sabato 22 agosto 2009

BOTTA E RISPOSTA SUI POZZI A POLICORO TRA SANTOCHIRICO RESPINGE LE CRITICHE: «TONI ALLARMISTICI»

L’assessore all’Ambiente in guerra con le associazioni
• «Allarmistici e deliranti i comunicati ambientalisti». «Il Terminator dell'ambiente». Non si sono mai amati l'assessore Vincenzo Santochirico e i movimenti ambientalisti lucani, ma il duro botta e risposta avvenuto nel ponte ferragostano segna una piena rottura e li rende nemici più di prima.
Ha iniziato No Scorie Trisaia con due comunicati stampa non certo leggeri, poi rincarati dalla Ola, lucana ambientalista, dove tra «blitz di ferragosto», alludendo ad azioni imbastite pensando alla distrazione per le ferie estive, e «tradimenti del tavolo della trasparenza», hanno di fatto accusato l'assessore di barare nei rapporti con l'informazione in Organizzazione merito al pozzo estrattivo Rivolta 1 e al pozzo esplorativo Masseria Morano. Chiedendo la chiusura di entrambi.
Pesante la risposta dell'assessore Santochirico: «Il Metapontino va difeso da chi propaga false e deliranti notizie su presunti inquinamenti, frane e contaminazioni», ha detto dando dell'incompetente a No Scorie Trisaia su due tematiche molto care al movimento: quelle della subsidenza, «astrattamente correlabili - secondo Santochirico - all'attività estrattiva vera e propria e non ai pozzi esplorativi come Masseria Morano» e dell'uso di «sostanze chimiche per lo scioglimento della crosta terrestre» per le perforazioni, «eseguite - secondo l'assessore - con usuale tavola rotary e scalpello rotante».
Altrettanto dura la replica di No Scorie Trisaia: «Pozzo Rivolta va chiuso,
visto che è a 200 metri dalle scorie radioattive dell'Itrec e visto che l'assessore Santochirico oggi ammette che la subsidenza è un rischio quando si estraggono idrocarburi». Il movimento indica
quindi due siti internazionali dove informarsi sugli inquinanti usati «per sciogliere la crosta terrestre», oltre al sito che ricorda l'audizione del 7 luglio 1998 alla commissione parlamentare di inchiesta dell'allora amministratore delegato dell'Eni, Franco Bernabè, sulle trivellazioni in Val d'Agri.
Il tutto quando non si conosce ancora la valutazione della Sogin, alla quale forse toccherebbe l'ultima parola sulla sicurezza in materia nucleare.
(Filippo Mele Gazz. del mezzogiorno)