giovedì 19 novembre 2009

Omicidio Mitidieri: a distanza di quattro anni e mezzo non c’è ancora un colpevole


La rabbia della famiglia in aula. L’udienza di ieri in Tribunale è stata rimandata con un nulla di fatto
POTENZA - «E’ una vergogna», sono passati quattro anni e mezzo dall’omicidio di Francesco Mitidieri, e non c’è ancora un colpevole. Ieri mattina nel Palazzo di giustizia di Potenza l’amarezza dei genitori è esplosa a margine dell’udienza del dibattimento contro Antonio Francese, ventiquattro anni di Cassano allo Jonio in provincia di Cosenza, rinviata tra le polemiche con un nulla di fatto. Il problema manifestato dal presidente della Corte d’assise, Aldo Gubitosi, sarebbe stato legato alla presenza in contemporanea di una discussione del Tribunale del riesame su una misura cautelare per un processo diverso, per cui il giudice a latere, Antonio Cantillo, si sarebbe dovuto assentare. L’esigenza di contenere i tempi per ascoltare i testimoni convocati ieri mattina, e ermettere che si svolgesse anche la seconda udienza, avrebbe suggerito che venissero assunti i verbali con le deposizioni rese nei giorni successivi alla tragedia, avvenuta a maggio del 2005, un’opzione contestata dalla difesa dell’imputato, dagli avvocati della famiglia costituita come parte offesa, e persino dalla pubblica accusa, rappresentata in aula dal pm Rosanna De Fraia della
Procura di Matera. Non potendo procedere senza il loro consenso, si è pertanto deciso di rinviare l’udienza di poco meno di tre mesi, al Febbraio del 2010. Ma a quel punto lo sconcerto è stato generale. Il padre di Francesco Mitidieri ha dichiarato di sentirsi “offeso” da quanto appena
successo. «Dopo un primo rinvio di diversi mesi, – queste sono state le sue esatte parole – c’era stato detto che le udienze si sarebbero svolte in fretta. Adesso siamo delusi. Ci dicessero cosa bisogna fare». Il dibattimento è iniziato da poco meno di un anno, e i genitori hanno deciso di non mancare mai nonostante il viaggio per andare e tornare da Policoro. Ieri mattina era presente anche il fratello più piccolo di Francesco. La madre, Sandra Mitidieri, non ha ancora svestito il lutto. «Siamo amareggiati –ha detto a mezza bocca – ci hanno ammazzato un figlio. Non so che c’è di peggio. Ho dovuto portargli i fiori e non c’è ancora giustizia. È una violenza anche questa». La corte era presente – ha aggiunto l’avvocato Giuseppe Labriola – c'erano tutti i testi, e si è rinviato in maniera del tutto anomala. Se lo stesso giudice lo stesso giorno deve comporre corte d'assise, e tribunale del riesame c’é un’evidente problema di organizzazione, e non si può pensare di attribuire la colpa agli avvocati».
Leo Amato (Quotidiano della Basilicata)

1 commento:

  1. è possibile che in un posto così affollato nessuno ha visto niente? La curiosità dei policoresi ha fatto si che tutti si godevano lo spettacolo e qualcuno qualcosa avrà visto. A distanza di anni ancora questa vicenda è intrisa di mistero.....come cxxxxx si fa?
    all'epoca la tigerpol aveva l'ufficio difronte, cosa facevano ...dormivano, perchè non hanno chiamato le forze dell'ordine, cosa che hanno fatto qualche mese pprima qnd un ragazzo era solo seduto davanti al tabacchi!
    da qui si evince l'affidabilità di questa società avvalorata dall'incendio appiccato difronte alla guardiola dell'ospedale.Soldi spesi male per chi so rivolge alla tigerpol

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