sabato 28 marzo 2009

La vera storia del dissequestro (mancato) di Marinagri

Ne hanno parlato, solo alcuni, ed in maniera parziale. È la vicenda che vede il cantiere della "città lagunare" alla foce del fiume Agri sottoposto a sequestro giudiziario perdurante sin dal mese di aprile 2008. Moltissimo è stato detto e scritto, ma le ultime vicende giudiziarie e qualche improvvida presa di posizione da parte di politici ed amministratori locali richiedono un supplemento di conoscenza per essere comprese e, chissà, anche giudicate. "Marinagri", questo il nome dato all’intrapresa privata che aveva progettato di realizzare un mega villaggio turistico con alberghi, villette con annesso posto barca, piscine, campi da golf, passeggiate fra canneti selvatici e zone destinate al "bird watching", era già stato sequestrato agli inizi del 2007 dall’autorità giudiziaria di Catanzaro. Il sospetto, emergente da alcuni quintali di carte giudiziarie, era che una consorteria di politici, funzionari ministeriali, avvocati e magistrati avesse chiuso occhi, orecchi e pratiche giudiziarie; nonostante alcune circostanziate denunce, le relative indagini e persino le perizie dei Consulenti della Procura dimostrassero l’esistenza di gravissime ipotesi di reato. Basti solo il fatto che l’insediamento immobiliare insiste nell’alveo di foce del fiume Agri, per dare una idea molto sommaria ma efficace delle dimensioni del problema. Poi, come spesso accade nel meridione, si aggiungono alcune decine di miliardi di lire di contributi pubblici, l’utilizzo di suoli del Demanio (inalienabile) dello Stato, l’appropriazione indebita di altri terreni e via via sino a riempire 114 faldoni stracolmi di prove, evidenze, perizie, intercettazioni e altro ben di Dio. Tuttavia, dicono alcuni che in piena legittimità difendono l’idea e gli interessi della Marinagri, il Tribunale del Riesame annullò questo primo sequestro. Vero, ma non sarà mica sospetto il fatto che la D.ssa Adalgisa Rinardo (presidente del Collegio di Riesame) avesse un figlio coinvolto in rapporti d’affari con altri indagati del medesimo PM di "Marinagri"? Sta di fatto che Rinardo annullò e la Cassazione (giudizio di legittimità) confermò la correttezza formale della sentenza del Riesame. Purtroppo questa si rivelerà una vittoria di Pirro, infatti nuovi elementi costituiti da una specifica perizia, costringeranno il PM a disporre un nuovo sequestro del cantiere. Questa volta l’atto, analizzato da diverso magistrato in sede di Riesame, supererà tutti i gradi di giudizio restando, praticamente, indenne. Anzi la Cassazione stabilirà una pena accessoria a carico dei ricorrenti della Marinagri in virtù della valutazione di temerarietà del ricorso presentato. Ebbene, proprio in questi giorni, è accaduto che Marinagri abbia prima proposto una nuova istanza di dissequestro, respinta dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catanzaro (previo parere negativo del PM procedente, Dr. Capomolla) e, a pochi giorni dall’atto di rigetto, avviato una nuova istanza di dissequestro "parziale". Sempre negativo il parere del Dr. Capomolla e, cosa assai rara, rapidissima risposta del Tribunale del Riesame: nuovo rigetto. È in questo clima che il sindaco di Policoro, Nicola Lopatriello, nonostante pendano sul suo capo gravissime ipotesi accusatorie proprio nel procedimento penale "Toghe Lucane" in cui v’è ampio spazio per Marinagri, ha deciso di rivolgersi direttamente al Ministro della Giustizia Angelino Alfano. Scopo dell’intervento, quello di favorire un rapido dissequestro del cantiere. Sempre in questi giorni, il senatore Cosimo Latronico (PdL) avanza altra richiesta simile. Tutti si rivolgono al Ministro, tutti gli chiedono d’intervenire in materia specifica su cui non ha alcuna competenza, tutti pongono in premessa del loro scrivere che rispettano le decisioni della magistratura. Figuriamoci se non le rispettassero! E, come al solito, spunta il drammatico problema dei lavoratori a rischio di licenziamento e quelli che avrebbero potuto essere assunti per la gestione "ordinaria" del complesso turistico. Come se le responsabilità fossero dell’autorità giudiziaria che persegue alcuni gravissimi reati a carico di importanti pezzi delle istituzioni pubbliche lucane e nazionali. Occorre sia chiaro, una volta per tutte, che la cronica deficienza occupazionale del Mezzogiorno d’Italia ha origine proprio in quei comportamenti illegittimi ed illegali, in quelle consorterie criminali, in quei circoli viziosi di miliardi e miliardi di lire partiti dalle casse dello Stato per produrre sviluppo e crescita nel meridione e finiti in qualche capiente tasca privata (magari al nord, in Svizzera o a casa del diavolo). I nemici dei lucani e del meridione in genere, non sono gli amanti delle istituzioni e della legalità, i veri nemici sono coloro che fanno passare come una cosa normale l’abuso ed il sopruso. Gli stessi che incassano a titolo privato tangenti pagate per ottenere un posto di lavoro. Sono nemici della orgogliosa gente lucana, quei personaggi che dicono mezze verità, che parlano di un solo dissequestro (richiesto e rigettato) invece di raccontare che si tratta di due diverse istanze, entrambe respinte al mittente. Sono nemici coloro che invitano a "chiudere un occhio" e magari anche le orecchie e la bocca per ottenere quello che sarebbe, invece, pieno diritto. Sono nemici quelli che minacciano e fanno apparire isolati coloro che manifestano liberamente il proprio pensiero, dispiacendo al piccolo ras di paese. Sono nemici della Lucania i parlamentari, i senatori, i consiglieri regionali, i sindaci, i consiglieri provinciali e comunali, i magistrati, gli imprenditori, i giornalisti, gli avvocati e gli elettori che continuano a non vedere, non sentire, non capire e non dire quello che accade sotto gli occhi di ciascuno. Non ci sono uomini del "destino" nel nostro futuro, solo persone consce della realtà al punto tale da rendersi protagonisti
Nino Magro (il Resto)

4 commenti:

  1. trionfi la giustizia proletariasabato, 28 marzo, 2009

    scusate ma chiunque si rivolge al ministro , aggiusta tutto adesso na cosariella e nient non la può fare.E' una grave ingiustizia penalizzare questo scempio , sarebbe diventato il villaggio del popolo del resto tutti si possono(perdono...potevano)permettere una casa a marinagri, costa 1 fesseria.
    cmq alfano può e deve accontentare i sudditi .....una casa pure a lui se si sblocca ....vabbè a chiunque riesca a far riaprire il cantire .ok è partita la gara:)

    marinagri sarà sempre chiusa mttitavill 'ncap .

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  2. IO, IMPRENDITORE DI POLICORO, FACCIO UNA RIFLESSIONE MA SIAMO VERAMENTE CIRCONDATI DA QUESTI UOMINI, CHE GODONO SULLE DISGRAZIE DEGLI ALTRI. VERGOGNA FARESTI BENE AD ANDARTENE DA POLICORO.

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  3. così ci stai solo tu a policoro e cementifichi tutto!

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  4. le disgrazie altrui sono anche le nostre!qui è un oproblema di giustizie, un'abuso al singolo cittadino viene fatto pagare caro, alle grandi imprese no! ti sembra giusto! se si allora mobilitati per la riapertura, togliete i sigilli!meditate gente meditate!

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