sabato 3 ottobre 2009

Mentre la gente di Matera fischia Napolitano, De Magistris lo accusa di averlo lasciato solo e lascia la Magistratura


Luigi De Magistris, ex pm di Catanzaro, ora eurodeputato dell'Italia dei valori, annuncia il suo addio definitivo alla magistratura (si era messo in aspettativa) in una lettera al capo dello Stato e presidente del Csm, Giorgio Napolitano, pubblicata sul quotidiano «Il Fatto», in cui usa toni duri contro il presidente della Repubblica. «È una lettera che non avrei mai voluto scrivere- spiega De Magistris - è uno scritto che evidenzia quanto sia grave e serio lo stato di salute della democrazia nella nostra amata Italia. È una lettera con la quale le comunico, formalmente, le mie dimissioni dall'ordine giudiziario». L'esponente Idv sottolinea: «Ho avuto la fortuna di fare il magistrato, il mestiere che ho sognato» perché «la magistratura è nel mio sangue. Per questo, ho deciso di prendere le funzioni di Pm in una sede di trincea, di prima linea nel contrasto al crimine organizzato: la Calabria».

ISOLAMENTO - Un lavoro, continua a cui «ho dedicato gli anni migliori della mia vita, dai 25 ai 40 anni», al prezzo di «sacrifici enormi, personali e familiari, ma nessun rimpianto. Parallelamente al consolidarsi dell'azione investigativa svolta si rafforzavano le attività di ostacolo che puntavano al mio isolamento». Attività che «talvolta - denuncia - provenivano dall'esterno delle Istituzioni, il più delle volte dall'interno: dalla politica, dai poteri forti, dall'interno della magistratura». Secondo l'ex pm, «gli ostacoli più micidiali all'attività dei servitori dello Stato sono i mafiosi di Stato».

LO STOP ALLE INDAGINI - E per fermare «questi servitori dello Stato- osserva l'eurodeputato- oggi non è più necessario ucciderli» perchè «si può raggiungere lo stesso risultato con modalità diverse: al posto della violenza fisica si utilizza quella morale, la violenza della carta da bollo, l'uso illegale del diritto o il diritto illegittimo, le campagne diffamatorie della propaganda di regime». La lettera prosegue: «Ebbene signor presidente, lei dovrebbe conoscere, sempre quale presidente del Csm, le attività che sono state messe in atto ai miei danni» e condotte «al solo fine di bloccare indagini che avrebbero potuto ricostruire fatti gravissimi commessi in Calabria (e non solo) da politici, di destra, di sinistra e di centro, da imprenditori, magistrati, esponenti dei servizi segreti e delle forze dell'ordine».

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Pur non condividendo la scelta politica di Luigi De Magistris , questo blog condivide questa lettera sia nei toni che nella sostanza. Noi per quel poco che potevamo fare abbiamo sempre sostenuto l'uomo ed il magistrato e ci siamo battuti perchè gli fosse consentito di concludere le indagini. A De Magistris possiamo dire che ci troverà al suo fianco per le battaglie sulla legalità e contro la corruzione , affinché le notevoli risorse del mezzogiorno non servano ad arricchire il ceto politico ma vengano utilizzate per lo sviluppo ed il lavoro del popolo Meridionale.

Così come lo ringraziamo per questa bellissima lettera , che ci motiva ad andare avanti , perché molte volte anche noi ci sentiamo soli , oggi invece , grazie anche a lui ,siamo consapevoli di essere in molti.

Ottavio Frammartino

6 commenti:

  1. Caro Ottavio, è dura, ma, alla fine, qualcosa di nuovo accadrà.
    Non auspichiamo ferri ai polsi per nessuno (non ce ne importa e, anzi, non lo vogliamo), ma il ripristino delle regole ed il ripristino delle categorie di ciò che è lecito e di ciò che lecito non è.
    Auspichiamo il ripristino dello Stato di diritto, in luogo di un sistema fondato sui rapporti personali ed i privilegi.
    Auspichiamo che i più si destino dal loro torpore e che comprendano che i privilegi, per loro natura, sono per pochi, e che, per i più, è ... "più conveniente", l'applicazione della Legge, che è il potere dei deboli (in senso economico e materiale e non certo per le qualità personali).
    La risorsa prima per il Sud è la legalità, senza di essa nessuna risorsa può essere utilmente usata per il bene comune.
    In tal senso, in questi giorni, per noi del Sud e della Lucania in particolare, è stata più importante e più utile la scelta del Presidente Fini, che ha deciso di rinunciare al lodo Alfano, dando sotanza, prestigio ed autorevolezza all'elevato ruolo istituzionale che ricopre, piuttosto che, con ogni più ampio rispetto dell'ancor più elevato ruolo istituzionale pure rivestito, la visita routinaria, paternalistica e certamente infruttuosa, come altre precedenti, sebbene fatte in ruoli diversi, del Presidente Napolitano, al quale, probabilmente, non sono ben presenti (o non sono stati ben rappresentati) i veri problemi della nostra terra.
    Quindi: bene il Presidente Fini, meno bene, anzi male il Presidente Napolitano.
    Antonio Rizzo - Coordinatore provinciale de "La Grande Lucania"

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  2. lo stato di diritto c'e', le leggi pure si tratta solo di farle rispettare senza pregiudizi o esaltazioni di parte.

