venerdì 20 novembre 2009

Mitidieri, lo sfogo dei genitori per i tempi della giustizia

Una lettera al giornale: «Com’è facile rinviare una data»
Filippo Mele• P O L I C O R O. F. Mele «Ora basta! Ho avuto sempre fiducia tanto che nelle aule giudiziarie rimango in piedi per rispetto ai magistrati ed al mio Francesco, ma ora sono veramente delusa. Io e la mia famiglia non ci sentiamo più tutelati dalla Giustizia». È quasi un grido disperato quello che affida al nostro giornale Sandra Losignore, la madre di Francesco Mitidieri, “Br utti Br utti” per gli amici, morto per una coltellata, una sola, al cuore per essere corso in aiuto di un suo amico disabile coinvolto in una megarissa davanti ad un pub la notte tra il 7 e l’8 maggio 2005. Un grido condiviso, e non poteva essere altrimenti per questi genitori così profondamente colpiti nel loro affetto più caro e così decisi nella ricerca della verità e della giustizia, anche dal marito Egidio. Due persone nobili e dignitose nel loro dolore.
Tutti qui a Policoro li ricordano nel corso dei funerali del loro ragazzo, ucciso a 23 anni, ragioniere disoccupato. Vi parteciparono in cinquemila. E tutti li ricordano
quando presero parte ad una fiaccolata portando con se un grande ritratto di Francesco… La storia dell’omicidio fece il giro d’Italia. Colpito in nome della solidarietà e dell’amicizia. Ora, Sandra ed Egidio vorrebbero che lo Stato, nelle sue articolazioni, facesse giustizia. Cosa che a distanza di cinque anni da quella terribile notte sembra ancora lontano dal verificarsi. Sandra ha affidato ad uno scritto i suoi pensieri dopo il rinvio dell’udienza del 17 novembre scorso al 9 febbraio prossimo: «Com’è facile per la Giustizia rinviare una data. Per noi sono mesi ed anni interminabili. Contiamo i giorni che non passano mai per il dolore. Chi è imputato del delitto è libero da 4 anni e mezzo. Indisturbato, ha potuto fare le sue vacanze. Il mio Francesco è in decomposizione. Non è facile guardare negli occhi chi è accusato di aver assassinato tuo figlio. Non pensate che questo martirio, dopo quasi 5 anni, possa bastare? Ci sentiamo presi in giro da questi rinvii. Martedì nell’aula c’erano tutti i testimoni e tutti gli avvocati ma il processo è stato ugualmente rinviato. Basta! Abbiamo diritto ad avere verità e giustizia».
Concetti ribaditi alla Gazzetta da Egidio: «Ci sentiamo offesi nella nostra dignità. Una grande delusione. Siamo andati a Potenza, siamo entrati nell’aula della Corte d’assise quando per motivi organizzativi del tribunale l’udienza è stata rinviata addirittura a febbraio. Avevamo avuto garanzie che il processo si sarebbe concluso nel 2009. È una mortificazione continua per noi. Quando finirà? Ci dobbiamo rassegnare? Può darsi chi qualcuno di noi morirà prima che il processo finisca».
Per Sandra ed Egidio siamo allo stillicidio del dolore. «Viviamo situazioni terrificanti. I giudici debbono sapere che noi vogliamo che il processo finisca nei tempi dovuti. Io sono deluso. Questo procedere della magistratura – ha concluso, amaro, Egidio - è indegno per i cittadini onesti».

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