mercoledì 3 dicembre 2008

Procure sulle inchieste avocate a De Magistris. Perquisizioni, avvisi, pesanti accuse. Indagati anche imprenditori


L'inchiesta che oggi ha portato in Calabria diversi magistrati della Procura della Repubblica di Salerno, carabinieri e poliziotti per l'esecuzione di perquisizioni e sequestri, nonche' notifiche di avvisi di garanzia a carico, fra gli altri, di diversi magistrati in servizio a Catanzaro, ha per oggetto anche le due vicende della revoca dell'assegnazione del procedimento cosiddetto "Poseidone" all'allora pm Luigi De Magistris, nonche' l'avocazione allo stesso del pm dell'altra inchiesta denominata "Why not", e le relative archiviazioni di alcuni degli indagati eccellenti coinvolti nei due casi. Secondo la Procura di Salerno, "la sottrazione dei procedimenti Poseidone e Why Not all'allora pm De Magistris e la loro successiva gestione e' servita a fermare il predetto magistrato, danneggiare lui, consulenti tecnici e persone informate sui fatti, ostacolare le inchieste, smembrarle, disintegrarle e favorire taluni indagati". Di qui il coinvolgimento nell'inchiesta di Salerno anche di diversi magistrati in servizio a Catanzaro. L'inchiesta Poseidone venuta alla luce nel 2005 e partita da presunti illeciti nella gestione dei fondi per l'emergenza ambientale in Calabria, si era via via allargata fino a ricomprendere settori e attivita' diversi con il comune denominatore di presunti intrecci, "colleganze affaristiche - scriveva all'epoca De Magistris - tra societa' e persone riconducibili, anche indirettamente, ad amministratori pubblici facenti parte di opposti schieramenti, in tal modo delineandosi un controllo di fette rilevanti di spesa pubblica".

