lunedì 5 gennaio 2009

INCHIESTA WOOCOCK SULLA SANITA’

Ho pagato 12 mila euro per un trapianto

All’Ospedale San Carlo dicono di non aver mai sentito questa storia. Ma ci sono medici e testimoni pronti a giurare che in quel reparto ci sia qualcosa di torbido. «Da quello che ho potuto constatare, però non so indicarvi i motivi, in passato ci sono state delle persone che hanno avuto in breve tempo il trapianto di un rene, mentre altre attendevano da tanto». La fonte della procura è una donna. Fa il medico e, secondo gli investigatori, «esprime dubbi sulla linearità e la trasparenza dei criteri di scelta dei pazienti che dovranno sottoporsi a trapianto».La nota investigativa della squadra mobile di Potenza - raccolta nei faldoni della maxinchiesta sulla sanità, condotta dal sostituto procuratore Henry John Woodcock - ricostruisce quello che potrebbe essere accaduto con i trapianti. C’è un infermiere. Si chiama Vito Romaniello e, secondo l’ipotesi della procura, «promette trapianti d’organo in tempi rapidi e si fa pagare». C’è chi ha dovuto sganciare fino a 12 milioni di lire. L’infermiere Romaniello, emerge dai verbali dei testimoni, «vanta sistematicamente le sue credenziali politiche e il ruolo di componente della commissione trapianti per il meridione, di cui è responsabile il dottor Vito Gaudiano». Secondo gli investigatori «Romaniello appare rivestire un ruolo strategico nell’ambito del settore dei trapianti del rene». E infatti è stato incaricato dal Centro trapianti d’organo di Matera di raccogliere le dichiarazioni di volontà alla donazione degli organi.
Gli investigatori convocano medici e funzionari dell’ospedale e raccolgono un’altra conferma. Una dottoressa racconta: «Sono venuta a conoscenza di un giro di soldi legato alla lista dei trapianti». I sospetti crescono. E qualche telefono viene messo sotto controllo. Vito Gaudiano è il responsabile del Centro regionale trapianti. Da pochi giorni è anche diventato direttore generale dell’Asl di Matera. Riceve una telefonata dal suo predecessore Domenico Maroscia. L’ex direttore generale ha bisogno di un consiglio. Vuole sapere in quale lista far iscrivere un suo amico che ha bisogno di un trapianto di rene. Gaudiano dice: «Mah, io per esempio, se dobbiamo considerare che è amico del mio direttore, lo… lo manderei a Parma, dai miei amici…». Ma è Romaniello che interessa agli investigatori. Hanno appena raccolto le conferme di un testimone. Nel 1999 ha subito un trapianto e dichiara di «aver consegnato all’infermiere otto milioni di lire». La storia dei 12 milioni, invece, la confermano agli investigatori tutti gli infermieri in servizio nel Centro di emodialisi del San Carlo. E c’è anche chi racconta che «Romaniello era giunto al punto di promettere il trapianto dell’organo di un paziente ancora in vita, ma che versava in condizioni irrecuperabili in sala rianimazione». I potenti, poi, scalano le liste d’attesa. Un medico sostiene: «Molti pazienti rappresentano la circostanza che altre persone ricevono il trapianto prima di loro, perché sono conosciute o perché occupano un ruolo importante nella società». Per il magistrato anglonapoletano «sono tutti aspetti da approfondire». Delega per le indagini la polizia di Stato e chiede al gip di poter intercettare i sospettati.
FABIO AMENDOLARAf. (Il Quotidiano della Basilicata )