione che dura da troppi anni. Proprio in un periodo in cui anche l’Alto Jonio calabrese si riversa su Policoro. Su questo aspetto si è soffermato in particolare Antonio Di Sanza, mentre Vincenzo Montagna ha invitato tutti «alla mobilitazione, dopo i tanti campanelli di allarme di
spoliazione del territorio». Il presidente della commissione regionale Sanità, Rocco Vita, chiudendo i lavori ai quali hanno partecipato anche i consiglieri regionali Vincenzo Santochirico e Nicola Benede t t o, ha fugato qualsiasi preoccupazione sul futuro dell’ospedale di Policoro, «che si è ritagliato un suo spazio e va potenziato nell’interesse di tutta la sua utenza, regionale ed extraregionale, come prevede il nuovo piano sanitario regionale, in discussione presso la commissione che presiedo».
Assediata da abitazioni e attività commerciali
Anche l’area esterna andrebbe riqualificata
P O L I C O R O. Prima o poi finirà anche la ristrutturazione per trasferire il Pronto soccorso attivo in locali idonei, eliminando l’accampamento attuale. A quel punto saranno completati i lavori che da molti anni stanno interessando l’ospedale “Giovanni Paolo II”. Ma già da oggi sarebbe opportuno che si pensasse a dare una immagine decente anche della struttura esterna. A cominciare dai parcheggi esterni ed interni, con un via vai di persone, che più che far pensare ad un ospedale, sembra l’anticamera di un mercato generale. Chi deve provvedere non perda tempo, salvaguardando quel poco che si può ancora sottrarre al cemento e alle centinaia di abitazioni ed attività commerciali, che si stanno ammassando intorno alla struttura ospedaliera.
Nicola Buccolo (Tratto dal gazzetta del mezzogiorno)
A quanti milioni di euro che hanno speso per rifare l'ospedale di Policoro, l'avrebbero fatto daccapo, nuovo di zecca e avrebbero pure risparmiato qualche decine di euro...
RispondiEliminameglio se diceva la sua zona eeeeeeeee
RispondiEliminai lavori del pronto soccorso sono fermi, cittadini andate a controllare, ci stanno prendendo tutti in giro, l'intenzione è chiudere l'ospedale, togliendo a poco a poco i servizi, agli OSS e agli infermieri, ai medici con contratto a termine non viene più rinnovato. Muoviamoci, fra non molto ci ritroveremo senza il nostro ospedale.
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