lunedì 14 settembre 2009

Scanzano J.: Ma questo sito potrebbe essere adatto per una centrale nucleare

SCANZANO JONICO. «Scanzano non è sicuramente idoneo come deposito di superficie di scorie. Potrebbe essere adatto, però, all’ubicazione di una centrale nucleare». Il parere è di una fonte tecnica regionale che ha chiesto di mantenere l’anonimato per rispetto verso le sfere politiche «che debbono ribattere agli attacchi su questo argomento portati contro la Basilicata». E, ieri, a stretto giro dalla pubblicazione della lista con dieci località, con Scanzano, tra cui scegliere le quattro dove costruire centrali atomiche, è arrivato il «no insuperabile» del presidente Vito De Filippo ad un insediamento atomico nella nostra regione. La chiamata all’autorevole fonte, tuttavia, è stata giustificata dalla possibilità che proprio negli ambienti tecnici si sviluppino scelte che riguardino Scanzano. Se il nome di questo comune torna sempre quando si tratta di questi argomenti significa che esso circola tra gli addetti ai lavori. «No – ha risposto il nostro interlocutore –. Dopo la battaglia antiscorie del novembre 2003 il nome di Scanzano non è circolato negli ambienti interessati a queste scelte. Scanzano non è idoneo come deposito di superficie. Non è così, però, come sito per centrali nucleari che vanno fatte vicino al mare ed in luoghi poco abitati. Il problema vero è che se il Governo intendeva parlare in modo serio non doveva indicare i siti individuati come di interesse strategico militare. Una scelta preoccupante. La politica regionale deve farsi sentire». F. Mele
Centrali nucleari e depositi di scorie? «Niente di vero»
«Si allungano ombre oscure sulla scelta dei siti dove ubicare centrali nucleari nel nostro Paese». Vito De Filippo, presidente della Regione, ha fatto sentire ancora un volta la sua voce sullo stillicidio di notizie, martellanti, che riportano sempre Scanzano tra le località dove il Governo vorrebbe insediare siti nucleari. L’ultima, la pubblicazione di una lista comprendente Monfalcone (Gorizia), Palma (Agrigento), Oristano, Chioggia (Venezia), Caorso (Piacenza), Trino Vercellese (Vercelli), Montalto di Castro (Viterbo), Termini Imerese (Palermo), Termoli (Campobasso) e, appunto, Scanzano. Lista che sarebbe sotto forma di bozza elaborata dal gruppo di tecnici incaricati dal ministro delle Attività produttive, Claudio Scajola (Pdl), di individuare le aree idonee alla ubicazione di quattro centrali. L’elenco ha colpito perché comprende località vicine al mare ed alcune già sedi di vecchie centrali o di impianti dismessi. Il presidente della Giunta regionale, però, ha tagliato corto su Scanzano, già indicato, nel novembre 2003 dal Governo Berlusconi allora in carica, come deposito unico delle scorie radioattive d’Italia: «Non so se considerare la cosa inquietante o ridicola. Abbiamo notificato a più riprese il nostro insuperabile “no” per qualsiasi sito nucleare in Basilicata. Abbiamo già dato molto e nel settore energetico c’é un debito grande dell’Italia verso questa regione. Pur sapendo - ha concluso De Filippo - che, da un po’ di tempo, in questo Paese tutto è possibile, confidiamo fiduciosi che dietro questa notizia non ci siano mani istituzionali». E non si sono fatte attendere le reazioni a livello parlamentare. Il sen. Roberto Della Seta (Pd), ex presidente di Legambiente, ha dato credibilità alla lista: «La bozza sui piani nucleari del Governo circola da diversi giorni e non c’è traccia di smentita di Scajola sulla sua veridicità o meno. A prescindere da come si giudichi la scelta del ritorno al nucleare è innegabile che il Governo confermi che voglia agire “manu militari”, stilando una prima lista e lasciando poi libere le imprese di proporre i siti dove costruire le centrali». Sul piano locale, inoltre, gli amministratori comunali hanno ripetuto che si opporranno «sino a lasciarsi sparare addosso» alla ubicazione a Scanzano del deposito di scorie o di una centrale atomica. Ma il ministro Scajola, ieri a Bari per l’inau - gurazione della Fiera del Levante, ha sentenziato: «Si tratta di chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere: stiamo lavorando sui criteri che un territorio deve avere per l’ubicazione di una centrale nucleare, non sui luoghi. Lavoro che si concluderà a febbraio». F. Mele (articoli Tratti dalla Gazz. Mezzogiorno)

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