    Purtroppo e' la magistratura che opera a corrente alternata specie quando e' guidata da soggetti come de magistris o come altri magistrati che interpretano le leggi in maniera a loro piu' conveniente.

    Piuttosto chiedetevi del perche' di questo suo gesto estremo e verificate cosa doveva accadere nei prossimi giorni e che grazie alle sue dimissioni non accadra' piu !!!

    (provvedimenti disciplinari del CSM)

    De magistris e' da sempre un esaltato, uno di quei pseudo-moralizzatori che fanno impazzire i comunisti e che ha fatto il giudice, come ammesso anche lui recentemente, con in mente una idea politica.

    Toghe lucane e' finita in un flop, e tutto il suo teorema (il sodalizio di magistrati politici e imprenditori) e' crollato come un castello di carte

    non fate finta di saperlo

    De magistris non ha mai chiuso con successo una inchiesta nella sua carriera e questo da sempre anche prima di why not o poseidone

    Accanitevi ancora per poco su marinagri finche' dura l'ultima farsa di demagistris

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  3. 98 rinvii a giudizi per Why not.30/04/2009 L'inchiesta Why Not, avviata dal pm Luigi De Magistris al quale fu poi avocata, è nella fase finale. La Procura generale di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio di 98 indagati sui 106 che nei mesi scorsi avevano ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Si tratta, da quanto si è appreso, di un atto articolato che prevede non solo richieste di rinvio a giudizio, ma anche sette stralci (un altro imputato è deceduto) con trasmissione degli atti alla Procura di Milano, ed alcune archiviazioni parziali. Ciò vuol dire che per alcuni imputati il rinvio a giudizio viene chiesto non per tutti i reati ipotizzati nell’avviso di conclusione indagini ma solo per alcuni. Tra loro figurano il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero ed il suo predecessore Giuseppe Chiaravalloti per i quali è stata chiesta l'archiviazione per il reato di associazione per delinquere.
    La menzogna ha gambe corte
    Elettori di De Magistris

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Della serie le Bugie hanno le gambe corte

    18 settembre 2009
    Inchiesta Poseidone, Presunti illeciti nella depurazione: indagate quaranta persone – Diversi i reati contestati agli indagati. Spicca il nome dell’ex Governatore Chiaravalloti
    CATANZARO – È conclusa l’inchiesta “Poseidone”, avviata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro nel 2005 su presunti gravi illeciti che sarebbero stati commessi nel settore della depurazione in Calabria. I carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale del capoluogo calabrese hanno notificato 40 avvisi di conclusione delle indagini ad altrettanti indagati tra i quali spiccano Giuseppe Chiaravalloti, ex presidente della Giunta regionale calabrese, nonché legale rappresentante pro tempore del Commissariato straordinario per l’emergenza ambientale; Domenico Antonio Basile, ex assessore all’Ambiente della Regione Calabria; Giovambattista Papello, ex responsabile unico del procedimento presso l’ufficio del commissario; diversi funzionari pubblici ed imprenditori.Associazione per delinquere, concussione, falsità ideologica del pubblico ufficiale in atti pubblici, omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale, favoreggiamento personale, truffa, tentata turbata libertà degli incanti, abuso d’ufficio, i reati che, a vario titolo, sono contestati agli indagati dal procuratore aggiunto della Repubblica Giuseppe Borrelli, che ha emesso il provvedimento.
    Borrelli, dopo cinque mesi, ha concluso l’indagine ereditata dal sostituto procuratore Salvatore Curcio nel 2007, quando il caso venne sottratto all’allora titolare Luigi de Magistris dall’ex procuratore capo Mariano Lombardi, che gli revocò la delega a seguito di un informazione di garanzia inviata all’avvocato e parlamentare del Pdl Giancarlo Pittelli senza che lui fosse stato avvertito.

    Come si vede anche qui aveva ragione De Magistris.
    Dato che abbiamo fiducia nella magistratura aspettiamo che fine faranno le richieste di archiviazione e le richieste di rinvio a giudizio su Toge Lucane

    Elettori di De Magistris di Policoro

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  6. forse sarebbe opportuno leggere un po' questo articolo pubblicato tempo fa su una testata nazionale e cominciare a farsi un po' di domande:
    http://www.ilgiornale.it/interni/le_battaglie_de_magistris_per_chiudere_villaggi_turistici/01-05-2009/articolo-id=347865-page=0

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