sabato 11 settembre 2010

CESAREI A RAFFICA NASCERE DIVENTA SEMPRE MENO EVENTO NATURALE

di MIMMO SAMMARTINO
Ma venire al mondo è ancora un evento naturale o bisogna rassegnarsi a considerarlo una patologia? A giudicare dalla moltiplicazione dei parti cesarei si direbbe che, ormai, la fisiologicità della nascita sia roba del passato. Quando neanche si concepiva l’idea di «programmare» i parti e al taglio cesareo si ricorreva solo in caso di oggettive complicazioni per madre o nascituro. Basta scorrere i dati per capire che ora le cose non stanno più così. Per l’Oms (Organizzazione mondiale sanità) la soglia accettabile dei cesarei, sul totale dei parti, non dovrebbe superare il 15%. Limite che il Ministero della salute innalza al 20%. La media italiana viaggia oltre il 38%. E con differenze significative.

In base ai dati dell’Onda (Osservatorio nazionale salute della donna) le realtà virtuose (Bolzano, Friuli, Toscana, Trento e Lombardia) si attestano su medie comprese fra il 24 e il 28%. Altre situazioni, in particolare a Sud, vantano altri (tristi) primati: con la Campania in testa (60,5%). Mentre in Basilicata, Sicilia, Molise e Puglia si pratica un cesareo ogni due parti. In diversi ospedali lucani (dati 2009 del Ministero) ci sono percentuali di riguardo: Lagonegro (68,6%), Pisticci (68,1%), Melfi (67%), Policoro (66,1%), Chiaromonte (63,6%), Venosa (60,1%). Potenza si attesta al 35,5%. In questo scenario, si distinguono Tricarico (6,9%) e Matera (15,3%).

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