Il caso Poseidone scoppiava, piu' precisamente, il 16 maggio 2005, con la notifica di 12 avvisi di garanzia: fra gli indagati l'ex presidente della Regione Calabria nonche' ex commissario per l'emergenza ambientale, Giuseppe Chiaravalloti; l'ex responsabile unico del procedimento presso l'Ufficio per l'emergenza e consigliere d'amministrazione dell'Anas, Giovanbattista Papello; l'ex assessore all'Ambiente Domenico Basile. Ma molti altri nomi di primo piano vennero coinvolti nel corso dei mesi nell'inchiesta. Fra essi, quello dell'avvocato e parlamentare Giancarlo Pittelli, gia' coordinatore di Forza Italia in Calabria. Proprio a seguito della notifica di un avviso di garanzia a Pittelli, il 29 marzo del 2007 l'allora procuratore della Repubblica di Catanzaro, Mariano Lombardi, revocava la delega di Poseidone al sostituto procuratore Luigi De Magistris, prima di astenersi lui stesso dal caso.
I politici indagati. L'inchiesta venne in seguito affidata dal procuratore aggiunto Salvatore Murone al sostituto procuratore Salvatore Curcio il quale, agli inizi dello scorso aprile, ha chiesto l'archiviazione delle posizioni di dieci indagati, tra cui il segretario nazionale dell'Udc, Lorenzo Cesa, il deputato dell'Udc Giuseppe Galati, l'allora senatore e coordinatore regionale di Forza Italia in Calabria, Giancarlo Pittelli, ed il generale della Guardia di Finanza Walter Cretella Lombardo, l'ex presidente della Regione Giuseppe Chiaravalloti. Rispetto alla revoca dell'inchiesta Poseidone all'ex pm De Magistris, ritenuta dai magistrati di Salerno illegale, il reato di concorso in corruzione in atti giudiziari e' contestato all'ex procuratore della Repubblica di Catanzaro Mariano Lombardi, all'aggiunto Salvatore Murone, ed all'avvocato e parlamentare Giancarlo Pittelli (Pdl), far i quali sarebbero emersi "rapporti di interesse di vario tipo". Inoltre, al procuratore generale di Catanzaro Enzo Iannelli, ai sostituti procuratori generali Alfredo Garbati e Domenico De Lorenzo, ed al sostituto procuratore Salvatore Curcio sono contestati i reati di abuso d'ufficio, favoreggiamento e falso ideologico, tutti in concorso, "con riferimento ai provvedimenti di stralcio ed alle richieste di archiviazione, ritenute illegali, effettuati nei riguardi, tra gli altri, dell'on. Pittelli, del generale Cretella Lombardo, dell'on. Galati, di Chiaravalloti, dell'on. Cesa".
Inchiesta Why Not e logge coperte. Anche l'avocazione di "Why not", e le successive attivita' d'indagine svolte dopo la sua sottrazione all'allora pm di Catanzaro Luigi De Magistris sono oggetto dell'inchiesta della Procura di Salerno che, oggi, ha portato a numerose perquisizioni e sequestri in Calabria. L'indagine "Why not", su una presunta loggia "coperta", un comitato d'affari fatto di politici, imprenditori, uomini delle Istituzioni, che si sarebbe occupato di distrarre fiumi di denaro pubblico, provenienti da Bruxelles e diretti in Calabria, passando per Roma. Nell'inchiesta, nel luglio 2007, venne iscritto come indagato anche l'ex presidente del Consiglio Romano Prodi. Il 14 ottobre seguente fu iscritto nel registro degli indagati anche l'allora ministro della Giustizia Clemente Mastella, il cui nome era emerso nell'inchiesta gia' nei mesi precedenti. Il 21 settembre, intanto, lo stesso Guardasigilli - che gia' aveva piu' volte inviato gli ispettori del ministero a Catanzaro - chiese al Consiglio superiore della magistratura l'immediato trasferimento cautelare dal capoluogo calabrese e l'avvio di un procedimento disciplinare a carico di De Magistris (poi conclusosi proprio col il trasferimento del magistrato a Napoli). Il giorno 19 ottobre 2007, infine, l'allora procuratore generale di Catanzaro facente funzioni, Dolcino Favi, avoco' a se' l'inchiesta Why not, togliendola a De Magistris. Il nuovo pg nel frattempo giunto a Catanzaro, Enzo Iannelli, affido' Why not a diversi magistrati, il cui numero e' aumentato nel corso dei mesi. Agli inizi di marzo 2008 fu lo stesso Iannelli ad avanzare all'ufficio gip di Catanzaro una richiesta di archiviazione per Mastella, accolta il primo aprile. A giugno scorso, infine, il procuratore di Salerno Luigi Apicella si reco' a Catanzaro, proprio per acquisire atti dell'inchiesta. La Procura campana, oggi, ritenendo illegale l'avocazione di Why not, rispetto ad essa contesta il concorso in corruzione in atti giudiziari all'avvocato generale dello Stato ex pg facente funzioni Dolcino Favi, all'allora procuratore della Repubblica Mariano Lombardi, al procuratore aggiunto di Catanzaro Salvatore Murone, all'avvocato e parlamentare Giancarlo Pittelli, e ad Antonio Saladino, gia' leader della Compagnia delle opere in Calabria ed uno dei principali indagati di Why not.
