giovedì 5 novembre 2009

Ma chi è che appica quegli incendi in via Agrigento?

POLICORO CITTADINI ALLARMATI PER QUANTO ACCADE NEL DEPOSITO DI BASILICATA PULITA
• Filippo Mele - P O L I C O R O. C’è allarme tra i cittadini di via Agrigento e dintorni. Lamentano il susseguirsi d’incendi al fare del giorno nel deposito della ditta Basilicata pulita, subappaltatrice del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani della città jonica. Deposito ubicato al centro tra il secondo piano di zona e l’area di nuova espansione ad ovest dell’abitato. Così, sono fioccate le segnalazioni alla Gazzetta. La prima sotto forma di una e-mail con cui ci sono state inviate 4 foto scattate alle prime luci dell’alba del 5 ottobre scorso. Si vedono densi fumi che si levano verso il cielo dall’interno del piazzale. Chi ha scattato le istantanee ha scritto di fumi maleodoranti. Insomma, brucia immondizia. Ma, chi ha appicca i roghi? Da allora sono arrivate più telefonate che ci hanno invitato a verificare di persona. Così, ieri, alle 8.10, un residente di via Macerata, con affaccio su via Agrigento, ha chiamato per l’en - nesima volta: «Se andate adesso ci sono i rifiuti che stanno bruciando. Il fumo è talmente denso che non posso affacciarmi fuori di casa o salire in terrazzo». Siamo andati a verificare. Alle 8.20, il cancello era aperto. Abbiamo chiamato prima di entrare ma non ci ha risposto nessuno. Siamo entrati. In fondo al piazzale una autobotte stava scaricando acqua su una grossa quantità di rifiuti indifferenziati che bruciava. Un operatore dirigeva il getto del liquido sulle fiamme. La puzza era così intensa da irritare la gola. Il fumo pestilenziale. Il dipendente, però, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione invitandoci a rivolgerci al numero di telefono della ditta per avere informazioni. Non abbiamo neanche potuto scattare fotografie. I residenti della zona sono inviperiti. «Si parla sempre di tutela dell’ambiente - ha detto Raffaele Apa - ma a parole e non nei fatti. Qui bruciano rifiuti, plastica, carta, tutto. Il fumo e la puzza entrano nelle abitazioni facendo diventare l’aria irrespirabile. Abbiamo segnalato il problema ma senza ottenere risultati». «Ieri, alle 7.30 - ha aggiunto Giacinto Nerino - c’era il falò nel deposito. Ho dovuto chiudere tutti gli infissi per impedire che entrasse in casa l’aria inquinata. La mattina, quando mi sveglio, debbo prima affacciarmi, se non c’è fumo esco, altrimenti resto dentro. Dal terrazzo ho visto le fiamme altre tre metri. Un falò durato più di un’ora». Poi, l’ironia: «Ogni tanto, tac la plastica ed i rifiuti si accendono. Così, da soli senza che nessuno appicchi il fuoco».

5 commenti:

  1. Siamo proprio agli antipodi della civiltà! Ma non esistono i carabinieri, l'Arpa, la magistratura, ecc.ecc.

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  2. Caro Frammartino, leggo su un articolo dove non è possibile commentare che Felice D'Amato sarebbe l'unico eletto nell'assemblea regionale del PD di Policoro.
    E Franco Labriola dove lo metti, con il suo ottimo risultato delle primarie? Forse ti da fastidio che un altro gruppo coeso radicato a Policoro vada avanti e si affermi nel PD?
    Non è, forse, che la paura perchè non vedi più la sinistra è causata dalle fette di prosciutto che hai davanti agli occhi?
    E mangiatelo sto prosciutto, d'altronde il tuo partito non ha già mangiato "la mortadella - Prodi" nella precedente legislatura?
    Comunque, cordialmente, BUON APPETITO!

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