lunedì 29 marzo 2010

un voto contro di lui


La sua sfida: o con me o con i giudici e la sinistra

Si sente dire: ero incerto ma dopo che ho visto Berlusconi impazzare su tutte le reti andrò a votare. La teoria dell'effetto boomerang, tante volte evocata (soprattutto dal "Corriere") a proposito di Santoro stavolta rischia di colpire il padrone delle televisioni. Anche chi scrive ha seri motivi per diffidare dei partiti della cosiddetta opposizione. Sempre meno credibili soprattutto a livello locale. Sempre più afflitti da clientele e trasformismo a scapito dei tanti galantuomini che ancora praticano una politica pulita. E dunque finché la partita era giocata sul tavolo delle amministrazioni regionali (come era giusto che fosse) un certo tipo di astensione consapevole sembrava farsi strada tra i poveri elettori del centrosinistra. Le uniche eccezioni potevano riguardare personaggi per diversi motivi controcorrente e dunque degni di attenzione. Emma Bonino, impegnata nell'impresa impossibile di governare Roma e il Lazio avendo contro tutti i possibili poteri forti, a cominciare dai monsignori e dai proprietari di cliniche. Il Nichi Vendola pugliese che dopo aver schiantato nelle primarie il candidato di D'Alema e dribblato lo scandalo escort e tangenti (Frisullo era il suo vicepresidente in giunta), sfida per la seconda volta l'armata berlusconiana con buone possibilità di ripetere il miracolo. Il Movimento 5 Stelle che, come dice Beppe Grillo, hai il non piccolo merito di aver dato in queste elezioni una possibilità a ragazzi e ragazze, ingenui e incensurati.

Tutto qua. Berlusconi si avviava dunque verso un nuovo trionfo elettorale, sia pure per abbandono dell'avversario quando ha pensato bene di esagerare. Prima imbavagliando Annozero e tutti gli spazi televisivi non ancora addomesticati. Suscitando però Raiperunanotte, che sarà ricordata come la prima rivolta civile di massa per il diritto all'informazione. Poi, ecco l'indimenticabile scena di lui che nel Tg1 del Minzolini signorsì signore, sottotitolato come presidente del consiglio e addobbato con il tricolore ordina di "tracciare la croce sul nome Polverini". Dall'aria che tira questa non dovrebbe passarla liscia. In fondo dobbiamo ringraziarlo. Quando lui dice o con me o contro di me rende tutto più semplice.

Da il Fatto Quotidiano del 28 marzo

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