sabato 8 maggio 2010

Mio figlio ucciso due volte


L’omicidio di Francesco Mitidieri e una verità lontana

FILIPPO MELE
• P O L I C O R O. Perdere un figlio, vittima di un omicidio, e non avere, a distanza di 5 lunghissimi anni di pianti e di dolore, una verità processuale fa male. Fa male a genitori che ormai non vivono che per avere giustizia da quella tragica notte tra il 7 e l’8 maggio 2005 che sconvolse la città jonica. Sandra Losignore, la madre di Fr ancesco Mitidieri, il ragioniere ucciso con una sola coltellata al cuore dopo essere intervenuto a favore del suo amico disabile, Gianfr anco P r i l l o, nel corso di una rissa davanti ad un pub, però, è serena. Nonostante tutto. Qui la gente ancora ricorda quella folle notte in cui Francesco, 23 anni, un bravo ragazzo, “Brut - ti Brutti” per gli amici, cadde sull’asfalto di via Caltanissetta. Era trascorsa da poco la prima ora della notte quando in uno dei pub della città entrarono tre giovani calabresi. Cominciarono a rivolgere, secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, pesanti apprezzamenti alle ragazze presenti tra cui la fidanzata di Prillo, artista, in carrozzella ortopedica. Sino agli spintoni verso il disabile che cadde per terra. La scena si spostò sulla strada davanti al locale. Gli amici di Prillo, tra cui Francesco, intervennero. Uno dei tre arrivati dalla Calabria, secondo l’ac - cusa, tirò fuori un coltello e colpì il ragioniere di Policoro. “Brutti Brutti” stramazzò al suolo. Alle 2.10 spirò. I carabinieri della locale Compagnia riuscirono a salvare dal linciaggio i tre calabresi. Di loro, solo An - tonio Francese, 21 anni all’epoca dei fatti, di Cassano allo Jonio (Cosenza), deve rispondere dell’omicidio di Francesco e del ferimento di Prillo. Ai funerali parteciparono in 5 mila. Ma il processo, apertosi in Corte di assise, a Potenza, il 4 giugno del 2008, procede lentissimo. «Ci avevano promesso – continua Sandra – che entro il dicembre scorso si sarebbe chiuso tutto. Invece, fra un mese, ci sarà un’altra udienza. Saranno sentiti i carabinieri del Ris. E poi chissà quante altre ce ne saranno ancora». Due udienze fa, E g i d i o, il padre della vittima, fu allontanato dall’au - la dal presidente del tribunale all’ennesimo annuncio di sospensione. Egidio esclamò: «Presidente, non ne possiamo più». «Mio marito si allontanò da solo senza attendere che intervenissero altri. Per noi questo processo è un autentico stillicidio del dolore. Ma non moleremo mai. Abbiamo diritto conclude Sandra alla verità ed alla giustizia».

2 commenti:

  1. Avete ragione a protestare .... In effetti ascoltate radio radicale l'intervista dell'Avv.Montagna alla voce...VINCENZO MONTAGNA SULLA QUERELA ED IL PROCESSO A MAURIZIO BOLOGNETTI A SEGUITO DELLA VICENDA MARINAGRI..

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  2. ricordo con affetto il mio amico francesco..
    Sandra egidio antonella e giuseppe meritano che tutti noi ci battiamo con loro per avere giustizia a questa ingiusta e prematura morte!
    nessuno di noi ti scorderà mai francè

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