domenica 8 febbraio 2009

Basilicata: Tumori in cambio dello 0,6 della ricchezza estratta

Circa un mese fa il Financial Times, uno dei quotidiani di finanza e di affari piu' importanti del mondo pubblico' un articolo sugli scempi ENI in Val D'Agri.Mentre in altre parti del mondo le raffinerie e le estrazioni di petrolio si fanno in posti disabitati, come i deserti del medio oriente e le lande desolate ed artiche della Russia, l'ENI decide di trivellare la Val D'Agri dove invece ci sono persone, parchi, agricoltura. A Viggiano c'era la vita prima di loro.Il reporter inglese parla di una puzza acre di zolfo che invade la citta' e che sara' destinata ad aumentare perche' ora, oltre all'ENI ci sono anche la Total, la Shell e la Exxon Mobil tutte li pronte ad incrementare il quantitativo estratto di petrolio amaro che si estrae in Basilicata e a regalarle altra miseria umana e materiale. Il Financial Times, come tutti gli altri organi di stampa che si sono occupati di questo tema, parla di inquinamento, di perdita di posti di lavoro, e di un sacrificio enorme che la Basilicata ha pagato per il petrolio senza che nessuna di queste ditte abbia mai davvero fatto nulla per la regione e per amore di questa regione.Il medico di Viggano, Pino Enrico Laveglia ha portato l'ENI in causa perche' i fumi tossici del 'centro oli' ha portato infezioni respiratorie e a tumori alla gente. Questo dopo solo DIECI anni dall'insediamento ENI. Dice che un tempo in Val d'Agri non c'era mai la nebbia. Adesso invece c'e' una fitta coltre di smog blu tuttii giorni.L'ENI paga il 4% di royalties al governo (in Venezuela siamo all'85%! In Norvegia all'80%.) Di questi soldi il 15% va ai governi locali. Dunque, alla Basilicata spetta in totale lo 0.6% della ricchezza estratta. Tumori alla gente in cambio dello 0.6% della ricchezza estratta. Un affarone.Nonostante la comparsa di un parco nazionale, i distinti signori ENI che nel tempo libero organizzano serate a teatro e ci educano all'arte moderna, hanno ben pensato di mettere una decina di pozzi petroliferi DENTRO il parco e molti di piu' immediatamente fuori. Ma a cosa serve un parco allora? L'intelligente ministro Presitgiacomo dal canto suo, invece di protestare e di fare il suo lavoro che in teoria e' di DIFENDERE L'AMBIENTE, ha ben pensato di sostiuire il responsabile regionale del parco con uno 'yes man' di sua fiducia.Il governo centrale, recita ancora il giornalista ingelese, si appresta anche a varare leggi contro la difesa locale del territorio, spalancando le porte all' opera petrolifera. E poi ci sono una manciata di accademici negazionisti e con le bende agli occhi che dice che ''si emigra in tutto il sud Italia'', e che i tumori non sono da attribuirsi alle estrazioni e alle lavorazioni petrolifere.Si, sara' stato il mago Zurli' a portarli! Ora si parla anche di creare una stazione per i rifiuti tossici nucleari in Basilicata e magari di metterci anche un impianto nucleare. La follia dell'ignoranza non ha limiti. Lucani adesso e' il tempo di agire, e non dopo quando ci ritroveremo le trivelle dappertutto.La canzone si ripete sempre: si inizia con poco e si finisce con l'invasione capillare di scempi sul terreno. L'ENI e tutta l'industria petrolifera non ha vergogna di nulla e dice bugie a cui loro stessi credono.Claudio Descalzi, il capo dell'Assomineraria dice che ci vogliono tempi decisonali brevi. Bene, La Basilicata deve essere chiara, breve e sintetica dicendo : NOI QUI NON VI VOGLIAMO. Come direbbero gli Americani, take your losses and get out of here. (Fonte The Financial Times, OLA Dorsogna blog )

1 commento:

  1. D'accordo! La regione di sinistra centro con i suoi funzionari non avrà pensato a nient'altro che ai soldi che sarebbero arrivati ed alle "tante cose che si sarebbero potute fare". Questo è il risultato, qualcuno straricco e tanti cornuti e mazziati..

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