giovedì 23 aprile 2009

ASSESSORI QUESTIONE MORALE E SOCIETA’ CIVILE

Riceviamo e pubblichiamo
Al centro del dibattito politico, a Policoro, in questi giorni, troneggia la vicenda di un incarico tecnico, conferito dall’Amministrazione comunale alla figlia architetto di un assessore in carica, oltre che quella della collocazione della sede di una Società che si occupa di pubblicità e della composizione della compagine sociale della stessa Società, che sarebbe stata beneficiata da commesse da parte della stessa Amministrazione, composizione che sarebbe riconducibile, in qualche modo, per quel che si è letto, a membri della ridetta Amministrazione civica.L’Amministrazione in carica, di centrodestra, si è vista, per questo, additata da esponenti dell’opposizione, che hanno denunciato sugli organi di stampa le vicende sopra dette, sentendosi contestare, dal canto loro, gli oppositori, che, anche nella precedente consiliatura, con Amministrazione gestita dal centrosinistra, il figlio ingegnere di un assessore, all’epoca in carica, era stato beneficiato di altro incarico tecnico come quello di cui adesso si discute.Non sappiamo se ed in che misura i fatti che i contendenti si rinfacciano siano veri, né se tali fatti, ammesso che siano veri, rivestano, in qualche modo, profili di illiceità in termini giuridici.In termini astratti e generali, senza riferimento, dunque, a fatti specifici, vicende del tipo di quelli di cui si controverte, per come sono state prospettate, meritano, oggettivamente credo, biasimo, quanto meno, sul piano morale e politico.E di tanto appaiono consapevoli gli stessi protagonisti del dibattito in corso, i quali, piuttosto che rivendicare, nella prospettiva dell’interesse pubblico, la bontà degli atti amministrativi consumati (un bravo tecnico, anche se figlio di un assessore, non per questo, con tutte le garanzie di imparzialità, trasparenza ed osservanza delle regole, deve essere penalizzato nel conferimento di un incarico professionale), si giustificano, dribblano il problema, nicchiano, contraccano, prospettano azioni legali….In verità, devo dire che, dalla lettura dei commenti apparsi sulla stampa locale e su qualche blog, dalle vicende in disamina, mi sembra trasparire, anche dalle prese di posizione dei protagonisti del dibattito, non tanto un sentimento di indignazione per asserite condotte non ortodosse, quanto, piuttosto, sentimenti di invidia per non poter fare quanti altri adesso fanno, ovvero, al contrario, per quanto altri, in passato, hanno fatto, rivestendo posizioni che adesso sono proprie.Del resto, i soli che, a buon diritto, avrebbero di che indignarsi, da quanto prospettato dai protagonisti del dibattito, sono i numerosi ingegneri, architetti, geometri, ma anche imprenditori, titolari di ditte di pubblicità, tipografi, giardinieri o altro che, sebbene meritevoli, non hanno padri che hanno rivestito, che rivestono o che rivestiranno la carica di assessore, e che, peraltro, sono i più.Quelli da ultimi citati, non solo sono essi, tra le categorie di loro appartenenza, la maggioranza, ma hanno, ciascuno di essi, anche genitori, mogli, mariti, figli, cugini, amici che non possono non cogliere il dato di essere esclusi dal novero dei privilegiati.A ben guardare, le persone “escluse”, direttamente o indirettamente, non solo dai privilegi ma anche, probabilmente, da ciò che ad essi, semplicemente, spetterebbe, sono la maggioranza del substrato della comunità - chè altrimenti non avrebbe senso di parlare, per gli altri, di “privilegiati”- votano e sono la maggioranza di quelli che votano.Ed allora viene da chiedersi: perché gli assessori di cui tanto si discute oggi a Policoro, di centrodestra e di centrosinistra, che, stando a quel che si legge sulla stampa, coltiverebbero il sistema dei privilegi, in ogni competizione elettorale, sono tra i più suffragati, tanto che in ogni competizione elettorale si assiste alla corsa di ogni schieramento a garantirsene la presenza in lista?Se la maggior parte dei cittadini di una comunità viene penalizzata dal sistema dei privilegi, atteso che il sistema dei privilegi, di regola, contrasta con l’interesse pubblico, perché coloro che alimenterebbero quel sistema sono i più votati e continuano, per decenni, a perpetrare le proprie posizioni di comando?Forse un certo torpore anestetizza, da noi, la tanto declamata Società Civile, rassegnata quasi all’ineluttabilità degli eventi che le accadono intorno.Il persistere di tale stato rende, però, la cosiddetta Società Civile responsabile di quel sistema perverso di cui è essa stessa vittima.Ecco perché occorre riappropriarsi, con vigore e con convinzione, della certezza che con il proprio voto ma, anche con il proprio personale impegno pubblico, scevro da condizionamenti e timori, si può affermare il prevalere dell’interesse pubblico, che è l’interesse di tutti e, quindi, di ciascuno di noi, sul privilegio, che è di pochi.Altrimenti, quel sistema, la Società Civile se lo tenga.
FAR

1 commento:

  1. Purtroppo non si tratta di torpore ma di SPERANZA, la speranza di entrare a far parte di quel gruppo limitato di privilegiati qualora i candidati per i quali si simpatizza (cugini, amanti, amici ecc.) vengano eletti. Scendete dalle nuvole, viviamo in Italia!

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