lunedì 16 novembre 2009

I trattori della marcia su Roma partono tra segni di vittoria


POLICORO IERI MATTINA UN CENTINAIO DI MEZZI HANNO SOSTATO NELLA PIAZZA ANTISTANTE IL MUNICIPIO. SE NE SONO UNITI ALTRI CENTO «Saremo in tanti. Il governo deve ascoltare la nostra disperazione»
FILIPPO MELE
• P O L I C O R O. Aveva le lacrime agli occhi Tano Malannino, coltivatore di Vittoria (Ragusa) e presidente nazionale di Altragricoltura, quando è arrivato con i cento trattori partiti dalla Sicilia nella piazza antistante il Municipio. Erano le 10.30 di ieri. È stato spontaneo da parte dei coltivatori e cittadini in attesa far partire un lungo applauso. «Sono stanco, ma contentissimo – ha detto Malannino –. Questi applausi ci rinforzano nella nostra lotta. Li otteniamo dovunque passiamo. La crisi è di tutta l’agricoltura del Sud. La speculazione ci sta strangolando. Io sono produttore di uva e di ortaggi. Ma quest’anno è andata malissimo. A Roma dobbiamo per forza ottenere qualcosa. Arriveremo in tantissimi. Il Governo deve ascoltare la nostra disperazione».
Tutto era pronto, del resto, perché anche i cento mezzi allestiti nella mattinata dai produttori jonici prendessero anch’essi la marcia verso la capitale. Siciliani e lucani, uniti da Altragricoltura, la sigla organizzatrice, porteranno, insieme a campani,
sardi, laziali, nei “palazzi” del potere, domani, il malessere del comparto primario ancora trainante dell’economia del Mezzogiorno. «Attraverseremo il fiume Volturno – ha detto Enzo Devincenzis, del Comitato agricolo Metapontino (Cam) e del Coordinamento dei sindaci e degli assessori municipali della zona - in prossimità di Teano ed urleremo “Questa volta non obbedisco” alle multinazionali, alla grande distribuzione organizzata, al sistema finanziario. Raggiungeremo Roma domani e ci posizioneremo nei pressi del Palalottomatica lungo la Cristoforo Colombo. Nel pomeriggio il corteo partirà da piazza San Giovanni per raggiungere piazza Vittorio. In questo momento si stanno facendo pressioni presso il Governo nazionale per aprire un tavolo di concertazione col ministro delle Politiche agricole e con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per il tramite del sottosegretario Gianni Letta».
Ma il Governo risponderà? «In Grecia e Francia i Governi sono intervenuti stanziando ingenti somme per il mondo agricolo in crisi. Perché non dovrebbe farlo il Governo italiano?».
Lo sforzo organizzativo e fisico dei partecipanti, tuttavia, è notevole. Gianni Fabbris (Altragricoltura): «Marciare coi trattori verso Roma è difficile. E costoso. Nei giorni scorsi abbiamo lanciato una sottoscrizione fra gli agricoltori ed i cittadini che stanno sostenendo la nostra vertenza. Per ogni trattore occorrono 1.000 euro di spese (fra gasolio e costi vari). Mille euro per ogni mezzo autofinanziati dagli agricoltori con la colletta nei giorni scorsi. Nonostante la fatica, però, abbiamo la speranza che, finalmente, qualcosa si risolva. Al Governo consegneremo le delibere delle Regioni Sicilia e Basilicata che hanno chiesto la dichiarazione dello stato di crisi del settore». E molti agricoltori, partendo, hanno salutato i policoresi con il segno della vittoria.