Illegale avocazione di Why Not. Per quanto attiene all'inchiesta "Why not", secondo la Procura di Salerno essa sarebbe stata avocata a Luigi De Magistris in maniera illegale. Per gli inquirenti, inoltre, sarebbe stata dovuta l'attivita' investigativa nei confronti dell'ex ministro Clemente Mastella, la cui posizione fu in seguito archiviata dal pool subentrato al pm napoletano. I magistrati campani scrivono infatti nel decreto di perquisizione e sequestro la cui esecuzione e' in corso da stamane, come sia "emerso che corretta e doverosa era l'indagine del dott. De Magistris nei confronti dell'allora ministro della Giustizia Clemente Mastella e che l'avocazione del fascicolo ha impedito la prosecuzione della stessa anche nei confronti di Mastella". I magistrati di Salerno scrivono, nel provvedimento destinato agli indagati, di una "patologica attivita' di interferenza in un disegno corruttivo teso a favorire, tra gli altri, Antonio Saladino, Giancarlo Pittelli, ed il ministro della Giustizia Mastella". Sempre relativamente a Why not, i magistrati considerano illegale la revoca dell'incarico al consulente tecnico d'ufficio Gioacchino Genchi, inizialmente nominato da De Magistris. Rispetto a cio' il concorso in abuso d'ufficio, il favoreggiamento ed il falso ideologico sono contestati all'avvocato generale facente funzioni di procuratore generale Dolcino Favi, all'allora procuratore capo Mariano Lombardi, ed all'aggiunto Salvatore Murone. Riguarda invece la vicenda dei tabulati telefonici acquisiti da De Magistris nell'ambito delle indagini un ulteriore capo d'imputazione contestato dalla Procura di Salerno. Il pool campano, infatti, contesta al procuratore generale di Catanzaro Enzo Iannelli, a Favi, ai sostituti procuratori generali Alfredo Garbati e Domenico De Lorenzo i reati di concorso in abuso d'ufficio, favoreggiamento e falso ideologico, con riferimento alle deleghe conferite al Ros dei carabinieri di Roma per l'analisi dei tabulati, in quanto "si prospettavano falsamente illegittimita' ed illiceita' che sarebbero state commesse dal pm dott. De Magistris, anche con strumentali segnalazioni disciplinari nei confronti di quest'ultimo". Secondo gli inquirenti, invece, "non e' emersa alcuna irregolarita' di De Magistris con riferimento alla vicenda relativa all'acquisizione dei tabulati in cui compare anche un'utenza riferibile all'allora ministro Mastella".
Ipotizzati reati di abuso d'ufficio e falso ideologico. La richiesta di archiviazione della posizione dell'ex ministro della giustizia Clemente Mastella, inizialmente indagato da Luigi De Magistris nell'inchiesta "Why not", è¨ finita sotto la lente dei magistrati della Procura di Salerno, che ora indagano a carico di diversi soggetti, tra cui molti magistrati in servizio a Catanzaro. In particolare, i reati di concorso in abuso d'ufficio, falso ideologico, favoreggiamento e calunnia vengono contestati al procuratore generale di Catanzaro, Enzo Iannelli, ai sostituti procuratori generali Alfredo Garbati e Domenico De Lorenzo, "con riguardo all'illecita richiesta di archiviazione nei confronti dell'ex ministro della Giustizia Mastella". La Procura di Salerno, nei decreti di perquisizione e sequestro notificati oggi a diversi indagati, evidenzia che "l'iscrizione di Mastella nel registro degli indagati da parte di De Magistris fu doverosa in quanto vi erano plurimi elementi indiziari per procedere nei suoi confronti". "De Magistris - sempre secondo i magistrati campani - è¨ stato oggetto di calunnia in quanto si è voluto far credere che egli avesse un conflitto di interesse nei confronti dell'allora ministro Mastella, il quale chiedeva il trasferimento del pm che faceva indagini in un procedimento che vedeva coinvolto anche lo stesso Mastella" 100 pagine di accuse. "Poseidone" e "Why not" sotto sequestro. Nel voluminoso provvedimento di oltre 1.500 pagine, cui oggi hanno dato esecuzione in Calabria magistrati, carabinieri e polizia di Salerno, i pm campani dedicano circa 100 pagine all'enunciazione dei dettagliati capi d'accusa formulati, tra gli altri, a carico di diversi magistrati in servizio a Catanzaro nell'ambito dell'inchiesta su presunti illeciti che sarebbero stati commessi per compromettere le attivita' d'indagine condotte dall'allora pm Luigi de Magistris, recando a lui ed ai suoi collaboratori piu' danni possibili. Oggetto dell'inchiesta del pool salernitano sono, anche e soprattutto, la revoca a De Magistris dell'inchiesta "Poseidone", l'avocazione allo stesso pm dell'inchiesta "Why not", e le attivita' svolte successivamente dai magistrati cui sono state assegnate. In tale contesto, la Procura Campana ha disposto il sequestro dei procedimenti "Why not" e "Poseidone", e "di tutti gli stralci intervenuti con riferimento alle due inchieste, in quanto ritenuti gestiti con la finalita' di favorire indagati, danneggiare loriginario titolare dott. De Magistris, persone informate sui fatti e consulenti tecnici nominati dall'originario pm"

2 commenti:

  1. accettabile e lodevole l'impegno del prc ma che p... in qst blog non si parla di altro, nenche 1 riga sulla sentenza g8

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  2. ma caro frammartino come mai ti sta tanto a cuore marinagri????????sono anchio conrario, ma qst accanirti,con 1000,articoli nonè che nasconde questioni personali, se non tue di qualche compagno illustre????????o intimi amici di quest'ultimo tali C carmelo e seba?
    dicci 1 pò

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